Si scava in Virginia cercando Bacone

Si scava in Virginia cercando Bacone Una bizzarra setta ha ottenuto il via alla ricerca dopo 60 anni di insistenze Si scava in Virginia cercando Bacone Nella tomba del filosofo il segreto della felicità? M LONDRA ISTICISMO, occultismo, alchimia, un pizzico di filosofia utopica e un'ombra di ricerca storica. Con questi ingredienti si possono ottenere prodotti, a dir poco, bizzarri. Come l'idea che sir Francis Bacon (Francesco Bacone) sarebbe sepolto nella cripta interrata di una chiesa americana di Williamsburg, in Virginia. Insieme con i resti mortali del gentiluomo elisabettiano si troverebbero anche altri preziosissimi oggetti: tra gli altri la prima edizione della Bibbia di Giacomo I, e soprattutto uno scritto autografo di Bacone che contiene la ricetta dell'«eterna felicità». Il filosofo stesso avrebbe dato istruzioni per seppellire l'esoterico documento proprio in quel luogo. Riporta la notizia il Times di Londra, che la condisce con una buona dose di scetticismo. L'ipotesi di una sepoltura americana di Bacon è avanzata dalla setta californiana dei Veritat, vicina al movimento della New Age. Alla libreria Watkins di Londra, fondata cent'anni fa e santuario dell'editoria mistico-contemplativa della capitale, confermano che Bacone è uno dei filosofi occidentali «riscoperti» dalla New Age, per il suo interesse magico a cavallo fra alchimia e scienza moderna, ma non si spingono oltre. Per i Veritat, invece, Bacone è una figura poliedrica e ricca di sorprese. Politico, letterato, filosofo, ma non solo. Per loro l'ex consigliere di Elisabetta I e poi cancelliere di Giacomo I sarebbe addirittura il figlio naturale della grande sovrana inglese. E sotto la chiesa di Williamsburg ci sarebbero le prove. Ma non è finita qui. Molti considerano Bacone e i suoi Saggi come il primo vero classico della prosa letteraria inglese, capolavoro di incisività stilistica e di chiarezza espositiva. Ovvio, dicono i Veritat: per loro Francesco Bacone altri non sarebbe se non William Shakespeare. 0 per meglio dire, William Shakespeare sarebbe soltanto un «nom de piume». A riprova, e la faccenda si fa sempre più ingarbugliata, sono proprio le opere di Shakespeare a contenere le prove del viaggio nel Nuovo Mondo di Bacone. In questo caso, l'ipotesi deriva da studi condotti alla fine degli Anni Trenta da una pensatrice mistica cristiana, Marie Bauer Hall, che i Veritat si sono prontamente appropriata: un'altra tessera del mosaico Bacone. Per dimostrare tutto ciò, gli scavi nella cripta della Virginia sono essenziali. Fin dagli Anni Trenta i Veritat, che non sono affatto un prodotto della nuo¬ va ondata New Age un poco yuppy degli ultimi dieci anni, hanno tempestato le autorità ecclesiastiche locali per ottenere il permesso di effettuare gli scavi. E dopo cinquant'anni di assedio la parrocchia della chiesa di Williamsburg, stufa di dover scacciare nottetempo gruppi di mistici «new ager» che si improvvisano tombaroli e lasciano antiestetiche buche nel praticello del cimitero annesso al tempio, ha deciso di affidare gli scavi a un gruppo di archeologi professionisti. Se anche una sola delle ipotesi affacciata dai Veritat si rivelasse fondata, ci troveremmo di fronte a una caverna di Ali Babà. Sì, perché secondo loro la cripta contiene anche: la copia originale della Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti, quella della Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo, e i gioielli della Corona, finora creduti perduti, della regina Elisabetta I. Il tutto, aggiunto alla ricetta dell'eterna felicità, renderebbe senz'altro radiosi sia i Veritat, sia i parrocchiani di Williamsburg e gli archeologi di turno. Ma questi pensano di trovare soltanto le fondamenta di un preesistente edificio religioso, risalente al 1683. Cinquantasette anni dopo la morte di Francesco Bacone. Marina G. Goldsmith Sir Francis Bacon: i californiani «Veritat» sostengono che era figlio di Elisabetta I e che fu lui a scrivere i drammi di Shakespeare

Luoghi citati: Londra, Stati Uniti, Virginia