«Aspelli la visita fiscale» E intanto lo licenziano
«Aspelli la visita fiscale» E intanto lo licenziano Dipendente delle Poste in mutua vince la causa «Aspelli la visita fiscale» E intanto lo licenziano Un dipendente delle Poste è stato licenziato dopo aver atteso in vacanza per due mesi che gli mandassero il medico fiscale. «Non muoverti da casa - gli avevano detto dalla sede centrale - aspetta la visita fiscale». E lui aveva obbedito. Al ritorno in ufficio era stato sospeso dal servizio. Il Tar però lo ha prima reintegrato e ora ha emesso la sentenza che lo assolve definitivamente. Il protagonista di questa storia di ordinaria burocrazia è Stefano Usala, 33 anni, sardo, «operatore di servizio» all'Ufficio Pacchi Vanchiglia di via Cimarosa, trasferito a Cagliari. La vicenda risale al maggio '85. Usala va a trovare i famigliari a Escalapiano, in provincia di Nuoro. Ha un mese di ferie. I giorni passano in fretta, maggio vola. Deve riprendere il lavoro. L'idea di tornare al Nord non gli sorride molto e inoltre non si sente neppure troppo bene. Il medico di famiglia gli prescrive 4 giorni di malattia. Lui manda il certificato a Torino. Gli rispondono di aspettare la visita fiscale. Ma l'Usi sarda di Isili che per delega dovrebbe effettuare il controllo, non ne sa nulla. Evidentemente c'è un equivoco tra Torino e la Sardegna. In pochi giorni Usala si riprende dall'indisposizione, sarebbe in condizione di riprendere il servizio. Fedele alla consegna, attende la visita del medico. Senza il beneplacito e il certificato del sanitario Usi non può riprendere il lavoro. La visita viene fatta il 6 agosto. Il giorno dopo però da Torino arriva la doccia fredda: è sospeso dal servizio per assenza ingiustificata. Ricorre al Tar con i professori Dal Piaz e Gallo. E vince la causa. Il tribunale ha ritenuto che quell'assenza non era ingiustificata, che la colpa non è del dipendente ma delle Poste.
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