Senato Usa accusa i serbi hanno vinto di E. St.
Senato Usa accusa i serbi hanno vinto «Fatta la pulizia etnica, non ci siamo mossi» Senato Usa accusa i serbi hanno vinto WASHINGTON. La gigantesca operazione di «pulizia etnica» contro i musulmani della Bosnia è ormai vicina al traguardo: «atrocità sistematiche» hanno permesso ai serbi di occupare il 70 per cento del territorio bosniaco. Lo sgombero forzato di decine di villaggi «è stato così brutale da provocare più vittime che i bombardamenti delle città e gli internamenti nei lager». E' lo sconfortante bilancio tracciato in un rapporto di due funzionari della commissione Esteri del Senato Usa, Peter Galbraith e Michelle Maynard, che dal 7 al 14 agosto scorso hanno compiuto una missione esplorativa in Bosnia. Dai colloqui e dalle interviste a profughi, membri delle comunità assediate, esponenti della Croce Rossa e delle Nazioni Unite emerge un quadro allarmante: a partire da maggio Belgrado ha dato carta bianca alle milizie serbe nell'azione di «bonifica» della regione a maggioranza musulmana. L'obiettivo scrivono i funzionari del Senato - è stato perseguito con ogni mezzo e con indubbio successo. Secondo il rapporto, «esistono prove irrefutabili» che i campi di detenzione gestiti dai serbi sono teatro di «torture e assassinii sistematici». Tutti i maschi musulmani e croati di età superiore a 15 anni sono considerati potenziali soldati ed internati nei lager. Le testimonianze raccolte da Galbraith e Maynard descrivono le inumane condizioni in cui i deportati sono costretti a vivere: «ripari inadeguati, insufficienza di cibo e di servizi igienici sono caratteristiche ordinarie di questi campi. Stupri, maltrattamenti e omicidi sono frequenti. In alcune occasioni, gruppi paramilitari serbi e montenegrini hanno fatto imi zione di notte nei campi, in sta to di ubriachezza, e perpetrato violenze, torture, uccisioni». Sempre ieri l'Alto commissa nato delle Nazioni Unite per i profughi ha fatto sapere che le guerre nella ex Jugoslavia hanno già provocato un movimento forzato di 1.936.500 persone. Il movimento di profughi dalla Bosnia-Erzegovina (1.288.000) ha quasi «doppiato» quello dalla Croazia (617.500). Buone notizie, se così si può dire, sono giunte ieri sera da Sarajevo dove il comandante in capo dei caschi blu dell'Orni in Jugoslavia, Satish Nambiar, ha annunciato la riapertura dell'aeroporto attraverso il quale affuiscono gli aiuti internazionali alla Bosnia. Lo scalo aereo era stato chiuso l'altra mattina, dopo che un aereo militare britannico C-130 aveva rischiato di essere abbattuto da una postazione d'artiglieria. Ieri pomeriggio Nambiar ha detto in una conferenza-stampa a Sarajevo che «non è ancora chiaro da quale parte sia venuto l'attacco». L'incidente, dicono le fonti dei caschi blu, è avvenuto mentre l'aereo sorvolava una zona controllata dai croato-bosniaci. Komnen Zarkovic, un colonnello dell'esercito serbo-bosniaco citato dall'agenzia Tanjug, ha inviato un messaggio alle forze dell' Onu sostenendo di avere «le prove che i musulmani intendevano colpire l'aereo, per provocare l'intervento militare internazionale che essi perseguono». Da Belgrado è partito ieri mattina un convoglio formato da dieci camion con a bordo complessivamente settanta tonnellate di generi alimentari e medicinali destinati alle due città bosniache assediate dall'inizio della guerra, Sarajevo e Gorazde. Il ministro federale della Sanità, Branko Radovic, ha detto alla partenza del convoglio che l'operazione, organizzata dal governo jugoslavo, dovrebbe dimostrare la possibilità di portare aiuti in Bosnia via terra senza l'uso della forza. Un altro convoglio di bambini, donne e persone anziane è imito in Serbia da Sarajevo poco prima dell'alba di ieri. Secondo radio Sarajevo, nella regione occidentale della Bosnia-Erzegovina ci sono stati in giornata duri scontri militari. Colpi di artiglieria si sono abbattuti su Jajce, Bihac e Bugojno. [e. st.]
Persone citate: Branko Radovic, Galbraith, Michelle Maynard, Nambiar, Peter Galbraith, Satish Nambiar
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