Yen per restaurare le mura crollate di Urbino
Yen per restaurare le mura crollate di Urbino Il sindaco al governo: «Possiamo accettare i giapponesi, ma prima provveda lo Stato italiano» Yen per restaurare le mura crollate di Urbino In cambio gli sponsor vogliono una mostra di Raffaello a Tokyo URBINO. Verrà dal Giappone una sostanziosa spinta per il restauro e il recupero delle mura di Urbino? In molti se lo augurano, in pochi ci credono davvero. Anche se è emersa la disponibilità di un gruppo privato nipponico ad intervenire con una sponsorizzazione per i lavori di ripristino e consolidamento delle mura cinquecentesche della città rinascimentale, interessate il 10 giugno scorso da un disastroso crollo. La disponibilità arriva da Tatsuro Akanegakubo, della Italplanning, una società di promozione che ha già organizzato uno scambio di mostre fra Giappone e Italia. «Quando ho ricevuto una lettera dalle autorità urbinati che mi chiedevano di interessarmi per l'individuazione di possibili sponsor nipponici per il restauro delle mura di Urbino ha spiegato l'uomo d'affari giapponese - mi sono dato subito da fare, trovando un certo riscon¬ tro. E stiamo valutando l'opportunità di creare delle società miste che possano interessarsi al restauro. Certo, tutto sarebbe più facile se in cambio l'Italia acconsentisse l'organizzazione nel mio Paese di una mostra di Raffaello Sanzio, magari in due o tre città diverse. Sarebbe visitata da milioni di giapponesi». «Già due anni fa - racconta Alberto Berardi, assessore provinciale alla Cultura - mi venne richiesta la collaborazione per realizzare una mostra dedicata a Raffaello». Ora l'Italplanning torna alla carica, mettendo sul piatto della bilancia un possibile finanziamento per il restauro delle mura. Urbino però possiede solo un quadro importante di Raffaello, «La muta». Gli altri dovrebbero essere concessi - naturalmente dopo aver ottenuto l'indispensabile placet ministeriale - dagli Uffizi o da Brera. Il sindaco senatore Giorgio Londei: «E' vero, ho mandato una lettera alla società giapponese chiedendole di intervenire, l'ho fatto nei primi concitati momenti dopo il crollo di una parte delle mura cittadine. Ma un'eventuale sponsorizzazione dev'essere complementare e non sostitutiva dell'intervento dello Stato. Per il quale, insieme al senatore Carlo Bo, abbiamo già avviato l'iter legislativo. Prima l'Italia faccia la sua parte per Urbino, poi ben vengano i giapponesi». Sei miliardi sono già stati individuati in una legge speciale. Per altri 46 (necessari per evitare altri crolli) il disegno di legge è in Commissione al Senato. Per tornare ai giapponesi, che sarebbero stati «colpiti» dalla notizia del crollo, hanno già sponsorizzato (con Nippon Tv) il restauro della Cappella Sistina. E anche il recupero di alcuni affreschi pompeiani custoditi agli Uffizi. Ora potrebbe essere l'ora di Urbino. «Tutto serve - dice il senatore Carlo Bo -, ben vengano i giapponesi. Purché succeda davvero: la città ducale ha bisogno degli interventi dello Stato e di quelli dei privati. Sui quadri di Raffaello, comunque, deve decidere il ministro». Luigi Luminati Carlo Bo
Persone citate: Alberto Berardi, Brera, Carlo Bo, Giorgio Londei, Raffaello Sanzio
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