Gilera sprint sull'onda delle corse di Cosimo Mancini

Gilera sprint sull'onda delle corse L'INCHIESTA TRA LE CASE DIMOIO CHE VINCONO L'attività sportiva come base per formare tecnici e impiegare moderne tecnologie Gilera sprint sull'onda delle corse Allo studio c'è un'ampia serie di nuovi modelli ARCORE DAL NOSTRO INVIATO Cagiva, Aprilia e adesso Gilera. Con la Casa di Arcore si conclude la nostra piccola inchiesta sull'industria motociclistica italiana, rivolta ad analizzare la fisionomia di quei nostri costruttori che si comportano in modo brillante nel mondo delle corse a due ruote e che confermano i propri successi sportivi nel settore commerciale. Fondata nel 1909 da un appassionato di motociclette, Giuseppe Gilera, l'azienda fa parte, dal 1969, del Gruppo Piaggio. Quest'anno è tornata alle competizioni conquistando una serie di eccellenti risultati, addirittura superiori a quelli previsti inizialmente. E si tenga conto che il Mondiale 1992 è stato reso particolarmente incandescente dal confronto tra l'Aprilia e il colosso giapponese Honda. Nell'attività sportiva la Casa di Arcore ha impegnato, quest'anno, dieci miliardi. Una cifra che secondo l'ingegner Lucio Masut, 45 anni, direttore tecnico del Gruppo Piaggio-Gilera, rappresenta un buon investimento. «Mediante le corse - dice Masut - si esplora la tecnologia di frontiera. Si acquisiscono nuove conoscenze che servono anche a formare i tecnici. Questa è una base per affrontare la produzione di serie, perché, nelle motociclette, c'è un riferimento esasperato ai modelli da competizione. I prototipi nati per le gare servono da ispirazione per quei modelli che saranno messi in produzione successivamente». «Le corse - aggiunge l'ingegner Masut - formano uomini che non soltanto sono specializzati nelle tecnologie dei singoli componenti della motocicletta, ma sono anche in grado di prendere decisioni rapide. Inoltre, si crea lo stimolo emozionale anche negli uomini che lavorano in tutte le fabbriche del gruppo. A Pontedera (ndr: dove si produce la Vespa), ad esempio, sono stati fatti i cilindri della nostra 250 da Gran Premio, il volano e l'impianto elettronico con la partecipazione degli specialisti del laboratorio». Prosegue Masut: «Le corse rendono necessario anche lo sviluppo delle tecnologie di disegno mediante computer e dei metodi di calcolo grazie .l'utilizzo di sistemi di elementi fini¬ ti. Queste tecniche, come dicevo, vengono poi utilizzate anche nella progettazione dei veicoli di serie». «La competizione - continua il direttore tecnico del Gruppo Piaggio - porta in azienda uno spirito di squadra, un desiderio di vincere non solo nelle corse. Si desidera vedere vincente l'azienda. Per lo scooter Sfera sono state sfruttate le conoscenze quarantennali dei nostri motori a due tempi. Abbiamo realizzato un propulsore con un ottimo rapporto peso/potenza e caratterizzato da modestissime emissioni acustiche e gassose. Il cambio ha il più grande divario tra la marcia inferiore e quella superiore: un record tra i veicoli della categoria esistenti sul mercato. Per la progettazione del telaio sono state impiegate simulazioni di stabilità. E' uno dei modelli più sicuri al mondo. L'ergonomia è stata studiata per rendere la Sfera confortevole per il cliente medio europeo». Se dal suo ritorno su pista la Gilera ha ricavato risultati lu¬ singhieri, nelle gare africane è stata eccezionale, vincendo sin dal primo anno di partecipazione la Parigi-Dakar con una motocicletta strettamente di serie. E' un modello che vanta anche un buon successo commerciale grazie alla facilità con cui si guida. «Essenzialmente - dice l'ingegner Antonie? Petrosillo, responsabile delle vendite Gilera per l'Italia - c'è stato un con-' senso d'immagine che ha avuto anche il suo effetto sulle vendite. C'è molta aspettativa intorno a questa Gilera che è tornata alle corse dopo 40 anni. Abbiamo vinto la Parigi-Le Cap nella' categoria silhouette e abbiamo' conquistato il primo posto assoluto al Rally- di Tunisia con Franco Picco in sella alla 750». E' anche una notevole affermazione dell'organizzazione capeggiata da Perini. Tutto ciò ha avuto un riflesso sulle vendite. Spiega Petrosillo: «Sono Gilera il 6% dei veicoli targati e il 10% dei cinquantini. Nei primi tre mesi abbiamo immatricolato duemila enduro. Però, ora c'è la tendenza al ritorno alle moto stradali». «Abbiamo istituito i telefoni verdi - afferma l'ingegner Petrosillo - e servizi nel post vendita per tranquillizzare il cliente per tutta la vita. Siamo in grado di fornire i pezzi di ricambio in 24 ore. Ci sono cinque dipendenti sempre disponibili solo per questo servizio». Nel frattempo si stanno pro¬ gettando motociclette completamente nuove per rinnovare l'intera gamma. «Stiamo pensando a una 650 stradale - dice Fernando Borghini, responsabile del marketing - e anche a una moto più fruibile, senza carenatura, del tipo Anni Settanta. Dal '93 andremo su altre linee. Produrremo una custom e una stradale bicilindrica di un litro. Il debutto avverrà nel '94. Monteremo questo motore sia su un'enduro che su una stradale». . Nel frattempo, per far sognare i giovanissimi, la Gilera ha messo in véndita due motociclette esteticamente identiche alle 250 da Gran Premio. Una è di 125 ce e un'altra di 50 ce, derivata dal Bullit. Cosimo Mancini Due immagini dell'attività della Gilera: a lato, la moto 250 impiegata nei Grandi Premi, sopra, lo scooter Sfera

Luoghi citati: Aprilia, Arcore, Dakar, Italia, Parigi, Pontedera, Tunisia