Campane a morto per il voto

Campane a morto per il voto In Libano Campane a morto per il voto BEIRUT. Malgrado le polemiche, che alla vigilia delle prime elezioni parlamentari degli ultimi 20 anni hanno spaccato il Libano lungo quelle stesse linee di demarcazione che scatenarono la guerra civile, ieri la prima fase della consultazione si è svolta regolarmente. Soltanto in tre seggi, dove alcuni incidenti avevano provocato interruzioni, la chiusura è avvenuta in ritardo. Nella mattinata, la destra cristiana, che chiede il ritiro dei siriani e che boicotta il voto, ha fatto suonare a morto le campane delle chiese. Secondo le emittenti radiofoniche cristiane, i governi di Usa, Francia e il Vaticano hanno assicurato che non riconosceranno il nuovo Parlamento, in cui ovviamente domineranno i filosiriani. Ma il governo del presidente Elias Hrawi, appoggiato da Damasco, ha insistito per tenere le elezioni a tutti i costi. Questa prima fase delle elezioni interessa il Nord e l'Est del Paese, dove i siriani hanno il grosso della loro forza: 40.000 uomini in tutto. La seconda, domenica prossima, riguarderà Beirut e le immediate vicinanze, a maggioranza cristiana e drusa. L'ultima, il 6 settembre, il Libano del Sud, e quindi anche la zona di sicurezza israeliana. Secondo dati della televisione, l'affluenza alle urne ha oscillato tra il 12 e il 30% nelle regioni a maggioranza cristiana e tra il 50 e il 70 nelle regioni a maggioranza musulmana. [Agi-Ansa]

Persone citate: Elias Hrawi

Luoghi citati: Beirut, Damasco, Francia, Libano, Usa