Il consorzio del porto boccia i «camalli»
Il consorzio del porto boccia i «camalli» La Sinport (Gruppo Fiat) può operare nello scalo di Voltri impiegando personale proprio Il consorzio del porto boccia i «camalli» «L'attività Vte non è in contrasto con il codice di navigazione» GENOVA. Le operazioni svolte dalla Voltri Terminal Europa spa nel nuovo scalo di Voltri non rientrano nella riserva di lavoro portuale sancita dall'art. 110 del codice della navigazione. Pertanto, nello scalo di Voltri la Vte può operare con personale proprio. La risposta del Consorzio autonomo del Porto alla richiesta della Vte non si è fatta attendere e ha liberato il campo da ogni residuo dubbio sulle modalità delle operazioni portuali nel nuovo scalo di Voltri. La portauthority ha infatti ribadito il diritto della Voltri Terminal Europa della Sinport (Gruppo Fiat) ad operare sulla base della concessione ricevuta, vale a dire in regime di libera impresa. Ieri il vicepresidente del Consorzio autonomo del Porto, Renato Ferrara, ha chiesto con una nota alla Vte di continuare a prestare il lavoro portuale, «direttamente ed in condizioni di sicurezza». Dove quel «direttamente» autorizza l'impiego del personale del consorzio Vte nelle operazioni portuali. Il Consorzio autonomo del Porto ha diffuso nel pomeriggio di ieri un breve comunicato in cui rilegge gli ultimi episodi della controversa questione portuale, partendo proprio dall'ordinanza del pretore Isabella Silva del 12 agosto scorso, provocata dal ricorso della Culmv. Il ricorso era stato presentato in merito alla validità dell'art. 110 del codice della navigazione. Per la Culmv poteva rivelarsi un'abile contromossa, all'indomani dell'intervento della Cee presso il Governo affinché la normativa italiana fosse uniformata a quella europea, ma anche un'arma a doppio taglio. E così è stato. La pronuncia pretorile non verteva sulla fattispecie del lavoro nello scalo di Voltri. Ciò ha consentito al Cap di richiamare quella stessa ordinanza per escludere il ricorso alla riserva del lavoro portuale a Voltri. «Il Consorzio ha considerato il ciclo operativo svolto dalla Vte - afferma il comunicato - e riconducibile ad operazioni portuali di cui alla ordinanza pretorile del 12 agosto e ha tenuto conto della elaborazione giurisprudenziale e normativa intervenuta nel corso degli anni, che ha autorevolmente escluso che tali attività possano essere comprese nella cosiddetta riserva di lavoro portuale». La Culmv ha messo a segno un clamoroso autogol, anche se è facile immaginare che neppure questa volta Paride Batini ed i suoi camalli si daranno per vinti. Sconfessando la validità dell'accordo sindacale sull'autonomia operativa nell'ambito dello scalo di Voltri prima e con l'iniziativa giudiziale subito dopo, ha creato i presupposti per riaffermare i diritti di Vte. Le operazioni che si svolgono nello scalo di Voltri sono essenzialmente nautiche oppure di movimentazione tramite mezzi meccanici. La tipologia dell'attività dunque non rientra in quelle previste dall'art. 110 del codice della navigazione. Questo è il primo punto a favore della Vte. Il Consorzio autonomo del porto ha poi sottolineato l'importanza della giurisprudenza consolidata ed uniforme in materia, che nel corso degli anni ha già escluso le attività non strettamente manuali dal novero di quelle per cui si ricorre alla riserva di lavoro della compagnia portuale. Da lunedì prossimo, in cui è atteso nel porto di Voltri il traghetto «Vialigure» della società Vianiare, che ha inaugurato con successo proprio dallo scalo genovese il servizio di cabotaggio, si volta pagana. Paola Cavaliere <T"\
Persone citate: Isabella Silva, Paola Cavaliere, Paride Batini, Renato Ferrara
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