I teppisti da stadio non vanno in ferie di Gianni Romeo

I teppisti da stadio non vanno in ferie La violenza rovina persino le amichevoli I teppisti da stadio non vanno in ferie ALMENO in agosto anche loro un tempo andavano in ferie. I teppisti, intendiamo. Il calcio estivo era pieno di gol e di serenità, i tifosi sapevano che era soltanto una finzione e l'accettavano così. Divertendosi. Poi negli ultimi anni intorno alle amichevoli è aumentata l'attenzione, l'arrivo delle televisioni ha reso le partite un po' meno amichevoli. Così i teppisti hanno rinunciato alle ferie. Non volevano star fuori dallo spettacolo. Citiamo tre casi, da domenica a ieri. A Venezia è stato aggredito il presidente Zamparmi soltanto per il fatto che nel cocktail di colori della maglia lagunare l'arancione (l'elemento cromatico del Mestre) era stato un po' troppo annacquato. A Vicenza, dopo l'incontro con il Verona, sono avvenute zuffe poderose. A Saint Vincent sono stati distribuiti insulti pesanti a raffica, senza rispettare nemmeno i morti. Quest'ultimo episodio è particolarmente grave perché rischia di frenare il civile processo di avvicinamento fra Fiorentina e Juventus innescato dai Cecchi Gori. Una considerazione sorge ovvia. Questi teppisti non hanno nulla da spartire con il tifo, anche quello spesso ottuso e poco educato degli stadi, che nasce dall'amore verso la propria squadra. Il gruppuscolo di presunti bianconeri che ha sbeffeggiato Roberto Baggio quale amore porta per la Juve? Dalla considerazione alla conclusione. Questi teppisti travestiti da tifosi sono una mi¬ noranza esigua, non vanno sopravvalutati, non si deve cadere nel tranello di far loro da cassa di risonanza. Ma non bisogna nemmeno sottovalutarli. Perché una mela marcia ne intacca dieci sane, trenta teppisti possono trascinare con sé duecento deboli tifosi. Eccoci dunque alla vigilia del nuovo campionato a trattare i temi soliti. Ma con un'aggravante: li trattiamo un mese prima rispetto al passato. Segno che la spirale non si arresta. Perciò diventa indispensabile isolare i teppisti. Ognuno deve fare la propria parte. I giornalisti segnalando con serietà fatti ed episodi, non facendosi intrappolare dai giochi delle parti. Le società di calcio, soprattutto i tifosi, prendendo le distanze da chi vuole rovinare questo sport. Non è coraggioso, il teppista. Se lo fosse non si nasconderebbe nel gruppo per strappare un cappellino a Baggio o, peggio, per latrare frasi che non hanno nulla di umano. Gianni Romeo

Persone citate: Baggio, Cecchi Gori, Roberto Baggio

Luoghi citati: Saint Vincent, Venezia, Vicenza