L'ombra lunga delle rivalità

L'ombra lunga delle rivalità gOPOLA RIFORMA L'ombra lunga delle rivalità NASCE una nuova figura di poliziotto supermanager responsabile dell'alta direzione e del coordinamento dell'ordine e sicurezza pubblica. Sarà probabilmente il vero capo della Dia, l'Fbi italiana, avrà pieni poteri, coordinerà anche i carabinieri e farà riferimento al ministro dell'Interno. Dopo la nomina del Procuratore nazionale Antimafia, e la sostituzione dei direttori dei due servizi segreti, il governo mette a punto le ultime strategie che dovrebbero consentire allo Stato di sferrare la grande offensiva di settembre contro gli uomini di «Cosa Nostra». I quali, incuranti della presenza dell'esercito, continuano a seminare sulla terra di Sicilia i loro morti ammazzati. D. nuovo prestigioso incarico sarà affidato forse all'attuale capo della polizia che, una volta promosso, lascerà quella poltrona che, dopo gli omicidi Falcone e Borsellino, più d'uno voleva che gli fosse tolta. Se nelle prossime settimane la polizia di Stato avrà un nuovo responsabile, così pure accadrà per l'Arma dei carabinieri. L'attuale comandante Antonio Viesti, da sempre scettico sull'opportunità di dar vita a nuove strutture mvestigataverotterrà-un altro incarico, il suo successore non è stato ancora nominato solo perché le forze politiche non hanno trovato un accordo sul nome del candidato. La decisione di scindere le funzioni di capo della polizia e di direttore generale della Pubblica sicurezza è stata presa per superare le gelosie tra le diverse strutture che dovranno operare al vertice della Dia e in stretta collaborazione con il Procuratore nazionale Antimafia. La legge che ha istituito la Direzione investigativa prevede un Consiglio generale del quale fanno parte i capi dei servizi segreti, i comandanti generali della Finanza e dei carabinieri oltre al capo della polizia e all'Alto commissario Antimafia. Quest'ultima carica è stata abolita e i poteri E-feriti al nuovo superpoli;o. E quando, subito dopo la ripresa estiva, il Consiglio si riunirà, l'organismo sarà composto di tutti uomini nuovi, fatta eccezione per il prefetto Finocchiaro che, passando dall'Alto Commissariato al Servizio segreto interno, continuerà a dispetto di quanti volevano la sua testa, ad essere presente nel delicato organismo istituzionale. La segreta speranza dei politici è che, azzerate tutte le cariche e inventato anche un nuovo responsabile «amministrativo» della sicurezza pubblica, i nuovi vertici trovino la maniera di dialogare e di superare le antiche rivalità. Solo così sarà possibile realizzare la vecchia idea di Giovanni Falcone e Francesco Cossiga i quali avevano da tempo e in occasioni diverse, auspicato la contrapposizione alla «cupola» dell'Antistato di una struttura unitaria in grado di organizzare le strategie di lotta per combattere l'esercito di «Cosa Nostra». Ora essa è operativa e la legge gli attribuisce sulla carta poteri molto ampi. Perché la sua azione possa essere efficace, occorre che essa non subisca limitazioni o condizionamenti. Procuratore., aai zionale Antimafia e capo dell'Fbi italiana debbono poter indagare a trecentosessanta gradi senza incappare in alcun tipo di immunità sia essa di ordine politico o istituzionale. Niente segreti di Stato o di ufficio, niente segreti professionali o di altro tipo. Se la lotta alla criminalità organizzata la si vuol combattere seriamente, occorre che gli uomini chiamati a questo compito non incontrino ostacoli. Che dire se oggi, nel regolare i poteri del superpoliziotto, il governo decidesse di prendere atto che per fatti di mafia, criminalità organizzata, estorsioni, corruzioni e tutte le altre ruberie di Stato non vale alcuna immunità? Per le forze politiche sarebbe una decisione lacerante, ma per il cittadino un segnale assai più confortante e significativo dei soliti balletti di poltrone di mezza estate. Roberto Martinell^J

Persone citate: Antonio Viesti, Borsellino, Finocchiaro, Francesco Cossiga, Giovanni Falcone

Luoghi citati: Sicilia