Vieni avanti Caizzi!

Vieni avanti Caizzi! Parla la spalla di Ingrassia in «Avanspettacolo» su Rai3 Vieni avanti Caizzi! «Faccio l'attore per pigrizia» NAPOLI. In «Avanspettacolo», il programma di Raitre del martedì di Ciccio e Franco, c'è una «spalla» col cognome classico del varietà. Adesso che Franco Franchi è stato costretto ad abbandonare la trasmissione per malattia, Ciccio Ingrassia, che sa bene come sfruttare ogni sfumatura in palcoscenico, adopera il suo cognome «Caizzi», come un tormentone. Nel senso di «Vieni avanti Caizzi!». Lucio Caizzi è un giovane che arriva dal cabaret. Per lui l'essere approdato in un'importante trasmissione tv è un'esperienza «da non dimenticare mai». Parla a raffica. «Vietato interromperlo», come diceva Maurizio Costanzo quando Caizzi appariva nel suo «Costanzo Show» (dove fra l'altro possiamo rivederlo stasera in «Maurizio Costanzo Show - Come eravamo» accanto a Jovanotti, Renzo Arbore e Andrea Roncato). «M'hanno chiamato qui alla Rai perché ho vinto un provino. Poi si sono accorti che sono un napoletano anomalo. Non so ballare e neppure cantare. "Ma come mi dicono - è mai possibile un napoletano stonato?" Ma io già quando penso sono stonato. E poi, se la debbo dire tutta, non mi piace nemmeno la pizza. Come mi sento fra tante belle ballerine? Madonna. Mi ricordavo di Sordi che diceva che nell'avanspettacolo si riu- sciva ad andare a letto con le ragazze. Mo' devono essere passati anni luce. Noi lavoriamo moltissimo. Proviamo tantissimo e fino a tardi. Sempre a fatica. E le ballerine sono serissime come collegiali. Tutte acculturate. Universitarie addirittura: una è laureata in architettura. Per il resto mi trovo bene. Non mi fanno mai dire niente in tv. Appaio e basta. Io e Franco (quando era presente) eravamo gli unici a recitare a braccio, senza copione. Lui, perché improvvisava, io perché non c'avevo e non c'ho scritto niente sopra. Il fatto è che l'autore Dino Verde è stato coerente fin dall'inizio. Ce l'ha con me. Dice che sono un comico monologhista. E non ci sarebbe niente di male a dirlo, se la parola "monologhista" non uscisse dalla sua bocca come un epiteto incredibile. Chi mi piace di più fra Ciccio e Franco? Come si fa a dire. E' un tutt'uno, una persona sola. Io nel programma sono specializzato nelle pause. Sono lo spazio bianco. E' vero che le pause, come diceva Buster Keaton, sono il momento magico dell'attore. Madonna mia quanti ne vivo di questi magici momenti. Mi sento come una meravigliosa assenza. Però sto contento. E' stata ed è una grande esperienza. Speravo però che un programma così potesse essere trasgressivo e invece è d'una serietà a prova di bomba. L'unica vera trasgressione sarà quella di finire a lavorare con Pippo Baudo». «Vorrei dire ancora una cosa: amici napoletani e dei napoletani: smettetela di offrirmi "na tazzulella 'e café" solo perché sono di Napoli, perché a me mi piace l'orzata. Per spiegare meglio come sono, voglio raccontarvi ancora una cosa. Una volta per un provino al cinema, m'hanno chiesto: "Lei conosce l'inglese? Sa andare a cavallo? Sa tirare di scherma?" Mo' dico io, se sapessi fare tutte 'ste cose avrei scelto di fare l'attore? Il diplomatico avrei fatto. Io invece sono diventato attore per pigrizia. Va bbuono!?» Nevio Boni Ciccio Ingrassia in «Avanspettacolo»

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