Antipatici al mondo per ansia di modernità di Furio Colombo
Antipatici al mondo per ansia di modernità INTANTO IN AMERICA Antipatici al mondo per ansia di modernità VNEW YORK I propongo di leggere con attenzione i due brevi testi che seguono. Il primo è del 20 novembre del 1991, è apparso a pagina 18 del «New York Times», titolo a tre colonne: «Misterioso qualcosa si avvicina alla Terra». «Non è la nave spaziale di qualche pianeta sconosciuto. Ma qualcosa si sta avvicinando e si scontrerà con la Terra entro due settimane. Teoricamente potrebbe trattarsi di un asteroide o del frammento impazzito di un satellite. Ma gli scienziati dicono che niente del genere è mai stato visto prima». «Siamo molto tesi», ha detto il prof. Tom Gehrels, docente di scienza lunare e planetaria all'Università dell'Arizona. «Se è un oggetto naturale, non l'abbiamo mai visto. Se è artificiale, non siamo riusciti a capire di che cosa si tratta. Una cosa è certa, sta arrivando». Ecco il secondo testo, una breve e tersa dichiarazione del Centro californiano per i terremoti. E' del 28 giugno 1992, a poche ore dalle due scosse che avevano devastato un'area a Nord-Est di Los Angeles e che avevanoy gettato nel panicp la metropoli californiana. «Un secondo terremoto, di dimensioni più grandi, è previsto per la giornata di domani». Quel che è successo, dopo ciascuno dei due eventi annunciati, i lettori lo sanno. Nessun oggetto misterioso ha toccato la Terra, nonostante le predizioni del professore di scienza lunare dell'Arizona. E nessun terremoto «di grande intensità» si è verificato nell'area di Los Angeles il 29 giugno, il giorno esattamente indicato nella predizione dei massimi esperti di sconvolgimenti tellurici. Dunque ci troviamo di fronte a due autorevoli previsioni a vuoto. Potrei aggiungere: due su tante, che vengono annunciate e pubblicate ogni giorno, e sottoscritte dalle più credibili firme. Mi è venuto in mente questa infelice sequenza leggendo un testo che Paul Ho^Jlander ha pubblicato sul «New York Times» del 4 luglio (la grande festa nazionale americana) per spiegare: «Perché non ci amano?». Il celebre saggista ritiene di poter spiegare nel modo che segue l'antipatia che egli sente salire dal resto del mondo verso l'America. Scrive: «Oggi noi rappresentiamo la modernità. Lo siamo perché esportiamo idee di modernità e prodotti di modernità. Entrambi sono causa di insicu- rezza e di ansia. La nostra mania di sapere, di anticipare, il nostro ottimismo accanto alla nostra instabilità sociale, generano confusione. Quanto a lungo si può tollerare una società che offre sempre meno certezze?». Hollander sta dicendo che l'America è il luogo in cui più fervidamente sopravvive un desiderio, quasi scomparso nel resto del mondo, di controllare la natura e di migliorare il mondo. Tra queste aspirazioni, che fanno parte della grande promessa agli immigrati, che hanno prodotto ambizione, mobilità, successo e tensione, c'è quella di prevenire il disordine, di sapere prima del tempo come si comporteranno le forze della natura. Ma la modernità può apparire un peso sgradito in un mondo gravato di ansie. E' una interpretazione curiosa di molti sentimenti anti-americani che si stanno levando nel mondo. Si tratta di decidere, suggerisce Hollander, se voghamo il contributo «moderno» americano, con il suo margine di errori. O se è meglio non sapere. Furio Colombo
Persone citate: Hollander, Tom Gehrels
Luoghi citati: America, Arizona, Los Angeles
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