Il terrore islamico fa strage ad Algeri di Enrico Benedetto

Il terrore islamico fa strage ad Algeri Bomba al desk Air France dell'aeroporto, 9 morti e cento feriti, a vuoto altri 2 ordigni Il terrore islamico fa strage ad Algeri 7/ governo annuncia leggi speciali anti-integralisti e accusa come mandante una «potenza straniera» (l'Iran) PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Strage all'aeroporto d'Algeri. Una bomba sotto il desk Air France ha ucciso ieri mattina 9 passeggeri in partenza per Parigi, ferendone un centinaio. E' terrorismo cieco, che non guarda più in faccia il «nemico». Malgrado la violenza politica sia quotidiana - 150 vittime da inizio anno - sinora mai gli attentatori avevano tirato nel mucchio. Gli uccisi sono, per la maggioranza, algerini che rientravano a lavorare in Francia dopo le vacanze. L'eccidio non è tragica fatalità, una «bomba dimostrativa» che diviene assassina. Due fattori almeno provano la feroce intenzione omicida: il bancone scelto (da giorni l'Air France non ha poltrone libere per Marsiglia o Parigi, complici i ritorni estivi) e l'orario. L'ordigno è esploso, dicono i testimoni, proprio quando l'affluenza all'imbarco raggiungeva il massimo. Altro scoppio doloso presso il terminal della compagnia transalpina nella capitale: solo un anonimo preavviso telefonico ha evitato nuovi cadaveri. La terza bomba doveva squassare l'ufficio Swissair in centro città, ma gli artificieri sono scesi in azione prima che deflagrasse. Tre ordigni, un solo piano. Mancano rivendicazioni. Po- trebberò essere gli integralisti cui lunedì il regime ha raso al suolo una moschea - ma le inevitabili rappresaglie governative colpiranno proprio loro in prima istanza. E allora si fa strada un'altra ipotesi, già evocata il 29 giugno per l'omicidio Boudiaf: forze destabilizzatrici con qualche aggancio a palazzo. L'Esecutivo replica fin d'ora annunciando «leggi anti-terrorismo», che forse non aspettavano migliore occasione. Spiega il ministro degli Interni Mohamed Hardi: «Non ci piegheremo mai a un diktat criminale». Poi attacca «quanti incoraggiano simili imprese, nell'illusione che le autorità finiranno per trattare». Il messaggio cifrato riguarda i numerosi politici ansiosi di ingraziarsi i fondamentalisti «soft». Nessuna intesa dice in sostanza Hardi - è ormai possibile. Algeri mostrò indulgenza il 15 luglio, condannando il leader Fis Abassi Madani a soli 12 anni laddove si attendeva l'ergastolo, ma la strage sembra aver spazzato via ogni margine per compromessi. E' quasi mezzogiorno. Allo Houari Boumedienne, nel settore partenze internazionali si aggira una vera folla. I decolli previsti a fine mattina sono undici. La maggior ressa concerne il check-in Air France, non lontano da quello Alitalia. Molti bagagli, lunghe formalità. La bomba è vicinissima al banco, nascosta - pare - sotto una poltroncina. Nessuno vi presta attenzione. I controlli sono svagati. Del resto, nella calca è quasi impossibile svolgerli. Le verifiche più severe avvengono più in là, oltre il controllo dei bagagli a mano. Lo scoppio frusta la grande hall. I vetri cadono in frantumi, senza eccezioni. Il desk Air France più non esiste, i locali vicini - uno sportello bancario, il box della polizia - sono a pezzi. La folla urla. A centinaia, passeggeri e accompagnatori cercano scampo fuori, una marea umana che nessuno potreb¬ be fermare. I feriti chiedono aiuto, ma per i soccorsi raggiungerli è quasi impossibile. Nel parapiglia si ferisce qualche passeggero risparmiato dall'ordigno. Poi inizia la corsa verso i sei ospedali cittadini, con ambulanze, taxi e auto di volontari. Alle 12.30 la radio nazionale divulga la notizia. Harni è sul posto, lo seguirà nel pomeriggio il premier Bela'id Abdelsalam. A tarda sera accusa «una mano straniera», forte di «esecutori algerini». Iran? Le relazioni tra i due Paesi sono fraternamente pessime, un filo verde clandestino unisce il Fis e Teheran. Ma il vero giallo concerne, per l'intera giornata, la nazionalità delle vittime. Air France dichiara che tra i feriti compaiono due suoi operatori. Parigi teme vi siano cittadini francesi. Il Quai d'Orsay deplora il sangue e rinnova appelli conciliatori. Il vecchio rebus algerino non le lascia tregua. Le bombe di oggi ne evocano altre, una miriade, quelle che scoppiavano a tappeto in cestini per rifiuti, cassoni da immondizie, tombini, infiammando l'Algeri coloniale. Allora era guerra d'indipendenza. Oggi nessuno più sa che nome darle, se non Terrore. Enrico Benedetto I resti del banco d'accettazione dell'Air France, dopo l'attentato nell'aeroporto algerino Houari Boumedienne [fotoapj

Persone citate: Abassi Madani, Abdelsalam, Boudiaf

Luoghi citati: Algeri, Francia, Iran, Marsiglia, Parigi, Teheran