E' da record la cavalcata del Destriero
E' da record la cavalcata del Destriero Da New York alle isole Scilly in 58 ore e trentaquattro minuti, grande festa con TAga Khan E' da record la cavalcata del Destriero Storica impresa, ha conquistato il Nastro Azzurro Alle 6,14 il Destriero è passato di fronte al faro di Bishop Rock, bucando il velo di foschia, mentre sul ponte di comando gli uomini del mare saltavano di gioia. In questa livida mattina di una domenica inglese, la nave italiana ha compiuto un'impresa storica, conquistando il Nastro azzurro cinquantanove anni dopo il Rex. Dagli Stati Uniti all'Inghilterra, dal faro di Ambrose Light, la porta di New York, a quello di Bishop Rock nelle isole Scilly, in 58 ore, 34 minuti e 50 secondi, viaggiando a 53,09 nodi, una media che ha dell'incredibile e che straccia quasi il precedente record, della Gentry Eagle. Un boato di gioia, calici in alto per il brindisi, Cesare Fiorio sul ponte di comando: «Grazie a tutti, siete stati stupendi. Siamo in Inghilterra, non a Barcellona, ma anche noi abbiamo vinto la nostra medaglia d'oro». Nel lontano 1933, il Rex aveva fatto il percorso inverso, arrivando nella notte buia del 16 agosto davanti a New York. Dritte di prua, parecchie miglia più in là, le luci di Manhattan si riflettevano sulle acque dello Hudson, quando Francesco Tarabotto chiamò al telefono di bordo Luigi Risso, il direttore delle sale macchine: «Signor Risso, ghe l'aveimo feita». «Congratulazioni, comandante. E' una grande soddisfazione». In quel lontano giorno d'agosto, il Rex aveva stupito gli americani, che non davano molto credito al transatlantico italiano. Ci impiegarono, Tarabotto e i suoi uomini, quattro giorni, 13 ore e 58 minuti, alla velocità di 28,92 nodi, vale a dire quasi il doppio del Destriero. Oggi, la nave dello Yacht Club Costa Smeralda non ha soltanto ripetuto quell'impresa, spingendo a 98,323 chilometri all'ora sulle 3106 miglia che dividono il faro di Ambrose Light da quello di Bishop Rock. Ha staccato di quasi quattro ore il Gentry Eagle, ha lasciato indietro a più di 21 ore il catamarano inglese Hoverspeed Great Britain, ha preso il trofeo del «Columbus Atlantic City» per la doppia traversata, e ha vinto anche il Virgin Atlantic Trophy per la più veloce traversata in assoluto. Così che alla fine Cesare Fiorio, il responsabile del programma, può commentare con orgoglio che «la tecnologia del Destriero segna nel campo marittimo la stessa rivoluzione tecnologica che scosse il mondo aeronautico al momento dell'abbandono dei motori a pistoni per i turbo jet. Il Destriero era stato pensato e progettato per essere il prototipo di una grande famiglia di una nuova generazione di navi in grado di rivoluzionare il trasporto marino, con il principio dell'alta velocità». Oggi, nell'aria di festa, sono dimenticati i giorni brutti degli insuccessi, quando il Destriero tentò per la prima volta di vincere il Nastro Azzurro e fu battuto da una tempesta. E adesso, anche il principe Karim Aga Khan, presidente dello Yacht Club Costa Smeralda, arriva a Plymouth e ripete che questa non è solo una vittoria nostra, «ma è soprattutto una vittoria dell'Italia. Una affermazione tecnologica e sportiva». E Franco Nobili, presidente dell'Ili, gli fa eco: «Questo è un segno augurale per la Fincantieri, che dimostra ancora una volta di avere un patrimonio tecnologico e umano fra i migliori del mondo, per il gruppo Iri, e per tutto il Paese in una congiuntura irta di difficoltà». Questa galoppata incredibile attraverso l'Atlantico è cominciata giovedì sera alle 19,30. «Solo chi ha corso sul mare può capire a fondo quest'impresa», ha detto Lamberto Gancia, campione italiano e europeo di offshore. Destriero ha seguito ima rotta molto bassa, lungo il 40° parallelo, per 1500 miglia. Una partenza veloce, a circa 38 nodi, nonostante il pieno di carburante (700 tonnellate di gasolio ecologico). Poi, sempre più veloce: sui 44-45 nodi, con punte superiori ai 50. Dopo 1500 miglia, la prua è stata puntata a Nord-Est, verso l'Inghilterra, «con continue correzioni di rotta per limitare al massimo l'effetto negativo delle correnti e per poter sfruttare al meglio il vento di poppa». La velocità è andata via via aumentando, prima a 55 nodi, poi a 63, fino a sfiorare i 66, cioè i 122 chilometri orari. E così la media è salita ai 53,09. L'ultima notte, quella di sabato, «è stata la più dura e faticosa». Le 600 miglia finali hanno messo a dura prova l'equipaggio. A ogni istante il timore di un problema tecnico, il timore di incontrare un ostacolo in mare, la tensione, scandita dall'orologio, «di battere non solo il record ma anche se stessi». Una lunga notte, che non sembrava finire mai. Alle 5, forando la nebbia, le prime chiamate al faro. Un'ora dopo i boati di gioia, tutti attorno al comandante, Odoardo Mancini. La striscia di stoffa, la Blue Riband del Nastro Azzurro, sventola dall'albero. Pierangelo Sapegno Club Costa Smeralda, arriva a Plymouth e ripete che questa non è solo una vittoria nostra, «ma è soprattutto una vittoria dell'Italia. Una affermazione tecnologica e sportiva». E Franco Nobili, presidente dell'Ili, gli fa eco: «Questo è un segno augurale per la Fincantieri, che dimostra ancora una volta di avere un patrimonio tecnologico e umano fra i migliori del mondo, per il gruppo Iri, e per tutto il Paese in una congiuntura irta di
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