Pallanuoto: è Settebello davvero di Gian Paolo Ormezzano
Pallanuoto: è Settebello davvero Gli azzurri piegano 9-8 la Csi e si giocano la finale con la Spagna vittoriosa contro gli Usa Pallanuoto: è Settebello davvero Gli italiani ottimi segnano su rigore nel tiro e superiori negli schemi e il pubblico ostile grida «mafiosi» barcellona DAL NOSTRO INVIATO L'Italia della pallanuoto è in finale, è già argento (come non accadeva dal 1976, Giochi di Montreal), oggi va in acqua per l'oro contro la Spagna vittoriosa (6-4) in semifinale sugli Usa. Ha battuto la Csi, l'ex Urss, per 9 a 8, in una piscina quella grande, lo stadio del nuoto - dove il tifo dei non pochi italiani, con la solita panoplia di cartelli e striscioni fra l'epico e l'intimistico, si è scontrato con quello dei moltissimi spagnoli. La pallanuoto è difficile da capire, un giocatore che ha la palla in mano e viene attaccato fa gridare al rigore, ma il regolamento dice che rigore non è. E proprio sulla mancata concessione di un presunto rigore, sull'8 a 8, ai sovietici, con gol azzurro su rigore da contropiede, si è basata l'accusa corale ai nostri di forti poteri mafiosi (prologo a quello che avverrà oggi) da parte di gente che ieri l'altro ha fischiato l'immenso Bubka colpevole di non avere vinto nell'asta quel giorno là in quel posto lì. In realtà l'Italia ha semplicemente vinto una partita che, se perduta, avrebbe rappresentato uno dei massimi sciupìi nella storia del nostro sport. Perché, superiori nel nuoto, superiori negli schemi, non inferiori nel tiro, gli azzurri hanno regalato alla Csi 5 superiorità numeriche su 8, per un controregalo di 6 ma su 11, hanno buttato via almeno cinque palle volanti, perse in attacco, sotto porta e da uomini liberi, per banali errori di palleggio, hanno perduto lo sprint sulle quattro palle al centro, hanno preso l'unico pa- lo vero della partita (uno ne hanno preso anche i russi, ma segnando sul rimbalzo). E se è vero che abbiamo segnato tre rigori su tre, è anche vero che ormai erano tre gol, e che mai gli avversari nostri ne hanno reclamato uno (lo ha reclamato per loro il pubblico spagnolo, ma questo è un altro discorso). Non ci piace né la retorica dell'esaltazione ad ogni costo del successo azzurro, né il silenzio complice quando avvertiamo che la nostra potenza diciamo pure economica o il nostro prestigio in qualche modo si traducono in vantaggi palmari. Ma la partita di ieri è stata, nonostante il punteggio inagrissimo di scarto, davvero conquistata con giustizia. E penando, si capisce, con i sovietici quasi sempre in vantaggio di uno o due gol, e pareggiati per pochi secondi, sul 5 a 5 alla fine del secondo tempo, sul 7 a 7 alla fine del terzo, sull'8 a 8 a 4' dalla fine di tutto. Ma non solo: quando ci avvicinavamo a un gol dai russi, o li pareggiavamo, sempre si ricominciava con la palla a loro, condizione di importante inferiorità in una semifinale olimpica fra due squadre vicinissime sulla carta. Vogliamo dire insomma che è stata cosa dura, difficile, con l'angoscia poi di certe palle perdute banalmente. E la partita ha avuto sfaccettature assortite, ogni tanto è stata bellissima pallanuoto orizzontale, altre è stata giungla di colpi, anche proibiti. Gli arbitri, e più l'olandese Van Dorpe che l'australiano Whitehouse, sono stati bravi anche nel processo alle intenzioni, che in pallanuoto è importante. Abbiamo patito più espulsioni, ma sono state giuste. Hanno giocato a livello tee- nico alto e ad impegno altissimo un po' tutti i nostri. Per metterli in fila, se proprio l'ha ordinato un medico, diciamo Attolico il portiere (anche se due volte non ha fatto l'impossibile che in questo torneo gli riesce quasi sempre bene), Fiorillo bravo in tutto, Silipo bravo su Apanasenko nemico numero 1, Campagna autore del pareggio ultimo e del vantaggio primo e definitivo, Francesco Porzio calmo e forte. Ferretti centro boa ha preso tante botte, ne ha dato tante, non ha segnato ma forse ha schiantato i suoi marcatori. E lo stesso, con in più una prodezza da grande gol, ha fatto Caldarella, che dicono in azzurro mai così autoritario e feroce e fachiro come ieri. Nell'ultimo tempo i nostri nuotavano decisamente di più anche perché meno distrutti nel corpo a corpo. Il tutto senza togliere niente ai meriti della preparazione, voluta da Rudic, ex jugoslavo, modi e moduli da torturatore. Gian Paolo Ormezzano Nella foto un'azione di Alessandro Campagna (a sinistra) e Carlo Silipo contro il russo Karaboutov (calottina i bianca) nella semifinale vinta ieri dagli azzurri con un solo gol di scarto. Oggi la sfida decisiva con la Spagna
Persone citate: Alessandro Campagna, Attolico, Bubka, Caldarella, Carlo Silipo, Fiorillo, Francesco Porzio, Rudic, Silipo, Whitehouse
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