A Tokyo lo Borsa affonda (-4,2%) di Francesco Bullo

A Tokyo lo Borsa affonda (-4,2%) A Tokyo lo Borsa affonda (-4,2%) Francoforte ai minimi, Piazza Affari limita i danni MILANO. La Borsa di Tokyo, con una perdita superiore al 4%, sprofonda ai livelli minimi dal 1986 e trascina al ribasso nella sua scia i principali mercati europei. Se Piazza Affari se la cava lasciando sul campo solo lo 0,66% (indice Comit a quota 400,77), Francoforte registra uno scivolone dell' 1,4% che porta l'indice al record negativo, inferiore a quello del 20 agosto 1991, giorno del tentato golpe nella ex Unione Sovietica. Pesanti anche Parigi (-1,17%) e Londra (0,91). La giornata nera è incominciata in Giappone, dove il Nikkei ha mantenuto a fatica quota 14.000, in un clima di crescente pessimismo. La sfiducia degli operatori ha colpito in particolare le blue chips del comparto elettronico, Sony e Pioneer, i cui titoli sono stati liquidati in massa in attesa di una revisione in negativo dei bilanci. Altro colpo basso al mercato la notizia che la Nippon Credit Bank, la maggiore banca nip¬ ponica, sta per tagliare i costi annuali del 10%, voce che ha fatto subito pensare a un possibile, prossimo fallimento. La gravità della situazione e le speculazioni sulla Nippon Credit Bank, hanno portato il ministro delle Finanze, Tsutomu Hata, a convocare i responsabili dei sistemi finanziari del Paese. In quella sede il ministro Hata ha anticipato le misure che il governo si accinge a varare per frenare la caduta libera della Borsa e alleviare le pressioni su istituzioni e società in vista dei loro bilanci fiscali attesi per la fine di-settembre e che lasciano prevedere forti perdite. Un intervento potrebbe portare ad un aumento della liquidità dei mercati finanziari, in particolare quelli immobiliari, attraverso emissioni di titoli legati alle attività a un cambiamento del sistema fiscale. Ma il piano del governo, presieduto da Kiichi Miyazawa, non ha convinto gli operatori che parlano di «interventi cosmetici e deludenti». «Il Nikkei - ha affermato un'analista della Yamaichi Securities - sta affondando sotto i 14.000 punti, e non possiamo prevedere quando sarà arrivato al fondo». La forte crisi della Borsa giapponese si riflette anche nel continuo aumento degli investimenti in titoli Usa sulla piazza di Tokyo, che secondo l'associazione delle industrie quotate (Sia), hanno raggiunto, nel periodo gennaio-marzo '92, i 3,3 miliardi di dollari, a fronte di un calo pari al 18% dei prezzi dei titoli nipponici. Pessimismo diffuso, dunque, che ha trovato eco sul più diffuso quotidiano del Paese, lo Yomiuri: ieri ha aperto le pagine economiche con un editoriale sulla Borsa dal titolo «Rimane solo da sperare». In Piazza Affari scarsi gli spunti, pochi gli operatori presenti e minimo il volume di scambi (controvalore pari a 50-60 miliardi di lire) in una riunione dal clima fer¬ ragostano, svogliata. La quota ha perso parte del terreno guadagnato alla vigilia per le vendite che sono iniziate sulle blue chip e si sono poi allargate a tutto il listino. I fondi e i borsini sono rimasti fermi mentre la speculazione interna ha preferito vendere per ottenere qualche marginale plusvalenza dopo il rimbalzo tecnico di lunedì. Ad accrescere il malumore, oltre ai motivi ormai strutturali legati alla situazione economica generale, si sono aggiunti il crollo di Tokyo e le tensioni che sembrano di nuovo montare tra Usa e Saddam Hussein. Timori sono venuti anche dalle previsioni di un rialzo del tasso Lombard da parte della Bundesbank il cui consiglio si terrà domani. Ad appesantire la situazione, a metà seduta, hanno contribuito le voci rimbalzate dalla Borsa di Londra sulla morte del presidente francese, Frangois Mitterrand, per altro recisamente smentite dall'Eliseo. In questo clima tutte le blue chip hanno chiuso in calo. Solo le Generali hanno mostrato una buona tenuta chiudendo a 26.380 lire con un assestamento dello 0,17%. Sul telematico hanno dominato i segni negativi, in particolare per le Cir (-2,5%), le Pirelli spa (-1,23%), le Comit (-1,16%) e le Fondiaria (-2,41%). Intanto si torna a parlare di capital gain. Ieri il sottosegretario alle Finanze, De Luca, ha detto che lo schema del decreto legge sui guadagni di Borsa presentato dal ministro Goria «non è un santuario» per coi «può essere cambiato modificando l'attuale legge sui capital gain, senza comunque arrivare all'eliminazione dell'imposta». Francesco Bullo Il premier giapponese Miyazawa alle prese con una pesante crisi dei mercati finanziari e azionari

Persone citate: De Luca, Goria, Hata, Kiichi Miyazawa, Lombard, Mitterrand, Miyazawa, Saddam Hussein, Timori, Tsutomu Hata