Baumgartner evangelista

Baumgartner evangelista Come un miniatore antico Baumgartner evangelista LI amici e i critici vicini a Fritz Baumgartner conoscono la sua capacità di lavoro, la sua febbrile e ascetica dedizione al mestiere di pittore. Le frequenti mostre (da noi lo si è visto l'ultima volta l'anno passato nella personale di Palazzo Guasco ad Alessandria) si alternano ai grandi pannelli e agli affreschi per chiese della Baviera e di Monaco, che per lui, austriaco di nascita, è diventata la città di elezione. Sapevamo anche di una sua segreta fatica, ne seguivamo i progressi con un misto di ammirazione e di incredulità. Dal 1985 Baumgartner aveva cominciato la stesura di un evangeliario, la raccolta di testi evangelici che la Chiesa cattolica ha assegnato all'uso liturgico (le domeniche, il ciclo di Natale, il ciclo di Pasqua, le ricorrenze dell'anno ecclesiastico). Il libro doveva essere tutto suo, dal testo trascritto alle immagini, dipinte in smaltati colori acrilici. Esse sarebbero rampollate da una personale lettura dei Vangeli: rimeditati attraverso il lento incedere della penna, il graffio della lingua tedesca sulla carta fatta a mano. Ora apprendiamo che l'opera è conclusa, presto sarà esposta a Monaco, nella chiesa di San Massimiliano alla quale appartiene e dove Baumgartner ha lavorato a lungo. Questo frutto di una vicenda esistenziale e artistica, oltreché di una lungimirante committenza, non resterà però imprigionato nell'esemplare unico. L'evangeliario infatti è stato stampato in facsi¬ mile, in edizione limitata di seicento copie numerate e firmate dall'autore: così, al di là della naturale destinazione, l'acquisto cioè da parte di chiese e comunità religiose, potranno approfittarne bibliofili e amatori d'arte. Con assoluta coerenza, Baumgartner trasferisce nella sua interpretazione del Vangelo il movimento e la violenza cromatica che aveva prestato a pitture e incisioni di ispirazione civile e, più frequentemente, mitica. Sempre sua è la drammaticità, che sembra avveramento e approdo delle arcaiche storie mediterranee (da Omero e dai tragici greci fino all'amatissimo Virgilio, che si direbbero rivissuti attraverso la mediazione di Simone Weil), ma anche la festosità di un mondo che con il sacrificio di un Dio giovane continuamente si rinnova e rigenera. Baumgartner era partito da evidenti predilezioni espressionistiche che, attraverso le larghe campiture del colore acceso e l'alternanza di una linea ora perdutamente flessuosa, ora dolorosamente spigolosa, aveva raccolto per strada varie suggestioni del Novecento pittorico (non escluso l'apporto di certe culture «primitive»). Adesso il suo libro scritto e dipinto viene a ricollegarsi, per una specie di misteriosa filogenesi, alle miniature smaltate dell'età di mezzo. Per l'applicazione devota, certosina dell'artista, per la vitalità delle sue figure intessute in modo creativo, arborescente, alla parola sacra. Lorenzo Mondo ili-lil ' rechts von thm, òta antan Malte. , . ; Valer/ver?iÉ> ilvm^m sié wìssen n?cht,waJS sie T«ft - Pann vvatfén sit. L°S i/ni> v<?r?ef\f-e/ii Pie «tfer sìdl ha U seilsf ;i\er ì>€r Una Madonna miniata da Fritz Baumgartner per il suo evangeliario e in alto una pagina dell'opera scritta e dipinta

Persone citate: Baumgartner, Fritz Baumgartner, Guasco, Lorenzo Mondo, Simone Weil

Luoghi citati: Alessandria, Baviera, Monaco