Tornano i pianisti a Casa Orfeo di Lietta Tornabuoni
Tornano i pianisti a Casa Orfeo A un anno dalla morte, riapre a Positano la residenza di Kempff Tornano i pianisti a Casa Orfeo Accanto ai corsi, i concerti più esclusivi del mondo RPOSITANO IAPRE Casa Orfeo, la residenza tra gli olivi sulle colline e di fronte al mare Idi Positano destinata da una Fondazione svizzera agli studi e all'insegnamento di Wilhelm Kempff: a poco più d'un anno dalla morte a novantacinque anni del grande pianista tedesco, dieci anni dopo l'interruzione dovuta alla malattia del Maestro, riprendono dal diciotto al trentuno d'agosto i corsi d'interpretazione pianistica beethoveniana famosi nel mondo, tenuti ora dal maestro Gerhard Oppitz, a suo tempo allievo di Kempff. Riprende una tradizione elitaria alta e squisita: «Gli studenti sono soltanto sette», spiega Annette von Bodecker della Fondazione Orfeo, per molto tempo l'assistente più vicina a Wilhelm Kempff. «Sono sempre stati pochissimi, sei, sette, mai oltre dieci: Kempff non ne accettava di più né accettava ascoltatori». La grande sala «nello stile e nello spirito degli Anni Cinquanta» affacciata sul mare che ospita i pianoforti perfetti (e adesso, oltre ai Bechstein e allo Steinway gran coda, anche una Clavinova Yamaha elettronica) accoglie per quindici giorni i pochi giovani pianisti internazionali dal curriculum impeccabile e già usi al contatto col pubblico, studiosi dell'interpretazione della musica di Beethoven: «Il corso del tutto gratuito si svolge per quattro ore al giorno, al mattino. Quest'anno, il maestro Oppitz che ha cattedra a Monaco ha scelto due giovani pianiste italiane, due giapponesi, ima bulgara, un pianista tedesco e uno parigino». Insieme con la ripresa d'una tradizione c'è una novità: per la prima volta Casa Orfeo entra nel giro internazionale, altrettanto elitario, dei concerti privati. Da dodici anni un'istituzione priva¬ ta inglese, lo «Stately Homes Music Festival» fondato e diretto da Douglas Reed, organizza per beneficenza tra inaggio e ottobre una serie di concerti destinati a un minimo di ascoltatori, spesso non più di cinquanta, che si svolgono in alcuni castelli aristocratici, dimore nobiliari, edifici storici d'Inghilterra e di Francia: unendo al fascino della musica il piacere di conoscere case tra le più belle d'Europa, l'appagamento di quello snobismo che fugge gli spettacoli, di massa (considerando tale persino il Festival di Salisburgo) e cerca oggi occasioni riservate a pochi, pochissimi. Il Chàteau de Ferrières vicino a Parigi, residenza baronale dei Rothschild francesi; Renishaw Hall, la casa della famiglia Sitwell nel Derbyshire; Glamis Castle in Scozia, dove è nata la principessa Margaret; Exbury House, acquisita all'inizio del secolo dai Rothschild inglesi; Goodwood House, fatta costrui¬ re alla fine del Settecento dal terzo duca di Richmond: Casa Orfeo a Positano, dove il concerto del pianista svedese Helge Antoni (Bach, Beethoven, Schubert, Chopin) è previsto per cinquanta ascoltatori il 12 e il 13 settembre, è l'unica residenza italiana a figurare nell'elegante lista. A Positano Wilhelm Kempff decise di stabilirsi nei Cinquanta: ma già da bambino sognava l'Italia; già nel 1921 la regina Vittoria di Svezia lo aveva mandato a curarsi a Capri dal proprio medico personale, Axel Munthe. La fondazione Orfeo nacque nel 1957; il primo corso d'interpretazione venne inaugurato da due concerti di Bach per due pianoforti, interpretati da Alfred Cortot e da Kempff. Dice Annette von Bodecker: «Kempff amava moltissimo Positano, di cui era cittadino onorario, dove aveva trovato pace e armonia, dove è morto d'una fine non traumatica, anzi quieta e dolce, come se gli fosse facile lasciare questo mondo. Un anno prima il maestro Oppitz era venuto a sa lutarlo, s'era impegnato a conti nuare il suo insegnamento. Ora la Fondazione mantiene le promesse fatte a Kempff, e la prò pria funzione di studio e d'approfondimento della musica beethoveniana». Lietta Tornabuoni Wilhelm Kempff: il grande pianista aprì la sua casa di Positano a giovani concertisti che volessero specializzarsi nelle interpretazioni beethoveniane. Ora continuerà, Gerhard Oppitz, che fu suo allievo
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