Bello e idealista Mussolini per Raidue

Bello e idealista Mussolini per Raidue Il fìlm-tv diretto da Calderone, che farà discutere, protagonista Banderas Bello e idealista Mussolini per Raidue Dice il regista: «Ormai basta tabù» MILANO. Benito Mussolini fuori dalle rappresentazioni tradizionali: niente gesti marziali, comizi alla finestra, enfasi gestuale. Benito Mussolini come un entusiasta ragazzo di provincia; un idealista pronto a tutto pur di mettere in pratica le sue convinzioni politico-sociali; un giovane uomo in crisi davanti ai grandi rivolgimenti della Storia. Benito Mussolini privato della sua celebre calvizie, senza stivaloni e giacche militari, vestito con gli abiti borghesi di un intellettuale prestante, particolarmente sensibile al fascino femminile. Antonio Banderas, l'attore spagnolo prediletto da Pedro Almodóvar, è il protagonista de «Il giovane Mussolini», film tv prodotto da Raidue (con la spagnola TVE e la tedesca Zweitel Unitel) e diretto da Gianluigi Calderone. Arriverà quindi sugli schermi di Raidue per la prima volta un Mussolini clamorosamente «positivo»: come mai questa scelta? «Sono passati cinquantanni, ed è giusto che gli italiani comincino finalmente a studiare meglio la figura di Mussolini; a chiedersi perché qualcuno aveva intravisto in lui "l'uomo nuovo"; a capire che Mussolini è stato qualcosa di più di quel fantoccio di cui ci hanno sempre parlato». Da quattro anni impegnato nella realizzazione di un lavoro destinato a far discutere (il solo, vago annuncio del direttore di Raidue Sodano aveva già provocato a suo tempo polemiche violente e critiche indignate), Calderone insiste sulla contemporaneità della sua ispirazione: «La realtà, anche quella riguardante la vicenda di Mussolini, dev'essere osservata in un'ottica libera: né totem, né tabù. Dall'88 ho cominciato a lavorare all'idea e poi al soggetto di questo film; più tardi, nella fase della scrittura della sceneggiatura, c'è stato il crollo del muro di Berlino e con esso tutti gli altri avvenimenti che conosciamo: l'ideale del proletariato unito è svanito per sempre. Ho capito che la necessità di raccontare questa storia nasceva da un'esigenza molto personale: faccio parte della generazione di quarantenni che hanno fatto certe scelte politiche, dal '68 in poi, e che a un dato momento hanno sentito che le loro sicurezze si dissolvevano... Non c'era personaggio migliore di Mussolini, passato da posizioni di sinistra estrema alla fondazione del partito fascista, per descrivere questo processo, questa confusione, questo cambiamento». Scritto da Lidia Ravera e Mimmo Rafele, con la collaborazione del regista e con la partecipazione di Vincenzo Cerami, «Il giovane Mussolini» si occupa esclusivamente del periodo in cui il protagonista fu socialista. Nella scena di apertura del film tv (tre puntate da un'ora e mezzo ciascuna per un costo complessivo di circa 7 miliardi), Benito Mussolini è un inquieto maestro elementare, affamato di cultura e di esperienze di vita, profondamente colpito dall'in- contro, avvenuto in Svizzera, con la rivoluzionaria Angelica Balabanoff. «La prima parte - spiega Calderone - ha il sapore di un romanzo di formazione, politica ma soprattutto sentimentale, visto che le donne, nella vita di Mussolini, hanno avuto sempre un ruolo importante». Nella seconda parte «il piccolo borghese diventa un leader, e la sua storia somiglia a quella di un moderno self-made-man: Mussolini torna a Forlì, decide di sposare Rachele, diventa padre. Il racconto è compreso nell'arco di tempo che va dall'undicesimo al tredicesi¬ mo congresso socialista: da oscuro segretario di partito di provincia, Mussolini si trasforma in direttore dell'Avanti ! e poi in autore della mozione contro i riformisti del partito». La parte finale (siamo alla fine del 1914) ha il sapore del dramma: «Mussolini viene espulso dal partito socialista: è un uomo in crisi profonda che, al vertice della carriera, si ritrova con in mano un pugno di mosche. Tutte le sue certezze vengono distrutte dallo scoppio della guerra mondiale e la battuta conclusiva, pronunciata a mezza bocca, suona come un avvertimento tragico: "Niente sarà più come prima"». Frutto di una lunga e approfondita opera di documentazione («De Felice è stata la fonte principale - fa sapere Calderone - ma poi ho anche passato molto tempo all'Archivio di Stato, a studiare i documenti originali dell'epoca, le lettere, i telegrammi, le veline...»), «Il giovane Mussolini», che arriverà sugli schermi della seconda rete nella prossima primavera, è stato girato in parte a Milano e in parte a Praga. E questo non certo perché servissero ambientazioni cecoslovacche, ma solo perché da quelle parti «sono rimaste intatte molte strutture del Novecento che in Italia sono andate completamente distrutte». Con Banderas recitano molte donne: Susanne Lothar (Angelica), Raffaella Azim (Lisa) e Claudia Koll, l'ultima scoperta lanciata da Tinto Brass in «Così fan tutte», nella parte di Rachele. Rivivono nel film, naturalmente, diversi personaggi storici famosi: Luca Zingaretti è Pietro Nenni; Andrea Giordana è Naldi; Meme Perlini è Renzi; Pino Micol è Claudio Treves. «Ho evitato di far vedere a Banderas troppi materiali storici su Mussolini - dice Calderone - non volevo assolutamente che fosse colto da tentazioni mimetiche. Abbiamo svolto, durante la lavorazione, un percorso molto interessante e oggi siamo legati da un cordone ombelicale strettissimo. Ieri era l'ultimo giorno delle riprese: c'è stata grande emozione sul set». Fulvia Caprera Antonio Banderas, attore prediletto da Almodóvar nella parte di Mussolini, accanto avrà molte donne fra cui Claudia Koll. Sopra a destra: il duce

Luoghi citati: Berlino, Forlì, Italia, Milano, Praga, Svizzera