La spranga sul portale

La spranga sul portale Chiese chiuse di Venezia La spranga sul portale lii O seguito oggi a Venezia, per quasi tutta la giornata, un gruppo di inglesi. «Seguito», perché di Venezia e dell'Italia ne sanno assai più di me. Mi avevano scritto sei mesi fa, dopo uno di questi articoli, tradotto dal gentile efebo che li accompagna. Si definiscono «visitatori», non turisti: un anno percorrono i palaztoscani, un anno le chiese della Laguna... Cominciamo da San Marco, ma è quasi impossibile visitare San Marco come intendono loro. In chiesa, mandrie imbufalite si inseguono senza soste, entro le transenne a percorso obbligato. All' uscita, sotto gli archi bizantini, ragazzotte in fiore e vecchie babe si tolgono le sottane, messe su in qualche modo per poter entrare in chiesa: gambone e mutande al sole, tra gli infiniti stand di paccottiglie. Allora andiamo alla Pietà, che è la chiesa, dicono, di Vivaldi. Due degli amici suonano in un quartetto, la cavallona bionda che è con noi canta in coro. Chissà che alla Pietà ci sia un concertino, una messa cantataForse ce anche l'organo? Ecco l'organista, qui tra noi. Niente da fare: chiuso. Passiamo a San Zulian: chiuso. Gentili cartelli chiedono scusa ai fedeli e ai visitatori; però non si entra. Torniamo verso San Zaccaria e qui entriamo. Ma solo per qualche metro, sta per finire qualcosa, forse la jnessa. La cri- tò? Neanche parlarne, il convento è-diventato caserma, cisono i carabinieri. E adesso fuori, per favore, perché è mezzogiorno. Sotto un sole da matti Prima delle quattro o delle cinque del pomeriggio, le chiese non riaprono. Che si fa fino alle cinque - sull'aria di Mozart. Gli inglesi mangiano svelti, non sono abituati alla siesta. Improvvisamente, da quei teatranti-nati che sono, si inventano la rappresentazione: in Campo San Zaccaria e dintorni, sotto un sole da matti, alcuni raccontano, qualcuno mima o canta. Da quella porta - recitano - arrivò l'impera tore Ottone: si fece avanti verso i sepolcri dei dogi... Questo invece è l'enorme granaio del convento, questa l'edicola dell'arte dei fruttaioli. Giardino, piazza, portici, tutto apparteneva alle Suore prima dei carabinieri. Ricche e potenti, sempre innamorate di Gesù e degli uomini: dalle finestre sul canale arrivavano gli amici. Andiamo a vedere dal ponte: il bel canale invita agli incontri d'amore. La cavallona l'organista gorgheggiano: «Vorrei e non vorrei...», impazziti dal caldo o da invisibili amori. Qual che passante si ferma e dà una moneta. Poco per volta anche le case sull'acqua, il campanile penden te, il convento coi carabinieri, tutto diventa visibile e invisibile evocato dal vero, sfumato dallo scirocco. Un breve giro, ed eccoci a Santa Maria dei Miracoli, che è la meraviglia che sappiamo. Da ragazzi - dico - si giocava a palli ne sugli intarsi del pavimento; le ragazze sognavano di sposarsi «ai Miracoli». Non si entra; solo un'occhiata dalla porta a vetri Non si vede quasi niente, e la porta «moderna» è orribile. Un cartello avverte che la conservazione dipende dal nostro obolo però - notano gli inglesi - non si sa dove lasciare una lira. Allora a San Giovanni di Rial to, dove la grande ammucchiata chiesa-case-portici-mercati è groviglio costitutivo della vec chia città: aperto giorno e notte quando si giocava a guardie e la¬ dri. E c'è anche un Tiziano in chiesa, tra i più belli. Per strada compero la nuovissima Guida del Touring, che dà la chiesa come «inagibile». Addio Tiziano. Chiediamo informazioni al mercato: ci prendono per matti. Qui sarebbe un luogo da commedia dell'arte, più che da sacra rappresentazione:; ma gli amici, guidati dall'efebo iun po' meno gentile, sono decisi a continuare la marcia. Proviamo a San Giovanni Decollato: anche qui «non visitabile». Allora a San Sebastiano, a vedere il Veronese. Passiamo per San Rocco - chiuso -, San Barnaba - chiuso -, le E remite - chiuso -, gli Ognissanti - chiuso. E lo stesso a San Sebastiano, dove, in cambio dei cicli del Veronese, troviamo un ciclo di cartelli: chiuso/restauro/obolo. Ma anche qui non si sa dove lasciare un soldo. A San.Pantaleone, restaurato proprio dagli inglesi, arriviamo in ritardo: finita l'ultima messa, portone sbarrato. Seduti sui bei gradini di pietra, viene l'attimo dello smarrimento: ma dove è svanito il buon Dio di questi luoghi, dove è esalata l'atmosfera delle grandi feste estive, S. Rocco, i Carmini, S. Giacomo...? Gli angeli sono in ferie, noi siamo qui abbandonati da Dio e dagli uo mini. G accorgiamo che la nuova guida dà gli orari di visita solo di dieci chiese, ma i miei inglesi sanno bene che a Venezia sono centosedici. Con l'ultimo fiato che resta proviamo ancora qualche altra:. Sant'Agnese, Santa Maria della Visitazione, Santo Spirito.1.'. Oiiuìsè.'Le chiese chiùse. Quante sono le chiese chiuse a Venezia? Il viaggio dei nostri amatori si trasforma in inchiesta. Prima di tutto, sembra che non siano centosedici. Con un certo numero di cappelle e qualche convento, si superano i centocinquanta «spazi sacri»: che contengono il settanta per cento delle opere d'arte di Venezia. La mattina dopo, tutti insieme, eccoci alla Curia, dove un gentilissimo prete in maniche di camicia ci svela le varie battaglie perdute per o contro l'invisibile. Il Comune quest'anno non dà un soldo, e un custode costa almeno tre milioni. Lo Stato ha inserito dodici chiese in certi circuiti mu sicali: l'idea è buona, ma ridotta; comunque quest'estate non funziona. La Curia ha indetto un convegno «per individuare soluzioni». Qualcuno si è offerto di sponsorizzare le chiese: la Fininvest presenterà per Natale un articolato progetto di «adozioni» A dopo Natale, all'anno prossimo. Mille lire per Tiziano Quanto ai fondi provenienti dai turisti - ride il nostro interlocutore -, sono molto modesti. Po trebberò venire aumentati - di damo noi -: i turisti a Venezia superano i sette milioni l'anno, mille lire a testa per le chiese fanno sette miliardi. Basterebbero - ci assicura - la metà della metà; ma la raccolta è difficile, e anche contrastata; il manteni mento delle chiese dipenderebbe dalla sola monocultura turistica. Però, purché si riesca a rive dere Tiziano, Veronese e gli altri invisibili... Forse gli inglesi ricostituiranno uno dei loro splen didi comitati operativi, con qualche cassetta accanto alle porte e un conto corrente in banca. Quanto infine ai nativi, non si occupano molto di chiese Ai Carmini - chiesa aperta - oggi che è domenica alla Messa ci sono quasi solo, li ricordate?, gli storpi del Vangelo. Paolo Barbaro

Persone citate: Mozart, Paolo Barbaro, Rial, San Barnaba, Veronese, Vivaldi

Luoghi citati: Italia, San.pantaleone, Venezia