Eltsin: tutti proprietari

DEMOCRAZIA COL FIATO GROSSO DEMOCRAZIA COL FIATO GROSSO ALL'insegna del «tutti proprietari», a 10 mila rubli a testa, il presidente russo cerca di rinsaldare il blocco sociale dei riformatori logorato dalla più impietosa delle terapie d'urto. L'anno primo di Boris Eltsin è passato. Ha portato - come scriveva ieri «Nezaviziamaja Gazeta» - «più delusioni che gioie, più problemi che soluzioni». I democratici, i vincitori dello scorso agosto, si consolano con il salomonico verdetto del sociologo Jurij Levada: «Né miracolo, né catastrofe». Ed è vero, almeno per ora. Ma il popolo, di cui hanno troppo frettolosamente preteso di essere interpreti, non può accontentarsi di questo bilancio. Anche perché è stato guidato e trascinato a pensare che tutto ciò che aveva desiderato per anni, per decenni, era dietro l'angolo, pronto per essere colto e gustato. Gli avevano promesso un'altra rivoluzione, uguale e contraria alla precedente, e ora sono costretti a chiedergli altra.pazienza. Gli avevano promesso pulizia e moralità contro le mafie «comuniste», e ora sono in troppi a doversi difendere dall'accusa di averne ricreate altre, non meno fameliche per il solo fatto di essere «democratiche». Avevano proclamato l'epurazione dei responsabili delle malefatte passate, ma alla resa dei conti scoprono che non si poteva epurare un intero Paese, che gli uomini disponibili erano quelli, altri non si potevano inventare. E non è un bello spettacolo. Erano convinti che alla dittatura di un solo partito sarebbe seguita, quasi d'incanto, una pluralità di forze politiche, di istituzioni democratiche già mature. Adesso si accorgono che la società civile è un prodotto di secoli. Il denominatore comune dei loro errori, paradossalmente, non sembra molto diverso da quello dei bolscevichi: accelerazione dei tempi della storia. Giulietta Chiesa CONTINUA A PAG. 2 SECONDA COLONNA

Persone citate: Boris Eltsin, Giulietta Chiesa, Jurij Levada