«Lo scontro è dentro la Chiesa» di Pierluigi Battista

«Lo scontro è dentro la Chiesa» Al meeting di Rimini il cardinale di Rio de Janeiro si schiera con i ciellini «Lo scontro è dentro la Chiesa» Monsignor Sales: il magistero è minato dall'interno Venerdì arriva De Mita, ma intanto rispunta Andreotti RIMIMI DAL NOSTRO INVIATO E se la «Cernobil spirituale» che contamina e devasta il mondo moderno diffondesse le sue radiazioni letali fin dentro la fortezza della Chiesa? Il cardinale Joseph Ratzinger, arcigno custode dell'ortodossia cattolica, aveva indicato don Giussani e i suoi discepoli di CI come preziosi alleati nella battaglia contro un Nemico insidioso e subdolo. Ma ieri il Meeting che raduna il popolo ciellino ha ascoltato le parole che cercava da un altro cardinale, l'arcivescovo di Rio de Janeiro Eugenio de Araujo Sales, che ha dato pubblica testimonianza di una lotta feroce che si svolgerebbe nel recinto di Santa Romana Chiesa: «Le difficoltà maggiori per conservare la natura della Chiesa non vengono da fuori, ma proprio dal suo interno». «Vedete che non è una nostra ossessione?», dicono gli organizzatori ciellini. Che il mondo cattolico sia oramai il teatro di una dura battaglia tra chi vorrebbe annacquare l'identità cristiana scendendo a patti con la modernità e chi teme che in questo modo si rischi di indebolire la presenza della Chiesa, questo è un chiodo che con tenacia militante i ciellini battono da tempo. Ed ecco giungere a Rimini la conferma autorevole di un cardinale brasiliano che sferza quanti «all'interno della Chiesa mancano di coerenza nel seguire le indicazioni nel Magistero». I ciellini lo chiamano icasticamente «pensiero piduista nella Chiesa». Il cardinale Sales la descrive come una colpevole azione volta a «ridurre l'identità della Chiesa a quello che ognuno pensa, che immagina, che desidera». Nell'una e nell'altra accezione si tratterebbe comunque di un'iniezione venefica di «relativismo» nel cuore stesso dell'istituzione ecclesiastica. Un attentato all'integrità della Chiesa, che solo forze occulte impegnate a danneggiarne l'opera possono mettere in atto impunemente. Per esempio in combutta con la Massoneria, insistono a Rimini. Un delirio paranoico quello di chi denuncia infiltrazioni massoniche in Vaticano? Ecco allora, per dissipare il sospetto, quelli del Sabato elencare con puntiglio illustri precedenti: «Il cardinale Siri prima di morire ha consegnato in Vaticano un memoriale su questo scabroso tema. E il cardinale Benelli commissionò'un'indagine top secret sui prelati al di sopra di ogni sospetto». E che dire delle «ricerche del cardinale Gagnon» e «della documentazione raccolta dal cardinale Staffa»? Ora si aggiunge a Rimini il lamento del cardinale Sales. Nomi di «prelati al di sopra di ogni sospetto» coinvolti nell'intrigo massonico non se ne fanno. Per quelli di CI l'importante per ora è stabilire alleanze e trovare consacrazioni in Vaticano. E' arrivata quella di Ratzinger. Si è aggiunta quella di monsignor Angelo Sodano, segretario di Stato va- ticano. Appoggi importanti anche per più terrestri combattimenti nei campi minati della politica italiana. E' cominciato infatti il conto alla rovescia per l'appuntamento di venerdì, giorno delle trionfali accoglienze all'ex nemico Ciriaco De Mita. Ma, inaspettatamente, ecco riallungarsi l'ombra del padre-padrone ripudiato con grande clamore: Giulio Andreotti. Che i rapporti tra l'area ciellina e l'ex presidente del Consiglio non siano irrimediabilmente spezzati lo dimostrerebbe il cordiale incontro tra Andreotti e una delegazione del Movimento Popolare di Roma avvenuto la settimana scorsa - un inconsueto tè con l'ex presidente del Consiglio - all'insaputa di Sbardella. Troppo tardivo per evitare l'assenza di Andreotti dal Meeting. E troppo sporadico per poter parlare di una grande rappacificazione. Ma l'abboccamento dimostra che il divorzio non è definitivo. Al Meeting si dice che i dissensi politici non implicano necessariamente rotture «sul piano umano». E poi non si vogliono mettere limiti agli imperscrutabili disegni della Provvidenza: «In politica non si può "mai dire mai". Se tre anni fa avessimo disatteso questa regola con De Mita, oggi saremmo qui a mangiarci la lingua». Pierluigi Battista Un tè all'insaputa di Vittorio Sbardella Così l'ex presidente del Consiglio si è riawicinato a CI Qui a fianco: Silvio Berlusconi In alto: Giulio Andreotti

Luoghi citati: Rimini, Roma