«A Rostock la polizia stava a guardare il rogo» di Foto Ap

«A Rostock la polizia stava a guardare il rogo» Le immagini tv hanno dimostrato che ieri gli agenti sono arrivati un'ora dopo l'assalto «A Rostock la polizia stava a guardare il rogo» BONN NOSTRO SERVIZIO Le aggressioni xenofobe a Rostock, città portuale sul mare del Nord, sono continuate tra ieri ed oggi per la quarta notte consecutiva, con un'esplosione di cieca violenza che si è accanita contro l'ostello degli stranieri, ormai evacuato, che era stato già attaccato e dato alle fiamme nelle tre notti precedenti. La violenza xenofoba in questi giorni ha superato anche quella di Hoyerswerda, la cittadina della Sassonia dalla quale l'anno scorso era partita la miccia del nuovo razzismo in Germania. Erano circa mille i giovani, tra i 14 e i 20 anni, imbottiti di birra e violenza, per l'occasione arrivati anche da altre città tedesche e che hanno di nuovo attaccato il brutto palazzone dove venivano ospitati gli stranieri che chiedono asilo politico. Al nutrito lancio di pietre e di bombe incendiarie gli agenti hanno risposto con i candelotti di gas lacrimogeno e gli idranti. Almeno un'auto, colpita dalle bombe, è finita in fiamme. Le autorità questa volta hanno incrementato le forze dell'ordine a guardia dell'ostello vuoto, circondato da un migliaio di agenti in tenuta antisommossa, attaccati al grido di «la Germania ai tedeschi!». Nelle notti precedenti la popolazione era raccolta a guardare ed applaudire. Mentre i reporter della televisione tedesca seguivano in diretta le gesta di questi sbandati o neonazisti in una trasmissione che andava in onda alla 22, della polizia non c'era traccia e solo alle 23 sono arrivati i 600 poliziotti, con rinforzi dalla Germania occidentale. Questo mentre ai piani superiori del palazzo si nascondevano ancóra un centinaio di vietnamiti, che non erano stati evacuati insieme agli altri stranieri. Una madre con il bambino di un anno è stata l'ultima ad essere portata via, mentre si nascondeva come un animale impaurito incapace di distinguere tra gli aggressori e i liberatori. Trenta poliziotti sono stati feriti, 195 persone fermate e 150 arrestate e si deve quasi ringraziare l'incendio che non ci siano stati contatti più diretti tra vittime e attaccanti. Il giorno dopo gravi accuse sono state rivolte alle forze di polizia, che la prima notte avevano affrontato i 500 neonazisti con soli 50 uomini. Il sindacato di polizia tedesco ha accusato Siegfried Kordus, capo della polizia di Rostock, di un «grave errore di calcolo» e da Bonn un'iniziativa cittadina ha denunciato Kordus e il ministro degli Interni del governo regionale del Meclemburgo, Lothar Kupfer, per omissione di soccorso. Da parte dei due responsabili, nessuna autocritica, solo generiche deplorazioni sulla vicenda. Eppure la situazione questa volta era altamente prevedibile. Già da tempo si erano sentite proteste contro gli asylanten che arrivavano sempre più nu- merosi nei casermoni di Rostock e qualche giorno prima erano filtrate informazioni su un piano preordinato. Ad iniziare le aggressioni sono stati i giovani del luogo, poi si sono aggiunti i naziskin e i neonazisti di professione. Ad una manifestazioni antirazzismo martedì hanno preso parte solo 200 persone. Non c'era bisogno di questa nuova violenza per accorgersi che il problema degli asylanten è un problema esplosivo in Germania. Ogni anno arrivano dalle 200 alle 300 mila persone che aspettano anni prima che la loro pratica venga vagliata e in questo periodo per legge non posso¬ no lavorare e vivono quindi a spese dei comuni ospiti. In Germania Est, dove la disoccupazione è del 30-4056, dove gente che prima aveva una vita ben definita si è trovata improvvisamente in un mondo diverso, dove in particolare i giovanissimi sentono rinnegare tutto quello che avevano imparato a scuola, creare degli Asylantenheirn con stranieri che vivono a spese del governo equivale ad accendere un fianunifero in una fabbrica di esplosivi. Nonché a fare il gioco di una estrema destra sempre più potente e meglio organizzata. Francesca Predazzi Quarta notte consecutiva di violenze nella città invasa dai naziskin Alla manifestazione antirazzista erano solo in 200 Dopo gli scontri di lunedi tra agenti e neonazisti in seguito all'incendio dell'ostello per profughi a Rostock la polizia ha arrestato 150 persone. Qui sopra l'ostello in fiamme [FOTO AP]

Persone citate: Francesca Predazzi, Lothar Kupfer, Siegfried Kordus

Luoghi citati: Bonn, Germania, Germania Est, Rostock, Sassonia