I ribelli restano sul telecomando

I ribelli restano sul telecomando L'associazione «Terzo polo» accusa: promosse molte emittenti in odore di mafia I ribelli restano sul telecomando Scocca «VoraX», ma poche tv spengono il segnale ROMA. L'ora fatale per le tv è scoccata. Da ieri, le emittenti locali e nazionali che non hanno ottenuto il rilascio delle concessioni ministeriali per trasmettere sono fuorilegge e - sia pur del tutto teoricamente - dovrebbero aver mandato per l'ultima volta la sigla di chiusura. Di fatto chi accenderà la televisione non si accorgerà di nulla. Dunque il decreto ingiuntivo del ministro Pagani è destinato a rimanere lettera morta? No ovviamente, ma la sua entrata in vigore non ha marcato una netta divisione tra tv ammesse e tv bocciate, quanto piuttosto un più articolato scenario. Eccolo. I buoni. Sul podio delle tv buone e benedette dal ministero, sono attualmente salite nove emittenti nazionali (tre reti Rai, tre Fininvest, Rete A, Telemontecarlo, Videomusic) e, sia pur un gradino più in basso, anche 800 tv locali con facoltà di trasmettere in zone ben definite. Gli aspiranti buoni. Nell'empireo degli eletti c'è ancora posto. Bisogna infatti definire una norma per le pay-tv, cioè le televisio- ni a pagamento. La cosa sarà risolta entro febbraio '93 e darà pieno riconoscimento alle tre «telepiù». Sempre entro febbraio ci sono circa 500 emittenti radiofoniche che attendono un verdetto sulla loro sorte. I cattivi. Il ministero si è trovato di fronte circa milleseicento domande di tv che chiedevano di essere legittimate, ne ha fatte fuori la metà. Da oggi dunque ci sono circa 800 televisioni locali per le quali è stato emesso un verdetto di condanna capitale: devono chiudere. Anzi, dovrebbero. Per il momento restano in una sorta di limbo dell'etere. E che fanno? Qualcuna ha abbassato il capo all'ingiunzione ministeriale: tra queste, oltre alla tv nazionale Retemia, l'emittente pugliese Teledaunia. Altre ancora si sono raccolte in associazione per difendere i loro interessi, ed è così sorto a Ceglie Messapica (Brindisi) il «Comitato nazionale delle televisioni in lotta», ne fanno parte tra l'altro le associzioni «terzo Polo» e «Anti», i network «Elefante tv» e «Rete Capri». Il Comitato si riunirà nuovamente giovedì prossimo a Bologna e definirà una strategia. Ieri intanto il segretario di Terzo Polo, Giulio Cesare Rattazzi, ha attaccato l'ex ministro Vizzini: «La guerra che Vizzini con estenuante monotonia fa alla mafia attraverso proclami verbali o battute apocalittiche - ha detto Rattazzi - sarebbe più credibile se fornisse l'elenco delle emittenti escluse dalle graduatorie perchè in odore di mafia. Viste le graduatorie sembrerebbe quasi che l'elenco, se esiste, sia stato utilizzato in senso opposto». Le carte bollate. Il ministro Pagani non sa che la via per l'oscuramento delle tv è un calvario lastricato di carte bollate. Le tv «ribelli» infatti possono fare ricorso ai Tar, i quali notoriamente sono generosi, e una «sospensione» dall'obbligo di oscuramento non gliela vorranno negare. Il ministero a quel punto ricorrerà al Consiglio di Stato e, se otterrà ragione, solo dopo potrà far scendere il sipario sulla fronda delle tv. Ma le battaglie legali, si sa, sono lunghe e nel frattempo le trasmissioni continueranno per la delizia degli afìcionados. Giochi di Palazzo. Nell'ultimo week-end i paladini politici delle tv «respinte» hanno alzato la loro protesta: Pierferdinando Casini, Antonio Patuelli, Rifondazione comunista sono scesi in campo. Ieri i verdi del Lazio hanno espresso la loro solidarietà alle tv romane in odore di oscuramento. Oggi Pagani parteciperà al Consiglio dei ministri e non potrà sottrarsi a qualche punzecchiatura sulla questione emittenza. Il 1° settembre lo stesso ministro dovrà riferire alla commissione Lavori Pubblici del Senato. Ciò che è fatto è fatto, beninteso, ma anche questo fervore di iniziative politiche è una carta che le irriducibili dell'etere vogliono giocarsi. Telecomando. Concludiamo con una parola di conforto per teleutenti, teledipendenti e televisionari: continuate pure a fare «zapping» da un canale all'altro, li troverete ancora tutti, per molto tempo e a tutte le ore. L'età dell'oscuramento è di là da venire. Raffaello Ma sci

Persone citate: Antonio Patuelli, Cesare Rattazzi, Pierferdinando Casini, Rattazzi, Vizzini

Luoghi citati: Bologna, Brindisi, Capri, Ceglie Messapica, Lazio, Roma, Terzo, Vizzini