Mio caro amico intimo: firmato, Rudy

Mio caro amico intimo: firmato, Rudy Il 23 agosto di 66 anni fa moriva misteriosamente Valentino, ecco alcuni suoi scritti adolescenziali Mio caro amico intimo: firmato, Rudy La sua città lo ricorda con un Festival TARANTO. Le uniche tracce del «grande Rudy» sono un monumento, una sala cinematografica che ha preso il suo nome e una lapide sulla casa in cui nacque e visse prima di emigrare in America. E' quanto resta a Castellaneta, cittadina che nel 1895 gli diede i natali, di Rodolfo Guglielmi, il vero nome di Rodolfo Valentino, divo del cinema muto che nel 1917 partendo da un angolo desolato del Sud riuscì a conquistare Hollywood e morì a New York, nove anni, dopo per un attacco di peritonite. Cinquanta chilometri da Taranto, paese dedito prevalentemente all'agricoltura, Castellaneta in questi giorni ricorda Rodolfo Valentino proponendo per la seconda volta il «Valentino Festival», rassegna che prevede una mostra fotografica e il concorso «Nuovo Cinema Italiano», riservato a giovani registi. Il festival verrà ripetuto ogni anno almeno fino al 1995, anno in cui verrà celebrato il centenario della nascita del protagonista di «Sangue e arena» e di «Il figlio dello sceicco». La seconda edizione si è aperta ieri e si concluderà domani con un gala nella piazza del paese. Nella serata inaugurale al cinema Valentino, è stato proiettato il film che si è aggiudicato il premio nella prima edizione, «Odóre di pioggia» di Nico Cirasola, regista di Gra- vina di Puglia (Bari) che ha portato sul set, nel ruolo di un barbiere di provincia, Renzo Arbore. Stasera sarà invece proiettato il film vincitore di questa edizione, «L'amico arabo», di Carmine Fornari. Domani si chiude in piazza con l'orchestra e la consegna dei premi. A questo secondo festival aveva fatto da prologo il 6 maggio, data di nascita di Rodolfo Valentino, il dramma «Valentino my love» opera teatrale messa in scena dall'attore costumista Leo Pantaleo, autore anche di una ricerca storica e di una meticolosa raccolta di cimeli del divo, 300 fotografie, le biografie pubblicate dopo la sua morte, scatole di sigarette con la sua immagine: tutto materiale esposto durante il festival dello scorso anno. Un patrimonio che Pantaleo custodisce ed arricchisce ogni giorno: «Ci ho lavorato cinque anni, mi piacerebbe aprire un museo. Quanto al teatro, conto di portare in tutta Italia "Valentino my love" fino al 1995 affidandone l'interpretazione ad attori molto conosciuti. Penso a Valeria Moriconi, ruolo di Natascia Rambova, moglie di Valentino. Dopo averlo celebrato come divo, è ora di raccontare Valentino come uomo, un uomo che morì solo e disperato». Tonio Atti no In una lettera le prove della velata omosessualità. Il mito di Hollywood voleva diventare perito agrario Rodolfo Valentino nel film «Il figlio dello sceicco» e a destra in una foto d'epoca. Sotto: la lettera scritta all'amico Alberto

Persone citate: Carmine Fornari, Leo Pantaleo, Nico Cirasola, Renzo Arbore, Rodolfo Guglielmi, Rodolfo Valentino, Valeria Moriconi

Luoghi citati: America, Bari, Castellaneta, Hollywood, Italia, New York, Puglia, Taranto