Bosnia, solo Parigi mobilita l' Armée di Enrico Benedetto

Bosnia, solo Parigi mobilita l' Armée L'ex premier polacco Ma2owiecki inviato Onu per i crimini di guerra nell'ex Jugoslavia Bosnia, solo Parigi mobilita l' Armée «Mille soldati urènti a partire, europei seguiteci» PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Mitterrand getta sul tavolo della crisi jugoslava 1100 uomini, elicotteri e tank leggeri per dar l'esempio all'Europa. Dovrebbero partire quanto prima, direzione Bosnia. Il loro ruolo, «proteggere e accompagnare» i soccorsi. Due ministri francesi sono già nella regione, Kouchner (Azione Umanitaria) e Joxe, il responsabile Difesa. Il nuovo contingente - Parigi ha già 2752 militari tra i Caschi Blu - presterà servizio sotto il tricolore francese, ma la cornice resta quella Onu. Nessun corpo di spedizione autonomo. E tuttavia l'iniziativa mantiene sapore interventista. «Rispondiamo alle polemiche con i fatti e la presenza sul terreno», fanno sapere dall'Eliseo: «Ora vorremmo che altri si manifestino». Non pago dell'esemplare tempismo con cui ha messo in opera - neppure 24 ore dopo - le ultime risoluzioni internazionali, Mitterrand sfida l'Europa: tedeschi, inglesi e - perché no? - italiani. Parigi vantava già una relativa egemonia tra le forze multinazionali. Ora il suo peso aumenterà ancora. Paragonarlo a quello Usa nel Golfo è forse eccessivo, ma la similitudine può essere illuminante. Bel colpo. Proprio ieri mattina, su «Le Figaro», il neogollista Jacques Chirac accusava la prudenza miuerrandiana di «complicità» oggettiva verso i massacri serbi in Bosnia. Solo il giorno prima l'Eliseo era parso rifiutare ogni intervento: «Aggiungerebbe guerra a guerra». Quello odierno non è voltafaccia ma un'esplicitazione. Parigi attendeva la copertura Onu - come Bush per Saddam, se voghamo - e ora scalpita. Non derogherà dai suoi obiettivi «umanitari» per avvitarsi, ciecamente In un Vietnam adriatico. Ma gioca sul fattore presenza, assumendone i pericoli. À Bonn rimproverai neppure troppo copertamente, ['«armiamoci e partite». Di Londra spregia le timidezze. Non troppe settimane fa, Mitterrand spiazzò l'Europa con il viaggio-blitz a Sarajevo. Quel gesto gli fece perdonare antiche frequentazioni serbe, ingraziandogli i,croati. L'aeroporto riaprì. Era solo una premessa. Adesso arriva la Fase II. Recuperato l'handicap, Parigi monta in sella. Le divisioni altrui la favoriscono. Per una volta, gli Usa sono lontani. Meglio ancora: la Germania ha mani e piedi legati dalla Costituzione. E' Roland Dumas (Esteri) ad annunciare in televisione il nascituro spiegamento. Ma - precisa - l'imprimatur arriva da Mitterrand. Il Quai d'Orsay non esclude sanguinosi «scontri. Occorre averne coscienza». I francesi sono a 6 vittime: il loro numero potrebbe crescere drammaticamente. Per limitare i rischi ci vuole «adeguata protezione aerea». Basteranno gli elicotteri? L'aviazione transalpina si riserva forse di entrare in gioco. «Domanderemo l'okay per sorvolare la Bosnia-Erzegovina», spiega Dumas. A inizio settima¬ na, il segretario socialista Laurent Fabius era andato oltre. Esigeva si bombardassero obiettivi militari serbi. Da allora tace. Mitterrand non gradisce suggerimenti in famiglia, e comunque l'opzione deve parergli estrema. Oggi, tuttavia, nessuno può escludere rappresaglie dal cielo se i convogli Onu trovassero ostacoli imprevisti. Ma bisognerà ancora aspettare un poco. «Stiamo interpellando i nostri partner per via diplomatica: "Ecco che cosa faremmo. E voi?" Attendiamo una risposta». Finora Madrid è l'unica ad abbozzarla: seguirà Parigi. Ultima fase, assicurare «un comando coordinato, se non unico». Forniranno le strutture Nato e Ueo, «perché siamo fra europei». Nell'attesa, Kouchner visita i «lager» serbi e Joxe tasta il polso ai suoi uomini. Da Ginevra l'Orni nomina l'ex premier polacco Tadeusz Mazowiecki «inviato speciale» sui crimini di guerra nelle ex Repubbliche jugoslave. Dopo lunga inerzia, la macchina internazionale si è dunque messa in moto. Lo spettro si chiama escalation bellica per i ragazzi dell'Armée e quanti vorranno accompagnarli in missione. La Francia trema, però appoggia unita salvo il pcf l'iniziativa. Ma qualcuno (ovunque in Europa) scommette che finirà nel nulla. A Mitterrand, per consolarsi, rimmarrebbe il beau geste. Alla Bosnia nulla: solo altri massacri. Enrico Benedetto In alto, prigionieri dei serbi nel campo di Ternopolje (presso Prijedor, Bosnia del Nord) ispezionato dalla Croce Rossa Qui a fianco un casco blu di guardia all'aeroporto di Sarajevo [FOTO EPA-Af P-ANSA]