Bruttezze al bagno click sui politici

Bruttezze al bagno click sui politici r IL PALAZZO ~1 Bruttezze al bagno click sui politici MATO sorride .tra i flutti. Discreta peluria sul petto, costume azzurro, le mani sul capo inzuppato. Click. Foto di Umberto Cicconi, monopolista del socialismo estivo. Immagine non proprio attualissima, ma tra giugno e settembre va benone. Come quel Craxi d'annata colto sulla spiaggia di Hammamet con variopinto pareo su poderoso torace. In una sequenza il leader calcia addirittura il pallone. Click, click. Tempo fa l'istantanea funzionava in alternativa a un glabro, pensoso Ciriaco De Mita adagiato, con catenina al collo, sulla sabbia di Maiori. E così immortalato, pubblicato e ripubblicato, a dimostrazione che sì, anche i politici, al mare, stanno più o meno in mutande. Talatta, talattaì I re sono effettivamente nudi. O quasi. Di Remo Gaspari, potente capo doroteo, sono state risparmiate le parti superiori. Ma visto attraverso l'obiettivo della Nikon sulla terrazza dell'hotel «Sabrina» di Vasto, il pantaloncino a coscetta non fa - e come potrebbe? una piega. Così quello di Sbardella, fotografato - umano, troppo umano - a passeggio sul lungomare di Anzio, con camicia aperta e zoccoloni. Mentre di Occhetto si rammenta la rappresentazione di una poderosa nuotata, con tanto di sbruffi d'acqua e capelli sugli occhi. Un giornale femminile l'ha pubblicata sotto il titolo: «Oh, capitan, c'è un uomo in mezzo al mare!». Mare: cioè gambe, braccia, cicce, piedi, peli. Con sempre minore sorpresa, anzi con un sospiro di malinconica assuefazione di fronte a pose sempre più vagliate dagli uffici stampa, si ripete il rito stagionale dei politici nudi e seminudi. L'estate come una zona franca nella quale improvvisamente il potere si spoglia e riacquista, sempre in pubblico, una propria temporanea fisicità. Spadolini in piscina a Castiglioncello; Conte e Vizzini che fanno ciaf ciaf con la famiglie; l'ex ministro Ferri sotto la doccia, oppure disteI so sul bagnasciuga come I un'odalisca. Bruttezze al bagno, per forza di cose, in base ai canoni di un'ormai trentennale ed anche illustre (Longanesi, Benedetti) tradizione giornalistica. E per certi versi, stava proprio in questa corvée, in questa insolita esibizione di carne - con relativo, legittimo effetto-Fantozzi - il successo del genere «politici in mutande». Dietro cui s'intuiva un complesso, reciproco, forse perfino rassicurante meccanismo che rendeva il potente in vacanza più disponibile, più normale, più «uno di noi». Quel Moro in bianco e nero, quasi rattrappito sotto l'ombrellone; quel Berlinguer imbarazzatissimo in pantaloncini... Adesso, forse.per la prima volta, la sensazione è che il giochino non funzioni più come un tempo. Troppi, i politici in désabillé. E troppo leccati, docili, patinati. Oltretutto le loro immagini estive, secondo le agenzie, hanno poco mercato e quindi non meritano appostamenti né teleobiettivi da rapina. Si salvano - e rimangono impresse - solo quelle in cui il piccolo occhio della macchina fotografica è attraversato e funestato dall'imprevedibile, secondo le più elementari leggi del comico. Il capitan Occhetto di Massimo Sestini che scivola dentro la barca e finisce in un groviglio di cime. Oppure lo strepitoso Colombo che Danilo Malatesta ha convinto a sedere su uno scoglio di Ischia. E improvvisamente, pluff, arriva una crudele onda anomala. Con le sorelle dell'onorevole, non inquadrate, che protestano: «Questa foto è chiaro che non verrà pubblicata». E invece è premiata. Filippo Cecca rolli elli |

Luoghi citati: Anzio, Castiglioncello, Ischia, Maiori, Mato, Vasto