Trapianto da primato per salvare una bimba di E. M.
Trapianto da primato per salvare una bimba Trieste, la madre dona midollo non compatibile Trapianto da primato per salvare una bimba TRIESTE. Sotto il caschetto di capelli color castano scuro non c'è il sorriso. Seduta sul lettino della clinica pediatrica dell'ospedale infantile «Burlo Garofolo» di Trieste Luciana Dell'Aquila, 4 anni, di Caserta, sembra una bambina come tante altre. Il suo nome invece rimarrà legato al trapianto di midollo non compatibile, un trapianto senza precedenti in Italia, al quale è stata sottoposta nel tentativo, l'unico possibile, di sconfiggere il suo male. Oggi contro la leucodistrofia metacromatica, una malattia rarissima di origine ereditaria (20 casi all'anno in tutto il mondo), che prima colpisce le funzioni motorie, poi quelle psichiche, non c'è altra via di scampo. In questo difficile caso l'equipe del nosocomio triestino, composta da Marino Andolina, Andrea de Manzini e Rita Giorgi, ha applicato per la prima volta una tecnica particolare, messa a punto e utilizzata di solito per i piccoli malati di leucemia acuta. A donare il midollo dal momento che Luciana non ha fratelli, è stata Elvira, la madre diciannovenne della bambina. «Il decorso post-operatorio - spiega il dottor Andolina - sta procedendo bene. Tuttavia un bilancio preciso dell'intervento, che ha due soli precedenti analoghi in Europa, sarà possibile soltanto tra qualche anno. Il tipo di trapianto che è stato compiuto è uno dei meno garantiti, ma era l'unica alternativa per evitare che le conseguenze della grave malattia riducessero la piccola a un vegetale». Già tra una decina di giorni, comunque, i medici potranno constatare se il midollo ha attecchito. Poi ci vorranno altri due o tre anni per registrare un eventuale effettivo miglioramento nelle condizioni di salute della bambina. La famigliola giunta a Trieste da Caserta rimarrà nel capoluogo giuliano per almeno sei mesi e mentre il ricovero della piccola al Burlo si protrarrà almeno fino a dicembre, il papà Luciano, 31 anni, autotrasportatore, dovrà darsi da fare per riuscire a trovare un lavoro saltuario nella città che lo ospita. Dalle casse del Comune di Tuoro di Caserta, non è piovuto neanche un soldo. «Mi ha dato una mano la gente della parrocchia - spiega Luciano - ma non basta per pensare di riuscire a sopravvivere a Trieste pagando vitto e alloggio per sei mesi», [e. m.]
Persone citate: Andolina, Andrea De Manzini, Marino Andolina, Rita Giorgi
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