Belice, l'Enel ordina il black-out di Maurizio Tropeano

Belice, l'Enel ordina il black-out Dal 1991 è scaduto il decreto di esenzione dal pagamento delle bollette Belice, l'Enel ordina il black-out Lente vanta un credito di 3 miliardi Saranno bloccati 1200 collegamenti PALERMO. Ritorno al secolo XIX. Per cinquemila abitanti del Belice si prospetta il passaggio dalle «comodità» delle baracche prefabbricate simbolo della modernità del XX secolo al modo di vivere dei loro avi. Certo non si torna alle capanne o alle case di pietra ma si riscopre l'illuminazione al lume di candela. L'Enel ha infatti deciso di sospendere l'erogazione dell'energia elettrica ai terremotati della valle del Belice. Il motivo? Semplice, l'azienda elettrica nazionale vanta da un anno e mezzo un credito di circa tre miliardi di lire. Così alle soglie del secondo millennio i terremotati che ancora vivono nelle baracche - chi per necessità e tanti invece per scelta - dovranno fare a meno di televisione, frigoriferi, cucine e di tutti gli elettrodomestici alimentati dalla corrente elettrica. Un credito maturato dopo la decisione del governo di non prorogare l'esenzione dai pagamenti delle bollette concessa ai terremotati. La mora decorre dall' 1 gennaio dell'anno scorso, giorno in cui entrava in vigore il provvedimento del governo. Fino ad oggi l'azienda ha continuato ad erogare praticamente gratis l'elettricità elettrica. Sì, perché nessuno ha pagato le bollette. Così sono scattati i provvedimenti di sospensione dell'energia elettrica con gli inevitabili disagi per la popolazione. In totale si dovranno tagliare 1200 utenze. Il lavoro di «potatura» è già iniziato sotto la vigilanza dei carabinieri che, per timore delle reazioni dei terremotati, scortano i tecnici dell'azienda elettrica. Le prime forniture so np state interrotte l'altro ieri a Santa Ninfa e Partanna nel Trapanese. Lunedì toccherà a quelle di Menfi e Santa Margherita Belice nell'Agrigentino e nei giorni successivi verrà il turno dei terremotati di altri paesi della valle. E adesso si cerca di correre ai ripari. Chi dovrà pagare il debito con l'Enel? Come alleviare i disagi della popolazione? I sindaci di Partanna e Santa Ninfa sono andati in Prefettura a Trapani per illustrare al prefetto Andrea Gentile la gravità della situazione, sostenendo che i baraccati non hanno avuto la possibilità di ricostruirsi case e botteghe anche a causa di varie inadempienze e di ritardi dello Stato. Un gioco delle parti che si ripete da ventiquattro anni. Era il 15 gennaio del 1968 quando il sisma distrusse o danneggiò gravemente quindici paesi delle valle compresi tra le province di Palermo, Agrigento e Tra¬ pani. Le vittime furono più di quattrocento, moltissimi i feriti, ingenti i danni materiali. Da allora è iniziata l'opera di ricostruzione o meglio una storia incredibile di finanziamenti, lentezze burocratiche, proteste, truffe e lavori incompiuti. In due decenni sono arrivati 2 mila e seicento miliardi di lire, ma ancora oggi solo a Santa Margherita Belice ci sono 3 mila persone che vivono nelle baracche. E la storia continua. Puntuale il fantasma del Belice compare. Questa volta è toccato all'energia elettrica. Un mese fa ci fu la rivolta di sedici parlamentari democristiani che minacciarono di non votare la fiducia al nascente governo Amato colpevole di voler congelare 200 miliardi che la Finanziaria aveva destinato ai terremotati e baraccati più vecchi d'Italia. Maurizio Tropeano Cinquemila baraccati al lume di candela La protesta dei sindaci Un gruppo di bambini gioca davanti ad una baracca (foto grande), a Fianco il presidente dell'Enel, Viezzoli

Persone citate: Andrea Gentile, Semplice, Viezzoli

Luoghi citati: Agrigento, Italia, Menfi, Palermo, Partanna, Santa Ninfa