Usl, sprecati centinaia di milioni

Usl, sprecati centinaia di milioniIl magistrato dell'inchiesta tangenti: «Ecco quanto costavano gli intermediari» Usl, sprecati centinaia di milioni Tutte le forniture dalle stesse quattro aziende Carta igienica e asciugamani pagati a peso d'oro «Le Usi avrebbero risparmiato centinaia di milioni se per gli acquisti di materiale negli ospedali si fossero rivolte direttamente alle ditte produttrici senza passare dagli intermediari». L'amara constatazione è del pùbblico ministero Vittorio Corsi, che da mesi sta indagando sull'Usi 4-Maria Vittoria e su altre unità sanitarie. Le prove di questo sperpero di denaro pubblico durato anni e anni sono raccolte nella massa di documenti sequestrati dal magistrato e nelle deposizioni di decine di persone più o meno coinvolte, sentite come indagate o testimoni al primo piano di via Tasso. Le Usi sulle quali è concentrata l'attenzione del dottor Corsi sono, oltre alla 4, la 3 (ospedale Martini), la 9 (ospedali Cto, Sant'Anna e Infantile) e la 34 (ospedale di Orbassano). Finora il pm ha avviato 30 procedimenti con una media di 3 imputati, alcuni dei quali compaiono in più processi. Il totale degli indagati è circa 60 e rispondono di interesse privato, turbativa d'asta, corruzione. Magistrato scrupoloso e attento, il pm Corsi sta mettendo a nudo una ragnatela di abusi, di complicità, di intrallazzi che hanno come centro gli ospedali: «E' il caso di dire che le sorprese non finiscono mai. Ogni giorno si scoprono nuovi, strani legami tra funzionari delle Usi e i fornitori». Personaggi legati dagli affari ma anche da rapporti più profondi: tutti sono stati, per periodi più o meno lunghi, iscritti alla massoneria. La prima sorpresa in questa indagine riguarda i fornitori: «La maggior parte del materiale alle quattro Usi sotto inchiesta è assicurata da quattro ditte, sempre le stesse, onnipresenti in ogni gara d'appalto. Tutti gli acquisti ospedalieri girano attorno ai soliti nomi». Alle gare partecipavano sempre le stesse ditte e si sapeva già in anticipo chi si sarebbe assicurato la commessa. Altri imprenditori, almeno una trentina, facevano solo atto di presenza, servivano cioè a far numero, per dare un minimo di regolarità formale all'appalto. Le gare «visionate» dal pm sono una quarantina: riguardano forniture di carta igienica, di asciugamani monouso, di contenitori di rifiuti, di materiale di cancelleria, di materassi, di lenzuola. Materiale che l'ospedale pagava a peso d'oro, il doppio, il triplo del valore. Nessuno si preoccupava di controllare i prezzi, o chi doveva farlo era spesso disposto a chiudere gli occhi. Naturalmente dietro compenso. Attorno alle Usi si era creata una ragnatela di complicità che per anni ha assicurato l'impunità agli intrallazzatori. Che agivano senza alcuna paura al punto di vendere lo stesso prodotto a prezzi diversi alle varie Usi. «I contenitori di rifiuti alla Usi 4 avevano un prezzo, alla 3 un altro, e alla 9 un altro ancora». NinoPietropinto Pulizie In un ospedale Secondo il pm Corsi il materiale acquistato attraverso intermediari veniva a costare anche tre volte il prezzo normale

Persone citate: Vittorio Corsi