Juan Carlos diventa re Mida e l'amore può entrare a corte

Juan Carlos diventa re Mida e l'amore può entrare a corte I reali di Spagna grandi protagonisti dei Giochi olimpici Juan Carlos diventa re Mida e l'amore può entrare a corte SUL TRONO IN MANICHE DI CAMICIA BARCELLONA DAL NOSTRO INVIATO Complimenti, re Mida. Per rivolgersi a un sovrano ci saranno certo modi più acconci, ma esistono momenti in cui il tripudio popolare autorizza certe libertà: e per chi non se ne fosse reso conto, è come se in queste ore «sardane» e applausi della folla, arcobaleni laser e mondovisione concorrano a celebrare le glorie di un solo, vero vincitore. Qui si parla di Juan Carlos Primero, sovrano di Spagna, fino a ieri simpatico, affidabile, equilibrato, onesto e adesso anche fortunato. Dei tempi e registri di un grande spettacolo che per venti giorni ha visto il re, sua moglie Sofia di Grecia, il principe delle Asturie e le Infante di Spagna alternarsi nelle apparizioni, mostrarsi sui campi di gara, fino a ieri quando il re in maniche di camicia ha prim esultato otto volte per gli altrettanti gol della pallanuoto spagnola e poi si è lasciato andare deluso sulla poltroncina alla rete decisiva dell'Italia campione. Era comin- HI ciata in sordina, l'avventura olimpica dei Reali, e con qualche accorgimento. Alla sera dell'inaugurazione, per esempio, il «benvinguts» lanciato da Juan Carlos in catalano e l'esplosione acustica dell'inno nazionale, rovesciato a tutto volume sullo stadio per «coprire» i fischi di una.parte, per la verità esigua, delle gradinate autonomiste. Poi una settimana fa, giorno d'inizio delle prove di atletica, ecco il primo riscontro. Nella venti chilometri di marcia uno spagnolo, Daniel Plaza, è sorprendentemente primo a pochi chilometri dallo stadio. Ed ecco, inatteso e sorridente, il re che d'un tratto compare nella tribuna di Montjuich. L'ingresso del marciatore sulla pista viene accolto da un boato che s'intreccia agli applausi per il sovrano, la Spagna vince una medaglia d'oro. Non sarà che Juan Carlos porti fortuna? Se non è in grado di determinarla, certo il re l'insegue con tenacia: poco dopo al «Palau Blaugrana», sulla Diagonal, un'altra spagnola sta per compiere il miracolo: Miriam Blasco è finalista nel judo. Ed ecco Juan Carlos materializzarsi nel palazzo dello sport al momento dell'ultimo assalto, plaudire con gli altri al trionfo della ragazza. In un Paese non monarchico ma «juancarlista», e ad ogni modo profondamente rispettoso dell'autorità, il soprannome di «re Mida» nasce in quel momento: nel lessico è una piccola variazione, ma un'autentica impennata nell'in¬ dice della popolarità. Chissà quanto, nelle improvvise apparizioni del sovrano, conti l'intuito e quanto la velocità del suo elicottero. Ad ogni modo nelle stesse ore Felipe, principe delle Asturie, comincia a riempire della sua immagine elegante schermi e pagine di quotidiani. Prima è stato alfiere impeccabile alla parata della squadra spagnola, il mondo l'ha visto salutare la tribuna mentre sua sorella, l'Infanta Elena, si asciugava una lacrima di commozione. Era stato fra i primi ad arrivare al Villaggio olimpico, ora si sforza di far sì che l'apparato da cui è protetto non dia fastidio agli altri. E' vero, quando approda agli scivoli del porto fra i giovanotti in mutande che trascinano a sec- co il suo «Soling» un paio imbracciano enormi fucili a pompa. Sì, allenamenti e regate sono seguiti da una piccola flotta militare e perfino da un sottomarino tascabile. Ma lui saluta, racconta, chiacchiera. Celebra «il lavoro d'equipe, la vita di squadra, lo sforzo cui tutti concorrono in eguale misura». Intesse perfino l'elogio del cazziatone, quando ad infliggerlo è il capo barca: che a subirlo sia un marinaio di sangue reale fa parte delle regole. Simpatico anche questo re del futuro: e la strizzatina d'occhio lanciata durante la cerimonia d'apertura alla signorina piazzata lì in alto, a destra, lontana ma non troppo dal palco reale, non fa che accentuare questa impressione. Lei è Isabel Sartorius, la bionda diplomatica che se mai diventasse regina oscurerebbe anche l'«appeal» di Diana d'Inghilterra. Si sa che i reali non apprezzano la ragazza non vanta sufficienti quarti di nobiltà - e che gli incontri fra fidanzati avvengono con la clandestinità consentita da cinquanta uomini di scorta Adesso però è anche l'immagine di Isabel a fare il giro del mondo, un servizio fotografico che pochi giorni dopo la ritrae a Sotogrande, dalle parti di Cadice, in una giornata al mare con papà e mamma adottiva, non fa che allargare il consenso anche alle possibili future affini di Casa Borbone. Che tenerezza: il suo Principe ad allenarsi e lei ad aspettare, lontana ma non troppo, paziente come un Penelope, bella come una Venere e casta come un'aspirante moglie di Cesare perfino in tenuta da spiaggia. E poi, sarà vero o no che Sofia di Grecia, la regina, ha fatto sapere che i suoi figli «sposeranno le persone che amano»? E' forse il germe di un annuncio, l'inizio di una marcia indietro, il prodromo di una regale benedizione? Se non è vera è ben studiata, e comunque l'indi¬ screzione (incontrollabile come tutto quel che attiene al privato della casa regnante) s'inserisce a perfezione nella grande storia che, senza saperlo, i «media» di tutto il mondo, raccontando, hanno cominciato a costruire. A proposito di Sofia: fra lei e gli spagnoli il «feeling» non è mai stato molto intenso. Questione di carattere, pare: riservata com'è, dedita a beneficienza e mostre, calata nel ruolo di regina e di madre la regina suscita approvazione, rispetto, ma simpatia proprio di no. La recente storia di Spagna le accredita un solo momento di gloria, peraltro decisivo. La tradizione attribuisce a Sofia, giunta dalla Grecia, un ruolo chiave nella scelta con cui Juan Carlos salvò da monarca la democrazia spagnola. Era la notte del 23 febbraio '81, da alcune ore il colonnello Antonio Tejero Molina teneva prigionieri nelle Cortes i deputati e l'intero governo. Anche se non tutti l'avevano capito (dalla tv svedese era giunta una telefonata che, dopo le immagini di Tejero armato e col tricorno in testa, chiedeva: «Cosa ci fa un torero in Parlamento?») in quelle ore la nuova Spagna si giocava tutto. La divisione «Prunete» assediava Siviglia, si aspettava una presa di posizione del re. Chissà se è vero, ma raccontano che Sofia quella sera avesse ammonito: «Ricordati di Costantino». Costantino di Grecia, cognato del re, scalzato ad Atene dal golpe dei colonnelli. Anche se davvero fosse andata così, la storia assegnerebbe comunque alla regina un ruolo di controllora, severa vestale della democrazia non certo di una simpaticona. La parte che sembrava esserle stata attribuita nell'Operazione Bilancio Olimpico ricalcava un po' quegli schemi. La regina segue da una barca le regate del figlio. La regina osserva gli allenamenti dei velisti spagnoli. La regina scruta l'orizzonte. Tutte pose impegnate ma severe: mai un sorriso, una battuta, un'alzata di ingegno. Ma ecco, com'è per il successo di tutti i grandi progetti, che la manina della sorte, il caso giungono benevoli a dare una spinta. Che succede alla regina? Che per una sfasatura, l'unica, nel «timing» non è in barca ad assistere alla prova decisiva del figlio, come assenti si rivelano le Infante. Fino al giorno prima anche Elena e Cristina si erano offerte all'approvazione del mondo comparendo in costume castigato e «Tshirt» su barche più o meno sportive. Ma quel giorno a seguire il Principe delle Asturie non c'è nessun familiare, e il «Soling» non si qualifica. Insuccesso? Tutt'altro. Da un lato, anzi, la conferma «a contrario» dell'esistenza di un regio e positivo influsso, dall'altra un momento di tenerezza a sfondo familiare. Arrotolando le vele, Felipe potrà dire: «Mi rammarico del mio risultato, ma la contentezza per le altre vittorie spagnole supera tutto». Giuseppe Zaccaria E' stato accettato il fidanzamento H tra il principe Felipe e Isabel TO Mida. Per rivol ci saranno cernci, ma esistono tripudio popote libertà: e per se reso conto, è ore «sardane» e olla, arcobaleni one concorrano orie di un solo, Juan Carlos Pri Spagna, fino a fidabile, equilidesso anche for e registri di un o che per venti re, sua moglie l principe delle dice della popolarità. Chissà quanto, nelle improvvise apparizioni del sovrano, conti l'intuito e quanto la velocità del suo elicottero. Ad ogni modo nelle stesse ore Felipe, principe delle Asturie, comincia a riempire della sua immagine elegante schermi e pagine di quotidiani. Prima è stato alfiere impeccabile alla parata della squadra spagnola, il mondo l'ha visto salutare la tribuna mentre sua sorella, l'Infanta Elena, si asciugava una lacrima di commozione. Era stato fra i primi ad arrivare al Villaggio olimpico, ora si sforza di far sì che l'apparato da cui è protetto non dia fastidio agli altri. E' vero, quando approda agli scivoli del porto fra i giovanotti in mutande che trascinano a sec- Il principe Felipe assieme alla sorella Cristina. A sinistra Il principe Felipe assieme alla sorella Cristina. A sinistra lo sportivissimo Juan Carlos con le due tenniste spagnole Corichi ta Martinez e Arantxa Sanchez [italfoto per oggi) H Sopra Isabel Sartorius, fidanzata di Felipe, a destra, alfiere della squadra spagnola alle Olimpiadi [foto olympia per oggi)