Chiuso per ferie, anzi per fine

Chiuso per ferie, anzi per fine Al rientro dalle vacanze molti negozi non riapriranno, uccisi dai supermarket Chiuso per ferie, anzi per fine I commercianti di generi alimentari ipiù colpitiLAscom: resistono a caro prezzo ipiccolissimi «Chiuso per impossibilità di tirare avanti»: nella marea estiva delle serrande abbassate, molti negozi, fatte coincidere le ferie con D ritiro definitivo, non riapriranno più. E tanti altri, rimasti in servizio anche in agosto per smaltire le scorte di magazzino, abbasseranno per sempre la serranda entro l'anno. E' un altro sintomo della città che cambia, particolarmente vistoso quest'estate. Dicono all'assessorato al Commercio: «Anche se la cifra definitiva degli attuali abbandoni potrà rilevarsi solo alla fine di dicembre, si tratta di un fenomeno che, iniziato da circa un lustro, continua da allora a ripresentarsi con la medesima intensità. Tra i più colpiti i negozi di prodotti alimentari, che stentano maggiormente ad affrontare le esigenze dei tempi nuovi». E'così che i 16.582 esercizi torinesi del gennaio '91 sono scesi a 16.390 (tra cui ima minoranza di 4727 alimentari) entro la fine dello stesso anno, causa una chiusura che ha coinvolto 276 negozi alimentari (contro i 256 del '90) e 264 di altri generi (contro i 245 dell'anno precedente). Ne deriva una percentuale che lascia prevedere una nuova impennata in negativo per il dettaglio tradizionale, oggi spinto ai margini da una grande distribuzione sempre più incalzante. Tra gli ultimi dati: le sessantacinque domande per nuove aperture in Piemonte di maxicentri commerciali attualmente giacenti in Regione, tra cui 23 già in fase istruttoria e cioè in attesa del vaglio definitivo da parte delle Commissione competente. Cinque inoltre le domande localizzate alla prima cintura torinese, (comprese due in Torino), che voci ufficiose ma fondate assicurano «per ampliamenti molto grandi, sino a 12-13 mila metri di superficie complessiva». Impossibile saperne di più, prima che la Commissione Regionale si riunisca il 10 settembre per riequilibrare ed aggiornare, (a partire dai nuovi vincoli di «compatibilità urbanistica» sanciti dalla legge 56), le indicazioni programmatiche sulla grande distribuzione. Si limitano a commentare i funzionari: «Per il piccolo commercio questa concorrenza non implica una disfatta ma giustifica comunque forti tensioni. A soffrirne di più, paradossalmente, non sono le botteghe marginali ma i negozi alimentari più aggiornati e meglio organizzati, con due o tre dipendenti, che stentano ormai a bilanciare le spese con i profitti. I più piccoli, al contrario, riescono a tirare avanti semplicemente perché si autosfruttano». E' una difesa d'ufficio che il presidente dell'Ascom Ottavio Guala condivide in pieno. Conferma: «Si tratta di negozietti a conduzione familiare capaci, con grossi costi umani, di galleggiare in qualsiasi tempesta. Una realtà che sta scomparendo a Torino ma che è ancora avvertibile nei paesi minori, dove sopravvivono botteghe gestite da coniugi che resistono alla meno peggio finché non si ritirano per questioni d'età. Gente che guadagna meno di qualsiasi impiegato, tant'è che i loro figli prendono strade diverse». Tra i generi più colpiti, le tradizionali drogherie che a Torino stanno diventando un'autentica rarità. Sostiene il titolare dell' «Enodolceria» di piazza Statuto, tra i pochi rimasti sulla breccia: «E' una scomparsa su cui la concorrenza dei supermercati ha inciso solo in parte. Ormai la gente viaggia, pretende novità sempre più esotiche, cerca il meglio. Finché non è stato adottata la data di scadenza dei prodotti in scatola, tanti di noi si sono salvati conservando per anni sugli scaffali le golosità più rare e meno richieste. Ora invece, se non si riesce a smerciarle nel tempo prescritto, bisogna buttarle via. E con introiti sempre più risicati e il magazzino sempre più povero, va a finire che si getta la spugna». E' negli ipermercati, adesso, che i torinesi si riforniscono di cuori di palma e salse dei tropici. Nostalgia di vecchie botteghe? Se la meritano. Però che sollievo, per i tanti rimasti a casa in questo Ferragosto, poter sguazzare almeno tra l'abbondanza di Auchan. Luisella Re Continua l'offensiva delle grandi imprese In Piemonte 65 nuove domande di apertura ! I torinesi affollano sempre di più i grandi supermercati alla ricerca di prodotti nuovi ed esotici Trascurate le piccole drogherìe che non riescono a tenere il passo sulle golosità di oltre frontiera

Persone citate: Luisella Re, Ottavio Guala

Luoghi citati: Piemonte, Torino