Addio al videoclip arriva il ciberdelico
Addio al videoclip arriva il ciberdelico A Londra mostra di canzoni con immagini Addio al videoclip arriva il ciberdelico LONDRA. Il videoclip è diventato ormai oggetto da museo. Succede a Londra, dove il popolarissimo Momi (Museum of the Moving Imago) gli ha dedicato la sua ultima esposizione temporanea, aperta fino a dicembre. E' una carrellata che ripercorre la storia dell'accoppiata canzoniimmagini. Il percorso è ricco di notizie sugli insospettabili precursori della forma videoclip televisiva che tutti conosciamo. E allora, dimenticatevi il 1975, il fatidico «anno zero» del clip, che vide nascere la Bohemian Rhapsody dei Gueen in tv e il russelliano barocco «Tommy» al cinema, con le canzoni degli Who e interpreti come la «Acid Queen» Tina Turner o il «Pinball Wizard» Elton John. Entrate invece al Momi e, fra martellante musica in diretta da Mtv (Videomusic) e nicchie foderate di materiale fonoassorbente futuristico, tornate indietro di più di un centinaio d'anni. Certo, perché alla metà del secolo scorso in commercio si trovavano spartiti musicali magnificamente illustrati con una specie di karaoke ottocentesco, dice il curatore della mostra, Dick Fiddy. Poi, nel 1896, un regista tedesco, Oskar Messter, riesce a utilizzare le nuovissime tecniche dei fratelli Lumière e ad abbinarvi una registrazione in sincrono di cantanti d'opera, inaugurando la linea che porta alle moderne videocassette pavarottiane. Con un balzo nel tempo ecco gli Anni 40. Un juke-box gigantesco, o Soundies Machine, completo di schermo «black and white» sul quale compaiono minifilm di tre minuti circa, con alcuni straordinari interpreti del jazz nero, come Louis Jordan, Mabel Lee, Cab Calloway e Fats Waller. Si trovavano nelle grandi hall degli alberghi americani e nei bar, e ebbero un grande succes¬ so, soprattutto quelli indirizzati alle platee nere d'una America ancora segregata. Negli Anni 50 e 60 si assiste a una proliferazione del genere. Gli entertainer bianchi si sostituiscono ai precursori neri. Sinatra, Presley, e gli psichedelici Beatles si impossessano di piccoli e grandi schermi. Un altro balzo in avanti, e si arriva agli 80, e all'apice della produzione videomusicale. Ci sono tutti (e cantano al 99,9 per cento in inglese, a proposito). Dai Wild Boys dei Duran Duran (ve li ricordate?) allo Sledge Hammer di Peter Gabriel, afi'Acchiappanuvole di Rate Bush e all'ultima Annie Lennox di Diva. E fra i registi si ritrovano anche Coppola, Jarman, Demme, John Landis e William Friedkin. Fra le star, non poteva certo mancare Miss Ciccone, che del videoclip è stata una delle interpreti più divertite e divertenti, facendolo diventare parte integrante della propria fabbrica dell'immagine. «Hai creduto in me quando nessuno mi degnava di uno sguardo, quando non ero nessuno e non avevo una briciola di fiducia in me stessa. Buon anniversario, Darling», sussurra una castigatissima Madonna in bianco e nero alla sua adorata Mtv. Ormai si sussurra che il video sia in fase calante, e la mostra del Momi si conclude scavalcando il problema con un nuovo prodotto: la novità è l'esperienza «ciberdelica» proposta da un giovanissimo inglese, Colin Irwin, sulla musica dei Dr Devious. Musica più realtà virtuale, direttamente dal computer di casa Irwin. E' già pronta una videocassetta «long version»: 23 minuti di «cyberdelic experience» da godersi sul divano di casa. Vicini permettendo. Marina G.Goldsmith
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