«Quando scoprì le foto, mamma mi picchiò»

«Quando scoprì le foto, mamma mi picchiò» Soon-Yì visse giornate d'inferno prima di andarsene di casa su consiglio di uno psichiatra «Quando scoprì le foto, mamma mi picchiò» La figlia-amante di Woody all'attacco della Farrow NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Soon-Yi va all'attacco: «Mia Farrow mi ha picchiato, spintonato, maltrattato». Nella guerra tra Alien e la Farrow scende in campo la terza protagonista di questa telenovela che continua ad appassionare l'America: la figlia adottiva che il regista americano ha scelto come nuovo amore, rompendo l'unione che da undici anni la legava alla Farrow. E già qualche giornale annuncia nozze prossime tra la nuova coppia. Giovedì intanto i due innamorati si sono concessi un «tète-àtète». La ragazza è arrivata da Woody alle 13,30. Insieme hanno passato il pomeriggio, poi, alle 20,30, hanno tentato di andare a cena da Elaine's, il ristorante preferito di Alien. All'uscita del palazzo il regista è salito su una Sedan, e dopo una mezz'ora la ragazza lo ha seguito in taxi, ma i troppi fotografi, in attesa da ore e pronti alla caccia, hanno convinto i due a lasciar perdere. Sono rientrati entrambi nella Penthouse di Fifth Avenue, e di lì a poco l'autista è tornato con quattro scatole di pizza. E pensare che quella bambina che oggi Alien definisce «donna matura e intelligente, artista di talento», anni fa non riusciva proprio a sopportarlo. Lo rivela il «New York Post» che ha sentito un'insegnante della Marymount School, dove frequentò le elementari. «L'odiava per davvero. Ne parlava in classe con le compagne e con me personalmente. Lo giudicava triste: nella loro famiglia allegra, lo vedeva come un estraneo». La maestra, ora in pensione, ricorda pure una riunione dei genitori, che la Farrow seguì in jeans e maglietta. «Al termine Soon-Yi osservò: vede come si veste mia madre? E' così bella nel film "Il grande Gatsby", ma è a causa di Woody Alien che porta quei vestiti». Mia Farrow, intanto, conferma al quotidiano «New York Post» d'aver finalmente parlato al telefono con Soon-Yi, mercoledì sera: «Le ho detto che ho pregato affinché prendesse decisioni sagge, e che qualsiasi cosa decida, l'amo ancora tanto, l'amerò sempre. Non dò la colpa a lei. Anche Dylan e Satchel le hanno parlato. Lei pure m'ha detto che mi ama». S'è poi rifiutata di discutere altri argomenti. Gli amici di Woody sono letteralmente furiosi con la Farrow, dicono che «tratta i figli adottivi come servi», e diffondono voci di maltrattamenti nei confronti di Soon-Yi. Una volta scoperte le Polaroid «nude», sarebbe stata picchiata, con le mani, una sedia, uno stivale. Mia l'avrebbe sommersa di insulti, chiusa in stanza per diversi giorni e svegliata di notte, con frasi del tipo: «Guarda cosa m'hai combinato... Com'è potuto succedere?». Fu allora che, su suggerimento di uno psichiatra, Soon-Yi lasciò casa. L'attrice si rifiutò poi di pagare la retta universitaria (attualmente ci pensa Alien), can- celiò il nome dal suo testamento, tagliuzzò tutti i suoi vestiti, lasciandoli a brandelli sul pavimento, graffiò il volto dalle foto di gruppo, incollandoci sopra quello di Tarn, la bambina vietnamita di cinque anni, con lei dalla scorsa primavera. E, piena di rabbia, telefonava ad Alien anche alle 4 del mattino, con minacce di vario tipo, fino al suicidio, chiedeva inoltre se Soon-Yi era migliore di lei a letto. Pare abbia pure cercato, a più riprese, la riconciliazione. La produttrice cinematografica Jean Doumanian sostiene: «Durante quei 13 anni insieme, lui pagò centinaia di migliaia di dollari per vacanze, feste, regali natalizi, e per i compleanni di Mia e i figli. Fino alla settimana scorsa lei aveva una Limousine a disposizione, con tanto di autista, per recarsi in Connecticut. L'ha rifornita finanziariamente per tutto il tempo. Cosa farà lei adesso?». «L'anno scorso - rivela un altro amico di Alien - voleva adottare un ragazzo in sedia a rotelle. Così andò in Vietnam, portandosi dietro Satchel. Quando poi un dottore di New York le disse che il bambino prescelto era mentalmente ritardato, chiamò l'agenzia delle adozioni e lo rispedì indietro». Prosegue intanto l'attacco dei figli contro Alien: Moses, inagrissimo, calzoncini corti, e autorizzato dalla madre, è disponibile coi reporters davanti alla casa di campagna in Connecticut: «Alien è stato il boy-friend di mia madre per dodici anni, poi è passato con mia sorella. Come ha potuto farlo? Da quando ho scoperto che usciva con lei non lo considero più mio padre. Gente così dovrebbe essere rinchiusa. Soon-Yi non ha mai avuto un ragazzo, non lo trovava. Woody ne ha approfittato. In quanto a quelle foto le ha defini- te un grande e stupido errore. Gli dissi anche: "Faresti meglio ad andartene". Lui mi rispose: "Non mi parlare in quel modo", e minacciò poi di spaccarmi i denti. Non è né un amico, né un padre. Se otterrà la custodia di Dylan e Satchel, farò di tutto per impedirgli di avere la mia». E la diciassettenne Daisy afferma: «Penso davvero che abbia molestato Dylan. Credo sia malato, ed ha potuto farlo. Non lo perdonerò mai. Ci ha traditi». Sul fronte delle indagini per le molestie a Dylan, che sarebbero avvenute il 4 agosto nell'attico della casa in Connecticut, durante una visita di Alien ai figli, una fonte vicina all'attrice riferisce che c'è una testimone, una baby-sitter. Fu lei la prima a riferirlo alla Farrow che poi documentò la cosa intervistando la bambina su videocassetta. Letty Aronson, sorella di Alien, dice di aver parlato al telefono, col fratello, giovedì: «Desidera fortemente vedere i figli, pensa solo ai loro interessi. Teme che la Farrow glieli metta tutti contro, già Moses non gli parla più». Giuseppe Ballaris L'attrice avrebbe usato una sedia per colpire la figlia, chiusa in una stanza e insultata per giorni «Ha tagliuzzato anche i miei vestiti» Ma gli altri figli accusano il regista «Non è più un padre dovrebbe essere rinchiuso in una cella» Nella foto grande Soon-Yi. Qui sopra Mia Farrow a passeggio con Woody. Sotto l'attore in una scena del film «I dittatore dello Stato libero di Bananas» !

Luoghi citati: America, Connecticut, New York, Vietnam