«Costa? Una capra nel giardino» di Guido Tiberga

«Costa? Una capra nel giardino» Da Bolzano e Aosta dure repliche alle accuse sui finanziamenti alle Regioni «Costa? Una capra nel giardino» Il ministra: ma lavostra erba è verde grazie allo Stato ROMA «Mettendo uno come Costa a fare il ministro delle Regioni, il governo si è comportato come chi mette una capra a fare il giardiniere». L'invito del ministro liberale a ridistribuire i finanziamenti statali alle amministrazioni locali ha scatenato la protesta di Otto Saurer, vicepresidente della giunta provinciale di Bolzano. La sua accusa è un tantino ermetica, ma rende l'idea della rabbia sudtirolese. «E' un modo di dire tedesco - spiega Saurer -. Significa che il ministro non conosce i problemi di cui parla e non ha la sensibilità per capirli. Siamo al paradosso: tutta l'Europa prende ad esempio la nostra autonomia, e il ministro ci tratta come parassiti». Costa - pur ricordando che lo Stato «paga» non più di 260 mila lire per ogni abitante della Lombardia e oltre 4 milioni per ogni cittadino del Trentino Alto Adige - aveva sostenuto che il regionalismo non è soltanto una questione di soldi. «Autonomia non significa né libertà assoluta né privilegio», aveva detto, annunciando la bocciatura di una delibera della provincia di Bolzano che definiva «scuole tedesche» quelle che per legge si chiamano scuole italiane di lingua tedesca. «E' una questione linguistica dice Saurer -, ma è anche un fatto politico. Da un punto di vista formale il ministro può avere le sue ragioni, ma è una cosa tutta da discutere: in Svizzera, ad esempio, nessuno si sognerebbe di parlare di scuole svizzere di lingua tedesca o francese o italiana. Tutti dicono semplicemente: scuole tedesche, scuole francesi e scuole italiane». Contro l'appello di Costa è insorta anche la Valle d'Aosta. Prima con un'intervista al Gr2 del presidente della giunta regionale Ilario Lanivi, poi con una dichiarazione dei due parlamentari dell'Union Valdótaine, Luciano Caveri e Cesare Dujany. «La Valle d'Aosta - ha detto Lanivi - paga con soldi suoi tutti gli insegnanti, dalle materne alle superiori. Sostituisce organi come la Camera di Commercio, che altrove sono a carico delle Province. E soprattutto deve far fronte alle maggiori spese dovute alla natura del suo territorio: mantenere viva la montagna è un servizio reso a tutto il Paese». Caveri e Dujany minacciano una presa di posizione nei confronti di Amato. «Noi abbiamo votato la fiducia al governo dopo le assicurazioni del presidente del Consiglio sulla tutela delle autonomie locali - dicono -. Ora ci troviamo di fronte alle esternazioni del ministro che dicono il contrario. Vogliamo capire se Costa parla a titolo personale oppure a nome dell'esecutivo». Il ministro è in vacanza a Mondovì. «Chi si è sentito toccato nel vivo - spiega - ha reagito in questo modo così duro per difendere l'autonomia, certo, ma anche in nome di un certo egoismo. Ma la mia aspirazione non è l'Italia centralista: io vorrei uno Stato, articolato in Regioni, che sappia comportarsi come un buon padre, senza figli è figliastri. E poi ho parlato chiaramente di livellamento verso l'alto. Perché protestano? Questi signori si sono svegliati da un somio di 30 anni, e d'improvviso si ritrovano uno che dice: guardate che il vostro re è un po' nudo... Quanto alla storia della capra nel giardino - conclude -, non ho dubbi che l'erba dell'Alto Adige sia più verde di quella delle altre regioni. Il merito sarà anche delle giunte locali, ma non dimentichiamo il ricco fertilizzante che ci ha messo lo Stato». Guido Tiberga Il ministro Raffaele Costa

Persone citate: Caveri, Cesare Dujany, Dujany, Ilario Lanivi, Lanivi, Luciano Caveri, Raffaele Costa