Kabul, ambasciate sotto tiro

Kabul, ambasciate sotto tiro Kabul, ambasciate sotto tiro Razzi sulla rappresentanza francese trarranno i combattimenti, e che quando le condizioni lo permetteranno verrà processato secondo il diritto internazionale. Finora le Nazioni Unite si sono rifiutate di consegnare l'ex presidente affermando di essersi impegnate a garantirgli un salvacondotto per lasciare l'Afghanistan in cambio delle sue dimissioni. Lo scorso aprile il governo provvisorio aveva dichiarato un'amnistia per tutti gli ex dirigenti afghani, compreso ' Najibullah, ma alcuni leader mujaheddin hanno respinto tale soluzione, chiedendo che l'ex presidente venga processato per «Crimini contro il popolo». Poche ore prima che l'edificio delle Nazioni Unite fosse colpito, gli ultimi tre funzionari stranieri dell'Onu avevano lasciato Kabul. Gli unici rappresentanti dell'Onu rimasti nella capitale, sconvolta dai combattimenti con i ribelli di Hekmatyar, sono afghani. Ma né loro, né il portavoce dell'organizzazione a New York hanno voluto commentare la richiesta del governo. Tra gli altri edifici colpiti ieri nella capitale tre ambasciate: quella di Francia, dentro la quale due impiegati afghani sono morti, quella bulgara, dove l'ambasciatore di Sofia è rimasto ferito, e quella pakistana dentro la quale sono rimasti feriti due membri della delegazio¬ KABUL. Il governo islamico dell'Afghanistan, formato da una coalizione delle fazioni mujaheddin che nell'aprile scorso hanno rovesciato il regime, ha chiesto alle Nazioni Unite di consegnargli il deposto presidente Najibullah per poterlo processare per crimini di guerra. Attualmente Najibullah, che venne insediato dai sovietici alla presidenza del Paese, è rifugiato in un edificio dell'Onu a Kabul: aveva tentato, ma senza successo, di lasciare la città il 16 aprile, mentre i mujaheddin conquistavano la capitale. Gli edifici dell'Onu godono dell'immunità diplomatica e pertanto il governo afghano non può ordinare la cattura dell'ex presidente senza il consenso delle Nazioni Unite. Ma questo non ha impedito che ieri, durante gli scontri tra le fazioni, - le forze del governo afghano e degli integralisti di «Hezb-i-islami» - un razzo raggiungesse, senza provocare eccessivi danni, la sede delle Nazioni Unite che ospita l'ex presidente. La richiesta della consegna di Najibullah è stata presentata all'ufficio dell'Onu di Kabul, con una lettera in cui si spiega che il deposto presidente è accusato di essere il responsabile, diretto o indiretto, della fucilazione di migliaia di prigionieri politici. Nella lettera si assicura che Najibullah godrà della massima protezione, fin quando si pro¬ ne diplomatica. Davanti all'ambasciata indiana, inoltre, alcune guardie mujaheddin e diversi civili, che erano in attesa di ri cevere il visto d'ingresso in In dia, sono rimasti feriti da un or digno caduto a poca distanza dall'edificio. Lo hanno riferito testimoni che erano sul posto Anche il quartiere del bazar e la periferia sud di Kabul sono stati colpiti dai razzi sparati dalle forze di Hekmatyar. Prima dell'ultimo bombarda mento, tra le parti in conflitto, era stata raggiunta un'intesa di massima per una tregua che avrebbe dovuto consentire il completamento dell'evacuazio ne dei diplomatici e delle loro famiglie. Sulle modalità del ces sate il fuoco le posizioni si sono però rivelate inconciliabili presto si è ripreso a sparare con i mortai e le armi leggere. I particolari sulla mancata tregua sono stare rese note da fonti della massima attendibi lità a Islamabad, secondo le quali l'intesa di massima, non perfezionata, era stata raggimi ta durante un incontro tra una delegazione governativa e il lea der degli integralisti islamici. La comunità diplomatica di Kabul comprende oltre 250 per sone, 215 delle quali hanno espresso l'intenzione di partire a causa della guerra civile che nelle ultime due settimane avrebbe provocato 1800 mor ti. [Agi-Ansa

Persone citate: Hekmatyar, Najibullah