Suini bandiera gialla sugli allevamenti

Suini, bandiera gialla sugli allevamenti Divampa il «virus vescicolare», cordoni sanitari attorno alle zone del contagio Suini, bandiera gialla sugli allevamenti Oltre 14.000 capi abbattuti in Emilia e Toscana MODENA. Bandiera gialla sugli MODENA. Bandiera gialla sugli allevamenti di suini in Emilia e Toscana. La malattia vescicolare, una pericolosa forma virale assai simile all'afta epizootica, è compai'sa, nei giorni scorsi, in provincia di Modena, un'area dove la concentrazione di allevamenti suinicoli è una delle più alte d'Italia. Oltre 8000 capi sono stati abbattuti, nei comuni di Castelnuovo Rangone, Spilamberto e Castelvetro. Attorno alla zona infetta è stato inoltre istituito un cordone sanitario. Questi nuovi episodi dell'infezione sembrano collegati a tre focolai manifestatisi la scorsa settimana a Montepulciano (Siena) e che hanno comportato l'abbattimento di 6000 animali. Infatti, secondo le prime ricostruzioni epidemiologiche, suini con la malattia in incubazione sarebbero giunti in Emilia dalle porcilaie toscane, gestite da una grossa società molto attiva nel commercio di ibridi e di scrofe da allevamento. Per questo i servizi veterinari stanno ora affannosamente ricostruendo tutti i movimenti di | animali provenienti dalla Tosca- i i a e a n e a l e i i animali provenienti dalla Tosca na. Innanzitutto viene posta sotto sequestro cautelativo ogni azienda che ha introdotto animali sospetti: da Montepulciano sono state spedite, immmediatamente prima della denuncia ufficiale di malattia, ben 57 partite di suini, di cui due anche verso il Piemonte. I veterinari delle Usi eseguono quindi, sui capi introdotti, prelievi sierologici per la ricerca di anticorpi che possano svelare la presenza del virus. «Questi controlli a tappeto sono l'unico strumento per stroncare sul nascere un'epizoozia che potrebbe dilagare creando gravissime difficoltà al nostro comparto suinicolo», afferma Romano Marabelli, direttore generale dei Servizi Veterinari del ministero della Sanità. La malattia vescicolare, sostenuta da un enterovirus, provoca lesioni che ricordano quelle dell'afta. Anche se di solito si risolve con un'evoluzione benigna è tuttavia una delle malattie che i servizi veterinari di tutto il mondo controllano con maggior attenzione perché si diffonde con estrema rapidità. con estrema rapidità. Si propaga per contatto, diretto ed indiretto, e per via alimentare. Il virus è dotato di buona resistenza e può sopravvivere a lungo nell'ambiente. La malattia vescicolare non si trasmette all'uomo né direttamente né tramite alimenti e, pertanto, non c'è alcun rischio sanitario per gli allevatori e per i consumatori. La profilassi si basa sulla bonifica termica dei residui di alimenti di origine animale e sullo stretto controllo della commercializzazione, integrato da esami di laboratorio a campione. Secondo l'attuale legislazione sanitaria tutti gli animali infetti o sospetti di infezione devono essere abbattuti e distrutti ma gli allevatori che hanno denunciato la malattia sono totalmente risarciti entro 60 giorni. La rigidità delle norme e le preoccupazioni dei veterinari appaiono giustificate, oltre che dall'infezione in sé, dal fatto che la malattia vescicolare è distinguibile dall'afta solo mediante esami di laboratorio. Se il morbo si diffondesse il | nostro sistema zootecnico nostro sistema zootecnico sarebbe bersagliato da continui allarmi con conseguenti, dure restrizioni al commercio. Sarebbe un vero disastro per la suinicoltura che, con prezzi di mercato relativamente validi, corroborati da un export che sfiora i 400 miliardi l'anno, è l'unico settore che finora è riuscito a sfuggire alla grave crisi della zootecnia. Il problema della malattia vescicolare non è comunque solo italiano: dopo i primi casi emiliani di giugno si era avanzato il sospetto che l'infezione potesse essere stata introdotta dall'estero. Ed infatti l'Olanda, uno dei nostri principali fornitori di animali, ha già denunciato la presenza del virus nel suo territorio nazionale. «Episodi isolati di infezione possono succedere in ogni Paese - conclude Marabelli - ma sarebbe inaccettabile che il virus persistesse per anni, com'è successo nel recente passato per l'afta epizootica, penalizzandoci economicamente e screditandoci a livello internazionale». Mario Valpreda

Persone citate: Marabelli, Mario Valpreda, Romano Marabelli