Tariffe e sprechi Usl la Corte spara a zero
Tariffe e sprechi Usl la Corte spara a zero La magistratura contabile all'attacco Tariffe e sprechi Usl la Corte spara a zero Iprezzi praticati dagli enti pubblici sono aumentati più dell'inflazione ROMA. La Corte dei conti, presieduta da Giuseppe Carbone, torna implacabilmente a denunciare i mali e le storture del sistema-Italia attraverso la relazione generale sul rendiconto statale. Sotto tiro, questa volta, soprattutto le tariffe pubbliche e i prezzi dei servizi che «corrono» ad un ritmo superiore a quello dell'inflazione», la spesa sanitaria che «non accenna a diminuire», ma pure la mancata riduzione degli aiuti alle imprese da parte dello Stato. • Sanità. Per la Corte dei conti la riforma del sistema sanitario è sempre più «indilazionabile» perché nonostante il «massiccio au. mento» delle risorse poste a disposizione del settore «gli impegni di spesa delle Usi sono risultati anche per il '91, come già negli anni precedenti, sensibilmente maggiori, superando i 92 mila miliardi». Secondo la relazione sul rendiconto dello Stato '91, il notevole incremento dello stanziamento di parte corrente del fondo sanitario nazionale pari a circa 79 mila miliar1" (nel '90 era stato di 64 mila li Ciardi) «non è stato sufficiente ad impedire la formazione di ulteriori passività». Quindi, «depurando» i 92 mila miliardi dalle entrate proprie delle Usi «residuano oneri non coperti dagli stanziamenti di bilancio per oltre 10 mila miliardi». Lo Stato è così costretto a ripianare ogni anno i disavanzi delle usi. • Tariffe e prezzi. La Corte dei conti denuncia la corsa galoppante di tariffe pubbliche e prezzi dei servizi. In Italia, negli ultimi cinque anni, dal 1986 al '91, il contributo all'inflazióne da parte del terziario «esprime valori costantemente più elevati e tendenzialmente ere- Giuseppe Car one scenti»..La Corte rileva poi che nei servizi pubblici si assiste ad una dinamica di prezzi e costi diversa rispetto all'industria. Nel settore industriale, infatti, i prezzi tendono a crescere in misura più contenuta rispetto ai costi, mentre nei servizi entrambe le «voci» aumentano, ad un ritmo superiore. La Corte sollecita quindi cambiamenti di strategia, innanzitutto attraverso un aumento di produttività capace di alleggerire anche gli oneri sulla finanza pubblica. Per ottenere questo risultato, la magistratura auspica anche una separazione della gestione, distinguendo le finalità di pubblico servizio da quelle proprie di un'impresa a tutti gli effetti. L'aumento tariffario è comunque stato superato dalla crescita dei costi, che dimostrano «una dinamica indipendente, in quanto tariffe e costi sono influenzati ognuno da logiche non collegate tra loro». E questo «è ancora più evidente nel caso delle poste e delle ferrovie». Riguardo all'Enel, ora trasformato in s.p.a, si rileva che le tariffe «non sono aumentate che a seguito del contratto di programma del '90, ma il sovrapprezzo termico non ha esercitato alcuno stimolo incentivante ad un risparmio sugli acquisti». • Aiuti alle imprese. Dopo la flessione registrata nel triennio precedente, l'ulteriore riduzione dei trasferimenti alle imprese sul bilancio dello Stato prevista dalle varie leggi finanziarie non si è verificata né nel '90 né nel '91. Al contrario, specialmente nel 1990, i dati finanziari hanno segnato un consistente aumento. Gli impegni sono infatti passati a 12.307,6 e a 11.810,5 miliardi contro gli 11.033,9 miliardi del 1989. Giuseppe Carbone
Persone citate: Ciardi, Giuseppe Carbone
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