Il figlio del vento senza rivali

Perini perde da Mottet ma fa sorridere il citi Nella Coppa Beinocchi di ciclismo Perini perde da Mottet ma fa sorridere il citi Cerca invano la sua prima vittoria e Martini gli dà un posto ai Mondiali LEGNANO. E adesso, quanto a maglie azzurre già assegnate per il Mondiale del 6 settembre a Benidorm, siamo a quota nove. All'elenco del citi Alfredo Martini (Chiappucci, Argentin, Fondriest, Càssani, Ghirotto, Cenghialta, Chioccioli e Giovannetti, oltre a Bugno, s'intende) ieri la Coppa Bei-nocchi ha aggiunto il nome di Giancarlo Perini, lo stempiato e maturo corridore piacentino (anni 33 a dicembre) che pur essendo giunto secondo dietro Mottet (e non aver mai vinto una corsa da professionista nella sua carriera) è un po' considerato uno scudiero di ferro. Come erano Carrea e Milano per Coppi o Giovannino Corrieri per Banali, con la differenza che Perini è stato luogotenente di Visentini, Battaglin e Roche prima di esserlo di Claudio Chiappucci, il suo attuale capitano. Martini lo ha definito «stupendo», sottolinenado che «è stato fra i primi ad andare all'attacco, ha dato consistenza all'episodio centrale della corsa e si è ritrovato ancora la birra nel finale per tentare l'assolo, poi vanificato da Mottet». Perini è arrivato rialzato, nella scia del francese (al suo primo segno di resurrezione dopo le disavventure del Tour) perché si sapeva battuto in volata. Ma aveva raggiunto il ^uo scopo: la maglia azzurra, tacendo sorridere anche Chiapp" :ci. Fatto l'elogio di aerini e sottolineata l'ottima prova di Ehi, Faresin e Cenghialta, gli altri italiani (Argentin, Fondriest, lo stesso Bugno, Giovannetti e Bontempi) non hanno avuto acuti. Chioccioli addirittura si è ritirato. «Sta facendo le cose che deve fare - ha detto Martini - e se per il Mondiale non dovesse essere quello che voglio me lo dirà lui stesso, con tutta sincerità». A chi metteva in dubbio le qualità del corridore toscano nelle corse in linea, il citi ha obiettato: «Forse vi state dimenticando che ha vinto fior di gare e tappe importantissime in Giro e Tour. E va anche ricordato che al Mondiale di Chambéry era con i primi, quando è caduto». Martini ha concluso: «Sono complessivamente soddisfatto perché la gente sulla quale faccio affidamento sta andando bene. E poi la Coppa Bernocchi non aveva un percorso simile al circuito di Benidorm, almeno in senso altimetrico. Mi è stato utile, in ogni caso, vedere le reazioni fisiche al grande caldo. C'era l'occasione per andare allo scoperto, e chi non l'ha fatto non potrà lamentarsi. Solo martedì, dopo la Tre Valli Varesine, dirò il perché delle mie decisioni. C'è ancora tempo per chi intende proporsi. Ricordate l'anno scorso? Bontempi è finito in squadra in extremis». La Bernocchi, dunque, è vissuta sulle prodezze di Perini e sul guizzo vittorioso di Mottet, dopo una serie di episodi che hanno visto protagonisti Faux, Mottet, Caruso, Jolick, Tebaldi, il debuttante Piccoli, poi ancora Mottet e Perini, braccati da Jaermann, Armstrong, Hampsten, Sierra e dai tedeschi Boltz (quello del Giro) e Aldag. A 20 km dall'arrivo allungavano Sierra e Hampsten, ma il venezuelano si arrestava per un salto della catena e l'americano restava al comando per poco, perché prima Elli e poi Perini e Mottet lo superavano, dando vita all'epilogo già descritto. Domani a Lissone c'è un altro test azzurro, la Coppa Agostani, e questa volta ci sarà anche Chiappucci, che è il vincitore morale di queste «premondiali». A Leeds è spuntato Ghirotto, ieri è toccato a Perini. Magari domani tocca proprio a Chiappucci, un campione che in corsa non sa fare calcoli. Mario Brunelli Ordine d'arrivo: 1. Charles Mottet (Fra), km 208,900 in 5h20', media 39,168 km/h; 2. Giancarlo Perini a 3"; 3. Alberto Elli a 5"; 4. Sierra (Ven) st; 5. Steiger (Svi) st; 6. Faresin st; 7. Vanzella a l'39"; 8. Armstrong (Usa) st; 9. Bolts (Ger) st; 10. Hampsten (Usa) st.

Luoghi citati: Legnano, Lissone, Milano, Usa