«Il blocco dei contratti come un pugno in faccia»

«Il blocco dei contratti come un pugno in faccia» Pubblico impiego, Altiero Grandi (Cgil) attacca «Il blocco dei contratti come un pugno in faccia» ROMA. «Siamo in presenza di un disegno lucido e coerente del governo: l'annullamento per l'anno in corso della contrattazione per tre milioni di pubblici dipendenti». E' quanto afferma il segretario confederale della Cgil Alfìero Grandi, il quale, in una intervista al settimanale della confederazione «Rassegna sindacale», contesta il decreto del governo relativo alle retribuzioni nel pubblico impiego. «E' assai singolare - nleva Grandi - che il governo accompagni la sua dichiarata volontà di imprimere una svolta nella pubblica amministrazione a decisioni di tale gravità: non si può chiedere la collaborazione del sindacato in nome di un «new deal» del settore, cominciando con il pugno in faccia rappresentato dal blocco dei rinnovi dei contratti pubblici fino al 1993». «Gli impegni - prosegue vanno rispettati: la stagione contrattuale va aperta subito e senza alcun vincolo, a partire dai dipendenti della scuola». Grandi chiede la modifica del decreto «soprattutto per quanto riguarda il congelamento delle incentivazioni. Un'assurdità: i fondi destinati a questi incrementi salariali erano stati concepiti per il pagamento degli straordinari e della produttività, mettendo in aspettativa l'unica norma in grado di offrire qualche speranza di legare le retribuzioni ai risultati del lavoro». Il tono di Grandi ben riassume l'atteggiamento preoccupato di una parte cospicua del sindacato nei confronti di quel che sarà il vero «nodo» della trattativa di settembre: cioè appunto il destino salariale dei lavoratori del pubblico im piego, oltre 6 milioni di perso ne, per i quali una forma di sca la mobile potrebbe sopravvive re ma a condizioni e modalità tutte da contrattare.

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