Rivolo di sangue sul giallo Bisaglia di Giuliano Marchesini

Rivolo di sangue sul giallo Bisaglia Nelle tasche del prete sono stati trovati alcuni biglietti che potrebbero dare una spiegazione alle sue ossessioni Rivolo di sangue sul giallo Bisaglia Don Mario aveva una piccola ferita alla testa ROVIGO DAL NOSTRO INVIATO Suor Liliana congiunge le mani: «Se avessi visto un segno di tristezza sul suo viso, potrei anche pensare che si sia tolto la vita. Ma lui mi pareva sereno. Come posso credere che sia arrivato a un gesto estremo? Se devo giudicare da come si comportava, mi sembra un'assurdità». Suor Liliana, superiora e capo-sala al primo piano della casa di cura «Città di Rovigo», è stata l'ultima a vedere don Mario Bisaglia, il fratello del leader doroteo, la mattina di venerdì. Nel pomeriggio di martedì ha saputo che l'avevano trovato morto in uh lago del Cadore, con quei sassi in tasca. Adesso ha gli occhi lucidi, mentre finisce di rassettare la cucina nella piccola casa delle suore. E racconta con voce incrinata: «Venerdì don Mario è arrivato con un po' di anticipo, rispetto agli altri giorni. Mi ha chiesto di dire la Messa prima del solito, perché doveva prendere il treno. Non mi ha detto dove sarebbe andato: io pensavo che andasse a trovare sua sorella Elvira, che è in montagna a Lavarone». Don Mario è sparito in un baleno, come se fosse preso da una furia. «Io mi sono spostata per andare ad assistere un malato dice suor Liliana - e lui non c'era già più. L'ho aspettato il 15 agosto, il giorno della Madonna: doveva venire a celebrare la Messa, ma non s'è visto. Allora mi sono rivolta alla Casa del Clero, e loro si sono messi a cercarlo». Don Mario aveva un tarlo che ló rodeva: la morte di suo fratello, quella caduta in mare dallo yacht al largo di Portofino, quel sospetto che lo spingeva ad un'accanita indagine personale. Non ne aveva mai parlato con la superiora? «No, a me non confidava certe ccseLSoltHrtto manifestava il suo rammarico per non aver potuto vedere il coj-po di Toni. Per lui era stato un grosso dispiacere». Qualcuno dice che dòn Bisaglia, dopo le dichiarazioni rilasciate al mensile veneto sul dramma di suo fratello, fosse stato addirittura minacciata Suor Liliana spalanca le braccia: «Può anche darsi. Qui da noi è sempre stato tanto amato. Fuori, non so». Resta, in Cadore, il mistero della morte di don Mario. Ieri è stata eseguita l'autopsia, ma il sostituto procuratore della Re pubblica di Belluno, Fabio Sara cini, per il momento non ha nulla da dichiarare. «Se dicessi qualco sa, alimenterei le illazioni». Si potrà sapere qualcosa di preciso, aggiungono gli inquirenti, sol tanto quando si saranno conclu se le perizie. Ma Saracini fa presente che c'è ancora qualcosa da chiarire: «Sul fatto dobbiamo in dagare. Stiamo valutando tutte le ipotesi, si tratta anche di vedere se don Bisaglia ha incontrato qualcuno, o se è arrivato fin quassù insieme con qualcuno» Un particolare inquietante viene dal racconto di don Severino, parroco di Domegge, chiamato sul posto poco dopo il recupero del corpo di don Mario: il parroco sostiene di aver notato «una riga di sangue sulla testa». Può essersi trattato di una ferita riportata dal vecchio prete sul fondo del lago, ma è comunque un interrogativo che s'aggiunge ad altri. Il caso di don Mario sarebbe già risolto, invece, secondo una dichiarazione che viene dai cara¬ binieri di Cortina, i quali sostengono che non c'è alcun mistero nella morte del fratello di Toni Bisaglia. «Il rigido segreto istruttorio imposto dal sostituto procuratore della Repubblica di Belluno - dicono - non sottintende la volontà di celare fatti misteriosi, che non ci sono, ma solo quella di attenuare l'eccessivo interessamento della stampa a questa vicenda». Ma sul dramma di don Mario non s'è ancora saputo molto. Tra l'altro, in una delle tasche sono stati trovati dei foglietti, Cosa c'era scritto? Dicono che ci fossero soltanto dei numeri di telefono, tra i quali quello del nipote, Mario Testa. Qualcuno parla anche di «annotazioni», e nessuno per ora conferma. E' possibile che don Bisaglia abbia lasciato scritto qualcosa su quella sua ossessiva ricerca della «verità» sulla morte del fratello? Sei mesi fa, dopo che don Mario aveva fatto quelle dichiarazioni, la Procura della Repubblica di Chiavari dispose nuove indagini sulla tragica scomparsa di Toni Bisaglia, ma pare che non sia emerso alcun altro elemento. Ma don Mario ha sempre portato con sé quel suo bagaglio di sospetti. Nella Casa di cura «Città di Rovigo», dove don Bisaglia è stato per tanti anni cappellano, è rimasto un gran vuoto. «Abbiamo perduto una brava persona - dice uno degli amministratori, Rino Fogagnolo -. E non sappiamo cosa pensare, come orientarci. E' stato un suicidio o no? Certo, don Mario ha attraversato un periodo di depressione. Ma mi pareva che lo avesse superato. Io l'ho visto pochi giorni fa, e mi sembrava in buone condizioni. Mi disse: Sì, caro, adesso mi sento bene. Comunque, lui era uno di quelli che certe cose le tengono per sé». Rino Fogagnolo ha un attimo di riflessione, poi dice: «Credo, però, che nessuno possa giurare che 'si sia trattato 'di un suicìdio». Un'infermiera ricorda don Mario, quel, vecchio prete^premuroso,' abitudinario: «Lui tutte le mattine alle 7 e un quarto, dopo la Messa, era qui. Ci salutava e prendeva il suo caffè. Chissà perché venerdì se n'è andato così di fretta?». Un infermiere lo ha visto mentre percorreva il corso in bicicletta: «Io venivo a lavoarare e l'ho incrociato. Non ho fatto nemmeno in tempo a salutarlo. Forse stava andando alla stazione. Mi sono domandato perché fosse uscito dalla casa di cura così presto: a quell'ora, di solito, andava per i reparti a dare la Comunione. Ieri pomeriggio ho saputo che l'hanno trovato morto. Sono rimasto di sasso. Senta, anche a me sembra impossibile che si sia tolto la vita. Certo, nella testa degli altri non si può essere. Ma le assicuro che don Mario, in questi giorni, non era affatto turbato». Questo pomeriggio, i funerali di don Bisaglia, nel duomo di Rovigo: saranno concelebrati dal vescovo, Martino Gomiero. Intanto i carabinieri hanno eseguito un controllo nel piccolo appartamento di don Mario, alla Casa del Clero: uno studiolo e una stanza da letto. Hanno trovato agendine, appunti/ una lettera scritta dalla vedova di Toni Bisaglia, le copie dei discorsi che il vecchio prete aveva tenuto per commemorare il fratello. Là dentro, don Mario aveva consumato molto del suo tempo nel cercare di ricostruire la morte di Toni. Giuliano Marchesini I carabinieri però insistono sulla tesi del suicidio Il luogo dove è stato trovato il cadavere di don Mario Bisaglia (nell'ultima foto a destra). Qui a fianco, suo fratello Antonio, parlamentare e leader de

Luoghi citati: Belluno, Cadore, Chiavari, Cortina, Lavarone, Portofino, Rovigo