Eltsin: regalo a ogni cittadino un biglietto per il capitalismo
Eltsin: regalo a ogni cittadino un biglietto per il capitalismo A ottobre distribuiti buoni-privati22azione da 10 mila rubli. Il Presidente ignora Gorbaciov Eltsin: regalo a ogni cittadino un biglietto per il capitalismo MOSCA DAL NOSTRO INVIATO Siamo passati dalla situazione del «quasi niente, ma a buon mercato» a quella del «qualcosa c'è; ma molto caro». L'obiettivo è arrivare a una situazione normale, cioè del «molto e a buon mercato, o quasi». Boris Eltsin, riposato e sicuro di sé, ha parlato al Paese nell'anniversario del golpe. Per un bilancio pacato, per una difesa del proprio operato, per dare fiducia e prospettiva a chi sta perdendo l'una e l'altra. «L'anno è stato eccezionalmente difficile», ha esordito Eltsin, ma «il Paese ha retto» alla prova della liberalizzazione dei prezzi. E' ben vero che l'iniziativa privata «assume spesso forme abnormi», odiose. Ma «tutti capiscono che tornare indietro non è possibile». «Abbiamo preso il diploma elementare dell'economia di mercato». E ora «inflessibilmente, seppure adagio, andiamo verso una vita normale, che non abbiamo mai avuto». Tranquillizzare era lo scopo principale. Invitare alla pace e alla concordia civile e sociale era quello subordinato. Non a caso Eltsin ha ricordato a suo merito il fatto di avere «evitato una nuova rivoluzione», dopo il golpe, che «sarebbe stata un immenso errore» e «sarebbe sfuggita ad ogni controllo», dando la parola - come disse Majakovskij - «al compagno Mauser». Un Eltsin insolitamente alieno dalle polemiche, che ha voluto far capire di essere dalla parte dei deboli, di essere consapevole che per troppi la fase passata è stata dura e quella che sta per giungere lo sarà ancor di più. Così ha evitato promesse di una stabilizzazione a breve termine e ha presentato la «seconda fase» della riforma: tutti i russi diventeranno proprietari. Dal primo ottobre di quest'anno i cittadini di Russia, «dal neonato al presidente», cominceranno a ricevere dei «certificati di proprietà», ciascuno del valore nominale di poco meno di 10.000 rubli. «Un biglietto per la libertà economica», ha détto Eltsin sorridendo, che darà a tutti «eguali possibilità di partenza». E ha spiegato che gli esperti hanno calcolato in 1400 miliardi di rubli il valore delle proprietà dello Stato che saranno distribuite al popolo. Non tutto. Sono escluse le ricchezze del sottosuolo, le centrali atomiche, i gasdotti, gli impianti militari, le proprietà municipali etc. Diviso per il numero dei cittadini, dà appunto 10.000. Poi ciascuno potrà fare come ritiene opportuno. Trasformare il certificato in azioni di una qualunque delle imprese della Russia, oppure vendere i certificati (al prezzo che detterà il mercato), oppure depositarlo in banca. C'era chi proponeva di distribuire certificati di proprietà «di 50.000 rubli, perfino di 500.000 rubli». Ma il governo ha pensato che «dovevamo distribuire quello che avevamo» e che sarebbe stato un disastro se poi, tra qualche mese, «quei buoni si fossero dovuti vendere a 50 rubli l'uno». Solo a questo punto si è permesso una battuta feroce, all'indirizzo del presidente ucraino Kravchuk: «Tutti voi sapete la storia dei "cuponi" ucraini» (che furono distribuiti come valessero, ciascuno, 10 rubli, e sono finiti per valere meno di un rublo). Se le cose vanno bene, nel 1994, altre proprietà statali verranno distribuite e altri certificati giungeranno nelle case dei russi per farli "più proprietari di oggi"». «Vi ho chiesto pazienza, all'ini¬ zio, e ora vi chiedo iniziativa», ha esclamato Eltsin. «Ci servono milioni di proprietari e non un pugno di milionari». E ha gettato un'altra ciambella di salvataggio all'enorme massa degl'impiegati pubblici, annunciando, dal primo settembre, l'aumento di 1,5 volte degli stipendi di tutto il'settore dei servizi statali, insieme a un sistema salariale unificato, suddiviso in 18 livelli. E' difficile pensare che il discorso di Eltsin sollevi.entusiasmi. Certo è che il presidente russo ha tentato una mossa accattivante. Soprattutto è apparsa evidente l'intenzione di appellarsi alla «concordia nazionale», chiamando tutti alla «corresponsabilità» per il futuro del Paese. «Questo è il primo anno dalla fine della dittatura del partito comunista», ha detto ancora. Generazioni di uomini sono state allevate in una «velenosa atmosfera di illibertà». «Eppure in molti decenni non sono riusciti a trasformare i russi in un popolo di schiavi». La sconfitta dei putschisti è stata la prova, anzi, «che la società era ormai immunizzata dal rischio di un ritorno a soluzioni autoritarie». Giuli etto Chiesa I " prendente russo Boris Eltsin in tv, in basso Aleksandr Rutskoi fFOTOAP)
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