Annega in Thailandia

Annega in Thailandia Turista travolto dalle onde non riesce a risalire in barca Annega in Thailandia Si salva un altro torinese Un torinese in vacanza in Thailandia è annegato l'altro ieri in mare. E' stato travolto dalle onde a pochi metri dalla spiaggia del centro turistico dell'isola di Phuket, quando già la barca di salvataggio era riuscita ad avvicinarsi a lui e ad altri due amici fra cui un altro torinese. La vittima si chiamava Rosario Bracco, 37 anni, da due anni impiegato come disegnatore meccanico alla Same di via Bologna 220, abitante con i genitori e un fratello in via Fiochetto 1. Era partito dall'aeroporto milanese della Malpensa venerdì scorso e avrebbe dovuto far ritorno in Italia il 23 agosto. «Si trattava di un viaggio con programma personalizzato - spiegano i responsabili dell'agenzia viaggi Rive Gauche di via Cernaia -. E' venuto da solo a prenotare il 28 luglio, ha pagato anche il supplemento per la camera singola. Una di quelle persone che arrivano all'ultimo minuto e decidono di partire alla scoperta del mondo, meglio il più lontano possibile». Ricorda il fratello Santo, 33 anni: «Fino all'ultimo è stato indeciso se andare negli Stati Uniti, alle Seychelles oppure in Thailandia. Poi devono aver prevalso i racconti fantastici di quei luoghi che gli avevo fatto io che c'ero già stato due anni fa». Phuket, lunga 50 chi¬ lometri e larga 15, si trova a un'ora e mezzo di volo dalla capitale; soprannominata la «perla dell'Oceano Indiano», è l'isola principale di un arcipelago che sparpaglia i suoi piccoli scogli nel Mar delle Andamane. «Eppure mia moglie ed io aggiunge in lacrime il padre di Rosario - non volevamo che andasse così lontano. Era la prima volta. Non dico che avessimo presentimenti, ma inquietudine sì. "State tranquilli", ripeteva lui sicuro, "so quel che faccio. Eppoi ora me lo posso anche permettere"». I primi ad avere notizia della disgrazia, nel primo pomeriggio (tra Italia e Thailandia c'è una differenza di fuso orario di sei ore), sono stati gli addetti dell'agenzia di viaggi torinese, avvisati dapprima via telex dal corrispondente di Bangkok. Ottenuta poi la conferma ufficiale del decesso dall'ambasciatore italiano in Thailandia, è toccato a loro il compito di recarsi a casa e avvisare per primi genitori e fratelli di Rosario Bracco. Ieri mattina ulteriori particolari li ha appresi un nipote del morto, Vincenzo Iannotti, che si è messo in contatto telefonico sempre con l'ambasciata italiana a Bangkok e poi con l'albergo Patong Beach Hotel dove è alloggiato uno dei due sopravvissuti. «Si tratta di un altro torinese, Massimo Marchetti. Ho parlato con lui». Questo il suo racconto: «Le condizioni del mare non erano tanto buone, ma noi tre ci siamo fidati ugualmente, contando sulle nostre forze e sul fatto di essere buoni nuotatori. A pochi metri dalla riva le onde sono, però, aumentate fino a 4 metri di altezza e ci hanno ricacciato indietro. In nostro aiuto è accorsa una barca di salvataggio. Tutti e tre siamo riusciti a raggiungerla e ad attaccarci al bordo dopo enormi sforzi. Quando ci siamo girati, Rosario Bracco, non c'era più. Mezz'ora dopo, le onde lo hanno sospinto sulla spiaggia. Non c'era più nulla da fare». Le pratiche per il rimpatrio della salma sono ora affidate all'Ital Assistance. Si prevede che potrà tornare in Italia tra una decina di giorni. Ivano Barbiero Rosario Bracco, 37 anni disegnatore meccanico era arrivato da pochi giorni nel centro turistico sull'isola di Phuket

Persone citate: Ivano Barbiero Rosario, Massimo Marchetti, Rosario Bracco, Vincenzo Iannotti