E Boniperti tende la mano di Angelo Caroli

E Boniperti tende la mano E Boniperti tende la mano Baggio: non sarà un attimo fuggente TORINO. Incredibile, Fiorentina e Juventus si cercano e si trovano. Mario e Vittorio Cecchi Gori tendono una mano a Giampiero Boniperti. La risposta dell'amministratore delegato bianconero è immediata e ovviamente positiva. Tutto succede nell'ambito del Torneo di Saint-Vincent. Gli organizzatori buttano giù un programma scrupoloso con un imperativo categorico da rispettare: non fate incontrare viola e bianconeri. Presto fatto. Ma i Cecchi Gori, padre e figlio, colgono l'occasione per far sapere a Boniperti («è simpatico, c'è pieno accordo in tutto con lui, siamo favorevoli alla rivalità ma non ci piacciono le esasperazioni, e ora l'avversario in comune da battere è il Milan») che avrebbero gradito un incontro anche sul campo e che è scoccata l'ora della distensione. La replica di Boniperti è al¬ trettanto eloquente, sfiora toni ironici ma subito diventa estremamente seria: «Se i Cecchi Gori vogliono battere il Milan comincino pure, noi siamo ben felici... Scherzi a parte, con loro c'è un rapporto consolidato di stima e di chiarezza. Sanno che siamo pronti a collaborare come sempre facciamo con tutte le persone corrette e di buon senso». Dunque, rivalità sul campo e argine alle sciocchezze commesse all'insegna della violenza. Il tam tam partito da Firenze batte in modo limpido; a leggervi meglio si decifrano spunti per gli uomini di buona volontà, affinché estendano il messaggio al pubblico, ai giocatori. Roberto Baggio, beniamino della tifoseria viola e successivamente pomo della discordia ai tempi del trasferimento alla Juventus, coglie l'attimo: «Spero che non sia fuggente, perciò mi auguro che il gesto dei Cecchi Gori, dopo essere raccolto da Boniperti, abbia un seguito e che dieci, cento, mille siano le persone di buon senso a dare una mano al calcio a fare in modo che questa operazione serenità vada in porto. Il calcio non può nutrirsi di violenza, gli esempi devono perciò moltiplicarsi. Io so che tanti la pensano come me e allora è venuto il momento che tutti lo ammettano pubblicamente». La terza voce chiamata a commentare il gesto fiorentino è quella di Trapattoni, sintonizzato con Boniperti e con Baggio non per filosofia di scuderia ma per affinità morali: «Da tempo predico che non esistono ragioni per trascendere, per cercare in una sostanza sportiva motivi esasperati. Firenze è città civile, popolata da persone argute e intelligenti, l'esempio dei Cecchi Gori è l'esplicita conferma, voglio perciò sperare che siano in tanti a seguirlo. Che poi Juve e Fiorentina siano rivali sul campo mi sembra appena logico». E intanto stasera il Trofeo Baretti offre Juventus-Csi (20,30 al Delle Alpi). Sta fuori Carrera, che non è al meglio, gioca Julio Cesar che evita il dispiacere di non esserci «la sera del primo saluto ai nostri tifosi». Trapattoni rilancia Casiraghi con Baggio, Platt e Vialli. In tribuna Moeller. E in difesa, con il rientro di Kohler, ci sarà la conferma di Torricelli. Vialli si presenta, barba lunga, espressione concentrata. Sembra dire: scusate il ritardo. «In effetti non sono al massimo della condizione ma lo sarò presto. Non sono preoccupato, il campionato comincia il 6 settembre c il test con la Csi non cambia i miei programmi. E non è vero che finora ho pensato più alla squadra che a me stesso, nel calcio non esistono santi che si fanno crocifiggere. Io lavoro per il bene del collettivo, raccogliere frutti personali è una conseguenza. E' ovvio che l'obiettivo è soddisfare le esigenze del tecnico e i desideri dei compagni». Angelo Caroli

Luoghi citati: Firenze, Saint-vincent, Torino