A GONFIE VELE INTORNO AL MONDO

A GONFIE VELE INTORNO AL MONDO A GONFIE VELE INTORNO AL MONDO DN giorno Lizzi e Carlo, stanchi dell'assillante vita metropolitana milanese, hanno preso una decisione importante. Lasciato il lavoro, gli affetti, gli amici, hanno attrezzato la loro barca a vela e sono partiti per fare il giro del mondo. Sono tornati in Italia dopo 1000 giorni con il resoconto di un'avventura lunga 40 mila miglia che viene pubblicato da Mursia (Auriemma e Eordeg, Sotto un grande cielo, pp. 256, L. 28.000). Percorrendo l'immensa strada di sale, fermandosi su isole pressoché sconosciute e passando là dove spesso il sogno di molti si sofferma, i due navigatori hanno trovato un'intesa con il mare, talmente forte che già stanno organizzandosi per ripartire. Anche Giuliano Giongo, alpinista di Merano, aveva un sogno: voleva capire come vivevano, secoli fa, i nomadi del mare che remavano per miglia e miglia, in canoa, alla ricerca di cibo e bivacchi improvvisati intorno alle isole della Terra del Fuoco. Giongo ha ripercorso le rotte dei nomadi, su una canoa di gomma, sballottato da onde ghiacciate e dal vento di neve. Aveva con sé soltanto una tenda; si nutriva di alghe e cozze. Leggendo il suo diario (Tekenika, Editicn Raetia, pp. 243, L. 35.000) si può intuire il perché di una ricerca così esasperata: Giongo, laggiù, è riuscito ad essere felice, seppure per pochi attimi. Felicità che poteva avere una sua ragion d'essere soltanto in quel tormentato contesto. Il compimento di un'impresa estrema trova le sue motivazioni anche nell'ambizione. La sfrenata voglia di vincere e trovare una conferma nelle proprie forze, per esempio, ha condotto il navigatore francese Titouan Lamazou sul filo di un record nel giro del mondo in solitario a vela. La cronaca della regata, vessata da gravi inci¬ denti e da angoscianti avvenimenti, è scritta da Patrick Le Roux (Titouan Lamazou. Domani morto io, morti tutti, Mursia, pp. 188, L. 28 mila). Il diario ha molti ingredienti dell'avventura marinara sulla quale domina, al di sopra di ogni altra emozione (i ricordi, il rovesciamento dello scafo di un amico in gara con lui, la brutale magia dei Mari del Sud) il timore del giovane velista di essere superato dagli altri. Per tutto il viaggio assapora e quasi vive la vittoria come in un sogno perpetuo, ma alla fine, la realtà gli presenterà un conto a sorpresa. La voglia di affermarsi guida anche le gesta del protagonista dell'ennesimo romanzo di Sam Llewellyn (Il timone spezzato, Longanesi, pp. 255, L. 28.000). Agutter, progettista geniale del South Devon, ha inventato un timone rivoluzionario, ma qualcuno vuole sabotare il suo progetto. Il protagonista dovrà affrontare burrasche tremende (a terra e in mare) per riuscire a dimostrare le proprie capacità. Sembra quasi un romanzo il libro biografico dedicato ad uno dei più esperti marinai viventi e scritto da Daniel Gilles (Eric Tabarly, l'uomo, le sue barche, le sue vittorie, Mursia, pp. 168, L. 28.000). In Francia Tabarly è un eroe nazionale, un mito. Per aver portato a termine imprese eccezionali, per come fa danzare i suoi velieri, per il suo modo di vivere e di insegnare. Un vero marinaio bretone. Il libro che gli è stato dedicato è senza dubbio fedele alla realtà, ma nel racconto manca quel pizzico di ironia che servirebbe a rendere più umano il supermarinaio francese. A ridimensionare la realtà, in fatto di eroi, ci pensa Davide Besana, giovane designer milanese, autore di spassosi fumetti. Già il titolo La vela fa schifo (editrice Incontri Nautici pp. 142, L. 23.000) fa intuire da quale prospettiva vengano osservati gli adoratori del vento. Besana, come un attento erom¬ sta, propone le storie di skipper famosi o di marinai della domenica e non teme di contrapporre la debolezza all'esultanza, la paura all'audacia sfatando, con un sorriso, il mito del «capitano coraggioso». Nella vetrina marinara ci sono quattro libri speciali dedicati agli appassionati di mare. Gli amanti della tradizione scopriranno il piacere di sfogliare La barca classica (editoriale Alauda, pp. 128, L. 70.000), di Joseph Gribbins, con molte fotografie arricchite da testi dedicati alla storia delle barche di legno (a remi, da lavoro, a vela e a motore) o di leggere Vela al terzo a Venezia di Vittorio Resto (Il Cardo, pp. 240, L. 47.000). Quest'ultimo è un trattato di storia e di architettura navale sulle barche tradizionali della laguna che ancora oggi vengono valorizzate da chi si diverte ad andar per mare alla maniera vecchia a dispetto dei potenti motoscafi e delle barche costruite nei laboratori chimici. E poi due libri fotografici. Il primo è di Franco Pace, La rosa dei venti (Edizioni Reporter, pp. 160, L. 180.000). Il fotografo triestino da 15 anni rincorre velieri in tutto il mondo. Con il suo obiettivo riece a carpirne la maestosità e la sublime eleganza per poi offrire quegli attimi di luce come sferzate ammaliatrici. L'altro è Rapsodia blu (Nautica Editrice, pp. 216, L. 125.000) di Luca Sonnino Sorisio che propone un volo negli abissi a caccia di pesci, coralli e fondali di cobalto. La tecnica fotografica è espressa in maniera magistrale in questo prezioso volume. Il giovane cacciatore, per meglio trasmettere il senso del proprio lavoro, ha chiamato a raccolta i poeti, letterati e tutti coloro che hanno cantato miserie e glorie degli oceani ed è riuscito a comporre un accattivante collage. La sua rapsodia blu. Irene Cablati

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