India, caso-Rushdie per il film su Buddha? di Claudio Gallo

India, caso-Rushdie per il film su Buddha? Polemiche e disordini, i fedeli insorgono India, caso-Rushdie per il film su Buddha? vjl N filinone indo-nippol americano sta facendo I perdere la pazienza agli I I impassibili buddbisti in ! diani. Annunciato da tempo, con gran clamore, diretto dalla regista Mira Nair (quella di Salaam Bombay e di Mississippi Masala) racconterà la vita del Buddha. Il primo giro di manovella è previsto per novembre nel Bihar, nell'India settentrionale, nelle regioni dove la tradizione vuole sia vissuto il Buddha storico. Ma proprio la fedeltà alla storia, e alla tradizione religiosa, è per le associazioni buddhiste ciò che manca al film. Secondo loro il Buddha è non solo tradito, ma proditoriamente presentato come avatar (incarnazione) di Visnu, e con ciò addomesticato e arruolato in quella tradizione hindu che invece il messaggio buddhista rifiutava e sovvertiva, basti pensare alla dura condanna del sistema delle caste. Uno sgarbo del genere, se invece che ai miti seguaci di Gautama fosse stato fatto agli integralisti islamici, sarebbe costato di certo sollevazioni e sangue. E' un po' come se un regista presentasse una. vita di Cristo dal punto di vista del Corano: un gran d'uomo, un profeta, ma guai a parlare di divinità o di Trinità. I cristiani, che a differenza dei buddhisti hanno fatto le Crociate, potrebbero arrabbiarsi. «Le polemiche non ci impediranno di girare il film e di girarlo in India», dice il produttore Bhupendra Kumar Modi, 42 anni, una specie di yuppie del Gange, potentissimo finanziere socio della Olivetti e della Rank Xerox. «E' una produzione con una forte presenza giapponese e statunitense, figuriamoci se ha qualcosa a che vedere con la filosofia hindu. Si tratta semplicemente della storia e della vita di Buddha senza nessuna velleità filosofica». Purtroppo, fa capire, è arrivato proprio in un momento in cui l'esigua comunità buddhista indiana sta rialzando la testa dopo anni di silenzio. I buddhisti indiani sono sul piede di guerra. Reclamano il controllo sui templi di Bodhgaya, nel Bihar (proprio lì deve essere girato il film) dove nel 523 avanti Cristo Siddharta, «colui che ha raggiunto lo scopo», giunse all'illuminazione dopo un ascetico duello con Mara, dio della morte e del desiderio, sotto un albero asvattha (ficus religiosa), d'venendo così il Buddha. I .rapii di Bodhgaya, a pochi chilometri da Benares, sono ormai da secoli nelle mani degli hindu. A metà del maggio scorso i manifestanti buddhisti avevano dato l'assalto all'edificio principale, il Mahabodhi, cercando di distruggere il piccolo tempio hindu racchiuso al suo interno. I lati, i lunghi bastoni dei poliziotti indiani, ricordarono in quella occasione alla torma arancione la prima delle Quattro Nobili Verità del Buddha: la vita è sofferenza. Gli hindu, che a Bodhgaya sono sulla difensiva, ad Ayodhya, non troppo lontano, vestono invece i panni degli aggressori, nel tentativo di strappare la moschea di Babar ai musulmani e ricostruire sulle sue macerie l'antichissimo tempio di Rama. In mezzo a questi trambusti c'è chi dubita che a Bodhgaya il «filmetto satanico» di Mira Nair riuscirà mai ad arrivare alla prima scena. «L'impresa non sembra delle più felici - dice Oscar Botto, indologo torinese di fama internazionale -, non approvo queste sovrapposizioni culturali poco rispettose, anche se la tendenza a inserire il Buddha nel patrimonio religioso hindu è molto antica e rìsale almeno all'undicesimo secolo dopo Cristo». Già in quell'epoca il poligrafo Ksemendra presentava, nel suo Dasavataracarita, Buddha come il nono Avatar di Visnu, la nona incarnazione del dio. Dello stesso parere è Fio Filippani Ronconi, ordinario di religione e filosofia dell'India all'Istituto universitario orientale di Napoli: «Mi sembra, a prima vista, una grossolana operazione politica. Volendo, si potrebbe accostare la concezione hindu degli Avatara a quella del buddhismo Mahayana secondo cui l'archetipo-Buddha compare perio¬ dicamente sulla Terra per rivelare la dottrina più adatta ad ogni ciclo cosmico. Però si tratta solo di analogie». La tendenza a incorporare tutti gli elementi estranei in una sintesi brahmanica è connaturata alla storia deU'hinduismo, che nel corso dei secoli ha inesorabilmente digerito e assimilato credenze lontane e spesso contrastanti. E il buddhismo è certamente nato come una rottura col ritualismo hindu e la sua rigida segregazione sociale. L'attitudine onnivora nei confronti delle altre tradizioni continua a caratterizzare l'hinduismo moderno. Servepalli Radhakrishnan, presidente indiano dal '62 al '67 e dopante a Oxford, scriveva nella sua opera sulla filosofia indiana che «il buddhismo ha lasciato un segno permanente nella cultura dell'India, e il suo influsso è. visibile da tutti i lati, perché la^fede -hindu ha assimilato il meglio della sua etica»; e ancora che «il buddhismo in India è perito per rinascere nuovamente in un brahmanesimo purificato». Parole che diffì¬ cilmente potranno soddisfare un buddhista. . Come finirà quest'ultima guerra di religione che contrappone i non numerosissimi buddhisti ai nuovi cineasti d'assalto indiani non è per ora prevedibile. Sicuramente le reazioni non saranno rabbiose come quelle scatenate nell'Islam dal libro di Rushdie, non è lo stile buddhista. I seguaci di Gautama non sono tutti colombelle, basti pensare ai bellicosi tibetani, o àgli eccessi della cavalleria mongola capitanata da Ungerà von Stemberg nella guerra civile russa; ma la disincantata dottrina del Buddha mal si adatta ai moti violenti e appassionati. Lo ricordava nell'Ottavo secolo il ministro Tonyukuk al suo signore turco Bilgà Qaghan, tentato di abbandonare la vita nomade, costruire una città e convertirsi al buddhismo: «Il Buddha e Lao Tze insegnano agli uomini la dolcezza e l'umiltà. Non sono scienze che convengano a guerrieri». Claudio Gallo La regista Nair vuole raccontare la vita di Gautama: ma lo presenta come reincarnazione di Visnu E i buddbisti gridano allo scandalo L'indologo Oscar Botto. A destra, l'interno di un tempio buddhista: le associazioni religiose si ribellano contro il film

Luoghi citati: Ayodhya, India, Napoli, Oxford, Trinità