In Paradiso con le prostitute

In Paradiso con le prostitute Polemica per un articolo di «Trenta Giorni»: perché la Chiesa le tollera In Paradiso con le prostitute Zarri: lo Stato pontificio le teneva sotto controllo Magli: la morale sessuale cristiana non funziona ROMA. Anche il marciapiede interessa al teologo. E così succede che nel numero di agosto, la rivista «Trenta Giorni», vicina a Comunione e liberazione e solitamente austera nelle immagini, diventi un tantino «osée». Raffigurazione di una casa di tolleranza in miniatura medievale, ritratto di giovani meretrici al bagno in quadretto rinascimentale. E, tanto per non dimenticare il presente, foto notturna a Tor di Quinto nella zona Nord di Roma: due prostitute, il lampione, macchina ferma con autista che contratta il prezzo. Sette pagine dedicate al mestiere più antico del mondo. Con queste parole: «La Chiesa tollera la prostituzione, pur condannandola. Il motivo? Basta rileggere il medioevo. E Pio XII, che spiega come la Chiesa a volte non impedisce l'errore per promuovere un bene maggiore». L'errore è la prostituzione, che pur condannata sul piano morale, può servire ad arginare mali maggiori, come la corsa alla violenza o all'adulterio. Del resto il titolo è chiaro: «Le prostitute ci precedono in Paradiso». Gesù lo ha detto nel Vangelo. E «Trenta Giorni» lo conferma. Prendendo lo spunto da un fatto di cronaca avvenuto due mesi fa. Don Augusto Mozzetti, parroco della diocesi di Novara, non si rassegnava alla crescita selvaggia della prostituzione nel territorio della sua parrocchia. Che fare? Come arginare lo scempio? Ecco la proposta: perché non riparliamo di case di tolleranza? Apriti cielo. «Gli sono piombati addosso le critiche di moralisti e teologi», scrive «Trenta Giorni». Eppure, dice la rivista, i maestri della Chiesa sono di diverso avviso. Sant'Agostino, San Tommaso, San Gerolamo, le «Summae» medioevali per i confessori, Papa Pio XII: «Benché in linea di principio i maestri della Chiesa disapprovassero la prostituzione e pensassero che dovesse essere proibita, in pratica erano pronti a tollerarla e a giustificarne la tolleranza in una società cristiana». Tirata d'orecchi ai cattolici. Prima di prendere a sassate il povero prete di Novara, vadano a leggersi San'Agostino e San Tommaso. Prostituzione inevitabile? Male da ((tollerare» pur nella condanna? «Nello Stato pontificio era regolamentata dice la teologa Adriana Zarri -. I Papi la condannavano sul piano morale ma la tolleravano sul piano politico». Realismo o ipocrisia? «E' un saggio esempio di senso della laicità dello Stato. Che dovrebbe valere oggi anche per l'aborto, il divorzio e fatti analoghi: la Chiesa, che li condanna sul piano morale, non dovrebbe opporsi a una loro rego- lamentazione sul piano civile». La prostituzione è un male necessario? «Un bene necessario», risponde lo scrittore Luciano De Crescenzo. «I brutti, gli sfortunati, i poveretti: chi ci pensa? Avranno diritto anche loro a godere di questa grazia che è il sesso». E' una visione realistica quella della Chiesa? «Sotto un certo aspetto sì. Anche se una cosa va detta: ogni volta che l'uomo decide in base ai princìpi e non ai fatti commette degli errori. Faccio tre domande. Con la chiusura di "quelle" case è aumentata o diminuita la prostituzione? E' aumentato o diminuito il pericolo dal punto di vista medico? Sono aumentati o diminuti i rischi per le stesse prostitute?» Per l'antropologa Ida Magli, c'è un «mea culpa» da recitare. E il primo passo tocca alla Chiesa. «La sua morale, in campo sessuale, non ha mai funzionato. Ci insegna che la sessualità è facilmente controllabile e continua a predicare astinenza, castità e cose simili. Ma poi tollera la prostituzione perché si rende conto che la realtà è un'altra. In un passo del Vangelo Gesù dice ai farisei: "Avete messo sulle spalle degli uominini pesi che non sono m grado di portare". E' ciò che ha fatto la Chiesa con la sua morale sessuale». Niente affatto, dice monsignor Ersilio Tonini, arcivescovo di Ravenna. La Chiesa noni è un carabiniere. Condanna sul piano morale la prostituzione. Ma San Tommaso insegna che l'etica non riguarda soltanto il piano morale personale. «C'è anche un'etica legislativa a raggio più ampio - dice Tonini - che coinvolge la politica e dove lo Stato non può certo inseguire tutta la sfera personale dell'individuo. In questa sfera vale il concetto di tolleranza. Una tolleranza che tiene conto della natura umana. La prostituzione è tollerata nella necessità di evitare mah maggiori: la violenza alle donne, ai minori, il disordine tremendo che deriverebbe alla società da una sua repressione totale». Mauro Anselmo Sotto monsignor Ersilio Tonini, protagonista di una trasmissione tv con Biagi Sopra lo scrittore napoletano Luciano De Crescenzo L'antropologa Ida Magli e a sinistra la teologa Adriana Zarri Monsignor Tonini: la comprensione tiene conto della natura umana

Luoghi citati: Novara, Ravenna, Roma