UN ANNO DOPO

UN ANNO DOPO GORBACIOV RICORDA IL GOLPE UN ANNO DOPO E, passato un anno, un anno sconvolgente e che tutto ha sconvolto, dal putsch di agosto. Molti lo celebreranno, come io sto facendo con queste righe, dandone interpretazioni diverse. E' logico e inevitabile come per tutti gli avvenimenti cruciali della storia. Io dirò la mia, che vale per l'allora e per l'oggi. Quel golpe era destinato a fallire prima ancora che i primi carri armati entrassero in Mosca. Non si erano accorti, i suoi promotori e ideatori, che la società aveva già varcato il punto di non ritorno. Moralmente e politicamente: tutta la Società, compreso l'esercitò è il Kgb, sul cui appoggio loro contavano. Si dirà - è stato detto - che la reazione nelle fabbriche fu modesta, che in certe Repubbliche vi furono esitazioni, acquiescenza, quando non addirittura inclinazioni a stabilire contatti con i golpisti di Mosca. C'è in questo una dose di verità, anche se tutto fu, in effetti, molto più complicato. Eppure, se si esamina la situazione nel suo complesso, quell'agosto 1991 giunse troppo tardi per tutti coloro che correvano verso il passato. Eppure, se il putsch fosse avvenuto anche solo un anno e mezzo o due prima, avrebbe potuto vincere. Credo anzi che gli eventi si sarebbero potuti sviluppare del tutto diversamente se qualcosa di analogo si fosse verificato anche soltanto qualche mese prima dell'agosto. Questo è un punto molto importante, che molti trascu¬ rano nell'analisi degli avvenimenti che precedettero il golpe. Mi è stato da più parti rimproverato il fatto di aver temporeggiato a lungo e di aver anzi contribuito all'ascesa nei posti di comando di uomini che si accinsero al complotto contro la democrazia. Confesso che non mi aspettavo sarebbero giunti a tanto. Confesso di non aver previsto il tradimento di un uomo come Lukianov. Quello di Yazov, alla vigilia della pensione, dove avrebbe potuto ritirarsi fregiandosi dei legittimi meriti, conquistati sul fronte di guerra. Quello di Kriuchkoy, di cui mi fidavo, tra l'altro, perché aveva lavorato a lungo con Andropov, di cui avevo grande stima. Per me è come se fossero morti. Per me esistono solo come oggetti d'indagine storica e politica, niente di più. Ho già ammesso che vi fu da parte mia una certa dose di errore nel valutare quegli uomini. E tuttavia l'azione multilaterale che condussi in quegli anni cruciali, per dilazionare uno scontro che avvertivo incombente, per diluire la tensione, continuo a considerarla come una scelta giusta, che permise alle forze democratiche di guadagnare tempo e forza, mentre chiuse in angolo le componenti reazionarie della società. Si è detto che io avrei dovuto abbandonare la carica di Segre- MikhailGorbaciov CONTINUA A PAGINA 2 PRIMA COLONNA Il ritorno a Mosca, nell'agosto di un anno fa, di Gorbaclov e della moglie Raissa

Persone citate: Andropov, Gorbaciov, Lukianov, Raissa, Segre, Yazov

Luoghi citati: Mosca