Risparmi peccati nostalgie di Oreste Del Buono

Risparmi peccati nostalgie RISPONDE O.d.8. Risparmi peccati nostalgie Caro OdB, vedo che la signora Pronella, nella serie «Siamo tutti colpevoli» (del disastro economico), condanna il 90% degli italiani per sprechi, accusandoci di sprecare cibo, riscaldamento, energia elettrica, soldi, eccetera. Ma che c'entra? Questi saranno sprechi privati. Però sono gli sprechi pubblici che ci hanno messo a terra. L'Italia dei privati non se la passa male e risparmia. E' l'Italia dello Stato che è stata impoverita, derubata, divorata... Regina Antichi Marina di Massa GENTILE signora Antichi, lei ha ragione, sacrosanta ragione, nel dire che sono stati gli sprechi pubblici a metterci a terra. E tanto profondamente e minacciosamente che ormai lei non potrebbe neppure più affermare, per l'esattezza, che «l'Italia dei privati non se la passa male e risparmia». Non se la passava male e risparmiava, ma attualmente è solo un cruccio che non conviene rivangare, perché la nostalgia è un brutto male. Ma anche la signora Pronella, secondo me, ha ragione nel considerare qualsiasi tipo di spreco un errore, un peccato. L'errore, il peccato del popolo italiano che (con una tradizione di frugalità e di misura che lo aveva aiutato a passare attraverso crisi, dolori, catastrofi) un Risppecnost armi cati algie giorno ha deciso di cedere alle tentazioni della società dei consumi, alla filosofia dell'usa-e-getta, alla religione economica professata dalla nostra improvvida classe dirigente. Ci sono ancora partiti che rievocano con orgoglio i progressi fasulli dell'economia italiana, l'opulenza, il miglioramento del tenore di vita. Si attribuiscono successi, conquiste e trionfi che sono stati, invece, solo l'inizio, la gravidanza delle miserie del giorno d'oggi. A me, purtroppo, capita, invece, di ricordare con mestizia lo scandalo suscitato dal presentatore Corrado per aver detto che l'Italia era una Repubblica fondata sulle cambiali... Una spiritosaggine di cattivo gusto che ledeva l'onore nazionale, fu detto. Era una diagnosi. Alla prognosi tutti in varie epoche abbiamo rifiutato di pensare, ed eccoci qui a leggerci il responso dell'agenzia di valutazione Usa «Moody's» che dimostra che la nostra credibilità è scesa ancora. Siamo in serie D, nonostante l'ottimismo del governo. Con l'aggravante che ormai ci siamo abituati a una vita al di sopra delle nostre possibilità. Oreste del Buono

Persone citate: Antichi, Regina Antichi

Luoghi citati: Italia