Papi, vacanze interrotte

Papi, vacanze interrotte L'ex manager della Cogefar-Impresit interrogato su alcune dichiarazioni di altri imputati: un nuovo blitz? Papi, vacanze interrotte Convocato d'urgenza dal giudice MILANO. Due ore di interrogatorio nel massimo segreto, lontano da occhi indiscreti. Enzo Papi, l'ex dirigente di CogefarImpresit rimasto per 55 giorni a San Vittore, è stato nuovamente convocato dai giudici di Tangentopoli. L'ex manager del gruppo Fiat si trovava in vacanza in Toscana, con la famiglia. Ferie interrotte, all'improvviso e con urgenza, per un nuovo faccia a faccia con il giudice Piercamillo Davigo. Segreta fino all'ultimo momento la sede scelta per l'interrogatorio: la caserma dei carabinieri di viale Umbria, usata altre volte per gli atti istruttori più riservati. Top-secret anche il contenuto dell'interrogatorio. Si sa solo che Enzo Papi è stato chiamato a fornire precisazioni su circostanze raccontate ai giudici negli ultimi giorni da altre persone finite nell'inchiesta sulle tangenti. Appalti e tangenti su strade e autostrade, uno dei filoni che stanno seguendo gli inquirenti? La Cogefar-Impresit, insieme ad altre aziende, ha avuto appalti per l'autostrada Milano-Serravalle. Il mistero continua. Tutti gli atti istruttori che riguardano Papi sono stati «segretati» dai magistrati. Vogliono evitare che filtri anche la più piccola indiscrezione. In preparazione di nuovi blitz? Il mistero avvolge anche la vita privata di Enzo Papi, mister invisibile per i fotografi e gli operatori televisivi che seguono l'inchiesta «Mani pulite». Nessuno lo ha riconosciuto, qualche giorno fa, quando al pronto soccorso di Cecina, in provincia di Livorno, si è fatto medicare una contusione per un incidente stradale avvenuto mentre si trovava in vacanza con la famiglia a Rosignano. Questo incidente, insieme al carcere, completa l'anno nero del manager. In vacanza Di Pietro, gli altri due pm dell'inchiesta, Gherardo Colombo e Piercamillo Davigo, continuano a lavorare a pieno ritmo. Oltre agli interrogato¬ ri ci sono da studiare montagne di carte, da confrontare verbali. Alla ricerca dei punti comuni dell'inchiesta che ha messo in luce gli accordi tra gli imprenditori e i politici, per l'assegnazione degli appalti accompagnati dalle mazzette. Accordi minuziosi, anche tra gli stessi imprenditori. Come ha raccontato ai giudici, nel verbale del 28 aprile, Egidio Proverbio, allora detenuto a San Vittore. «All'interno dell'Assimpredil, l'associazione che raccoglie gli imprenditori edili - racconta Proverbio - ci sono degli imprenditori che si interessano delle commesse pubbliche, anche riguardanti il Comune di Milano, e cercano di mettersi d'accordo preventivamente fra di loro per evitare conflittualità e concorrenza fastidiosa in sede di aggiudicazione degli appalti». Racconta ancora Proverbio: «Io mi sono impegnato, con riferimento ad altri appalti che dovevano essere aggiudicati ad altre imprese, a non intralciare la loro volontà. Tra noi c'era un "patto di non belligeranza", ovvero un accordo imprenditoriale finalizzato a suddividerci il mercato senza dover sottostare alle estenuanti regole del* la concorrenza». Di altri appalti e mazzette, relative al nuovo palazzo di giustizia di Padova, si parlerà oggi a San Vittore. Salvatore Ligresti, detenuto dal 16 luglio per le tangenti milanesi, nel pomeriggio verrà sentito dai giudici veneti che gli hanno inviato un mandato di cattura per corruzione. Al «re del mattone» sono contestate tangenti per un miliardo e mezzo, pagate dalla Grassetto Costruzioni per ottenere l'appalto. Per questa vicenda, alla procura di Padova sono sotto inchiesta l'ex sindaco Settimo Gottardo, oggi deputato de, e il parlamentare psi Antonio Testa. In attesa dei giudici padovani Ligresti ha chiesto ai magistrati milanesi l'autorizzazione a firmare alcuni documenti delle sue società. Fabio Potetti

Luoghi citati: Cecina, Comune Di Milano, Livorno, Milano, Padova, Serravalle, Toscana