Sordo nei panni di Lentini di Franco Badolato

Sordo nei panni di Lentini Oggi con il 7 contro la Lucchese per essere l'erede del suo grande amico Sordo nei panni di Lentini «Gigi è unico ma quello è il mio ruolo» TORRETTA TERME DAL NOSTRO INVIATO La sera del 30 giugno scorso, Gian Luca Sordo aveva appena raggiunto il ritiro della Nazionale Olimpica, a Pinzolo, quando gli annunciarono la notizia che stava sconvolgendo il calcio-mercato. L'amico Lentini era diventato un giocatore del Milan. Da quel momento sono passati 43 giorni e stasera alle 20,30, a Massa, dove il Torino affronta in amichevole la Lucchese, Sordo ricomincia, pur con compiti e caratteristiche diversi, proprio da quella maghe numero 7 che (tranne l'ultima stagione, per un favore fatto a Scifo) per anni è stata indossata da Lentini. Stessa età, sono nati nel '69, entrambi single, i due «ragazzi del Filadelfia» erano sempre insieme. Oggi Sordo è un po' più solo, ma è anche deciso a farsi strada nel Toro che ha riabbracciato con piacere lunedì sera dopo la sfortunata parentesi olimpica. «I Giochi non sono fatti per noi calciatori - confida Sordo con amarezza -. Un atleta può prepararsi da solo all'evento atteso per 4 anni, a noi serve la concentrazione che solo un ritiro in albergo può darci. A Barcellona stavo male nel Villaggio, come tutta la squadra. Le accuse rivolte da alcuni componenti della spedizione azzurra nei nostri confronti so- no state ingiuste. Può darsi che la vittoria nell'Europeo Under 21 ci avesse scaricati. Tecnicamente eravamo i migliori, ma gli avversari correvano, il doppio. Forse le preparazione sbagliata, forse la tensione per la responsabilità che era caduta sulle nostre spalle, certamente la squadra non ha girato: un'esperienza da dimenticare». Proprio per recuperare Sordo il più in fretta possibile, stasera Mondonico, contravvenendo a ogni previsione, manderà in campo il giocatore fin dall'inizio: «Penso che il miglior allenamento per lui sia la partita» sostiene il tecnico. E Sordo, di rimando: «Sarà una stagione dall'inizio ad handicap per me. Devo lavorare di più per mettermi al passo degli altri, spero di essere in condizione per l'inizio del campionato». Sordo alla Lentini? «La soluzione ideale per me è stare sulla fascia destra» ammette il centrocampista pettinandosi con la mano i lunghi capelli. Mondonico spiega: «Mi aspetto da lui quel tipo di lavoro che permetta a Scifo e Aguilera di poter esprimere la loro fantasia». Una staffetta, quella fra Lentini e Sordo, che tatticamente potrebbe perfino risultare proficua per il Toro. Stiamo esagerando? «Beh, sì - interviene Sordo - in quanto Gigi ha pochi eguali in Italia. Sentiremo la sua mancanza. Era un punto fermo, come Cravero e Policano. Però Fortunato, Sergio e Aguilera sono in grado di non farli rimpiangere. Io mi auguro di raggiungere quest'anno quella maturità che ha favorito l'esplosione di Lentini nelle ultime due stagioni. Per far questo dovrò fare il salto di qualità necessario a conquistarmi un posto fisso in squadra». L'occasione viene subito, in un Toro che Mondonico preferisce mascherare schierando contro la Lucchese di Orrico oltre a Sordo anche Sinigaglia al posto di Fortunato, Aloisi per Armoni e Zago per Scifo. Inoltre Silenzi e non Casagrande. Il brasiliano giocherà invece ve¬ nerdì a Brescia fin dall'inizio, come Scifo (probabilmente in campo nella ripresa a Massa insieme con* Fortunato e Mussi). Questo perché, fra l'altro, domani alle 17 ci sarà un'amichevole di 60' con i dilettanti del Porretta Terme. Tre partite in tre giorni per varare il nuovo Toro. Sordo, Mussi e Saralegui (fino a domenica in Uruguay) si contendono in pratica l'unico posto libero nello scacchiere 35-2 granata: Bruno-Fusi-Annoni in difesa, Sordo-VenturinScifo-Fortunato-Sergio a centrocampo, Aguilera e Casagrande, o Silenzi, in avanti. Franco Badolato Gianluca Sordo è nato 23 anni fa a Carrara. E' alla sua quinta stagione nelle file del Torino. Nel campionato 1986-89 ha giocato nel Trento